martedì 27 dicembre 2016

Hanno detto ... ...

LUIGI ZINGALES, blogger (il testo -per intero- è stato pubblicato su Il Sole 24Ore il 12.12.2016)
L’unica ragionevole spiegazione (ndr., sul perchè dei ritardi) è che questa domanda di rinvio sia stata fatta sapendo che sarebbe stata rigettata, solo per scaricare sulla Bce la responsabilità del bail-in delle obbligazioni subordinate, che verranno trasformate in azioni. 
Rimane da capire in che termini avverrà questo bail-in: in particolare come verranno tutelati gli investitori al dettaglio a cui questi subordinati sono stati venduti senza spiegazioni adeguate.
Ci sono due modi per ovviare a quest’errore. Il primo è che lo Stato si compri sul mercato tutta l’emissione che era stata venduta alla clientela retail. Rimane da stabilire il prezzo, che non deve essere necessariamente il 100% del valore facciale. Vista l’alternativa, i risparmiatori accetterebbero di buon grado anche un valore pari all’80%. Ma rimane il rischio di cause per il 20% mancante. Quindi è facile che l’offerta avvenga al valore nominale. Questo significa un esborso per lo Stato intorno ai due miliardi (il costo è inferiore perché lo Stato riceverebbe in cambio le azioni ottenute dalla conversione dei subordinati). L’alternativa è rimborsare gli investitori retail dopo la conversione dei subordinati e in cambio della cessione delle azioni in cui questi subordinati saranno convertiti.
Questo secondo metodo ha due vantaggi. Il primo è la rapidità. Per quanto veloce, un’offerta pubblica di acquisto richiede tempi tecnici (permesso della Consob, periodo di offerta, ecc.). Con le feste imminenti, difficilmente il tutto potrebbe essere completato entro la fine dell’anno. La seconda è che in un’offerta pubblica è difficile (se non legalmente impossibile) discriminare in base all’identità del venditore, mentre in un rimborso lo è.
Questo significa che in un’offerta pubblica anche tutti gli hedge fund che hanno comprato in questi mesi i titoli dagli investitori individuali si troverebbero a beneficiare dell’acquisto al nominale, realizzando guadagni da favola. Nel caso del rimborso, invece, sarebbe relativamente facile limitarlo agli investitori retail che hanno comprato originariamente e detenuto in portafoglio il subordinato. Non so quanto sia il risparmio, ma penso possa facilmente arrivare a centinaia di milioni.
Molti hedge fund che hanno comprato negli ultimi mesi e stanno facendo lobbying sul governo affinché si segua la prima strada. Se il governo cedesse alle pressioni, sarebbe uno scandalo.
FRANCESCO PIZZETTI, giurista
Per una volta concordo a pieno con Zingales. Su MpS (e non doli) è necessaria chiarezza su passato, presente e futuro.

ANTONIO POLITO, editorialista del Corriere della Sera
Meglio avere risparmi a Siena che ad Arezzo. Quando si dice che nella vita conta anche il codice postale.

MARCO TRAVAGLIO,
Nel sabato di vigilia ci preparavamo a un santo e sereno Natale, e invece niente. Abbiamo scoperto che “il Giglio Magico teme l’assedio delle procure” e che unendo “i puntini” si “intravede il disegno di un assedio mediatico-giudiziario al circolo ristretto degli amici di Renzi”. 
E questo, proprio quando dovremmo essere tutti più buoni.

GIUSEPPE COLOMBO, giornalista
La spesa “cattiva”. Quella del Mezzogiorno, dove i fondi europei si perdono in una voragine fatta di gare irregolari e incapacità gestionali. Di chi è la colpa? Non tutto risiede nelle responsabilità di chi amministra le Regioni del Sud. Anche la macchina centrale, chiamata a guidare le Regioni nell’utilizzo delle risorse che arrivano da Bruxelles, l’Agenzia per la Coesione territoriale, si è inceppata. Nata con il governo Letta e confermata nella sua struttura da Matteo Renzi, l’attività dell’Agenzia non sembra sufficientemente capace a invertire il trend negativo. Un numero su tutti: a luglio 2016 è stato speso solo il 2,16% dei fondi strutturali previsti per il periodo 2014-2020, che ammontano a un totale di 64 miliardi di euro. Considerando che a luglio si è esaurito già il 40% dei 7 anni a disposizione per la spesa, il forte ritardo è evidente. Un affresco infelice, che si inserisce nella cornice di un quadro che vede il Sud fanalino di coda in molti settori. Il Pil, l’indicatore per eccellenza del benessere economico-sociale, è emblematico: secondo quanto emerge dai conti economici territoriali dell’Istat, nel 2015 il prodotto interno lordo per abitante nel Mezzogiorno è risultato inferiore del 44,2% rispetto a quello registrato nel Nord. In soldi fanno una media di 17.800 euro per chi vive al Sud, 33.400 euro per chi vive nel Nord-Ovest. 

ANGELO SPINA, vescovo di Sulmona,
"Fabrizia amava la vita con grandi ideali e forti valori, il suo sorriso resterà sempre con noi"
"Fabrizia era andata via da qui per cercare lavoro, ha dovuto lasciare questa terra che non riesce a dare speranza a questi giovani per il lavoro"
"Questa terra non riesce a dare speranza ai giovani". 

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