mercoledì 14 dicembre 2016

Ingiustizia sociale. In Italia è sparita la Sinistra politica

La sinistra è -nello scenario europeo- pressoché 
assente da qualche decennio: perché? 
Michele Salvati, economista, così ha provato a spiegarlo “avendo rinunciato al grande programma utopistico del suo lontano passato” e accettato un orizzonte finalizzato a "regolare" il capitalistico, l’unico programma al quale può ricorrere la sinistra è rimasto “quello socialdemocratico del passato recente, dei trent’anni gloriosi del dopoguerra”, per intenderci quello di Saragat, Nenni, Lombardi etc. 
Il successo di quel programma, nell'Europa Occidentale, era dipeso da una serie di condizioni favorevoli, dovute al fatto che tutti i Paesi che avevano avuto la possibilità di realizzarlo erano collocati nell’orbita dell’egemonia americana. 
L'ingiustizia sociale la fa da padrona
nell'Italia dei politicanti senza "valori"

L'interrogativo che ogni persona
dovrebbe porsi è:
Come mai gli ex-comunisti oggi
ci governano con un partito di destra
(il Pd) ?
Oggi il quadro geopolitico (col fallimento planetario del Comunismo) è cambiato e anche qualora i Paesi europei decidessero di tornare ad attuare politiche economiche socialdemocratiche (laburiste e/o socialiste), il processo neoliberista di globalizzazione delle economie nazionali lo impedirebbe, per via della necessità che si imporrebbe per i Paesi dell'Europa di tenere le loro economie e le loro istituzioni adeguate ai livelli di efficienza imposti dalla competizione internazionale.
Oggi ad imporre le politiche economiche neo-liberiste, in pratica, sono gli Usa e chi non le insegue ... perde il treno. 
Conclude Salvati –, “sarebbe già quasi un miracolo se oggi la sinistra politica potesse prevalere da sola a livello nazionale” contro il modo di operare del capitalismo internazionale rampante.
Molto di più potrebbe essere fatto -ovviamente- da un'Europa Unita e solida, se però l’intera Unione non fosse egemonizzata dalla Germania, la quale, anziché favorire il ricupero dell’esperienza socialdemocratica, si sta comportando, sotto le mentite spoglie dell’ordoliberismo, come “cinghia di trasmissione” del neoliberismo e del capitalismo -senza regole- internazionale. 
In queste condizioni, va sempre più profilandosi il successo della destra tradizionalista e populista, la cui “offerta politica” è, secondo Salvati, inaccettabile per una sinistra socialdemocratica, se non al prezzo di snaturare del tutto i suoi valori originari.
Un’alternativa possibile, in atto in alcuni Paesi europei, che forse sarà inevitabile adottare in Italia, potrebbe essere, secondo Salvati, un’alleanza contro i populismi, tra la sinistra socialdemocratica e le forze più moderate e liberali della destra, sia pure al prezzo di conflitti programmatici che inevitabilmente essa recherebbe con sé.
Se tale alleanza dovesse realmente verificarsi, con quali idee la socialdemocrazia italiana andrebbe al tavolo delle trattative programmatiche se il Pd agli occhi di tanti non ha più nulla, se mai li ha avuti, dei valori della Sinistra ? 

La risposta all’interrogativo potrebbe essere data considerando le responsabilità contemporanee della socialdemocrazia italiana (sostanzialmente il Pd con l'intero apparato cgil, cisl, uil) che non è stata in grado di opporsi finora alle emergenti idee neoliberiste, che hanno poi portato allo stato di crisi attuale.
segue
(proveremo a capire in seguito perchè gli ex-comunisti
ci hanno condotto ad un Pd, partito di destra)

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