giovedì 1 dicembre 2016

Appunti e riflessioni sulle origini del "pensiero dell'Occidente"

11)
Socrate
(appunti da Emanuele Severino)

Socrate, scopritore del concetto, innalza le pretese del linguaggio e perviene al'uso delle definizioni con cui elimina l'equivocità dei termini, delle parole e approda alla stabilità delle idee.  

Partendo dal principio di "sapere di non sapere" egli arriva al concetto per via negativa (distruggendo le opinioni correnti così come si presentano nei discorsi dei più).
Il dialogo è per lui la via privilegiata per arrivare a formulare il "concetto", cui perviene attraverso un primo momento di ironia (per mettere alle corde l'avversario: mostra di non sapere e dà fiducia alla sapienza di questi portandolo ad vicolo inestricabile, antilogia). Nel dialogo socratico si profila già il principio di non contraddizione.

La verità, se è attingibile, passa dunque per il dubbio e la ricerca, grazie al fatto che l'uomo possiede in se stesso la capacità di conoscere.
L'uomo è capace del concetto perchè sa cogliere l'uno nel molteplice, sa afferrare  e trattenere la qualità propria  in forza della quale si può dire, ad esempio, che le cose sante son sante, quelle giuste, giuste, quelle vere, vere e ....

Concetto = prendere insieme, raccogliere. 
Da qui il conoscere consiste nel raccogliere le diverse esperienze e nel contempo nell'organizzarle.  

Il Concetto, in effetti, afferra l'unità del molteplice. Socrate scopre per primo che l'uomo è detentore di una facoltà capace di astrazione e di sintesi, e perciò è nelle condizioni di attingere l'unità nel diverso, e di distinguere le diverse unità in relazione a differenziate proprietà. 
Conoscere è quindi quell'esercizio attivo del soggetto conoscente. La capacità di verità è insita negli uomini per natura, anche se è sollecitata dall'esperienza esterna.

Il secondo momento del dialogo è quello maieutico (l'arte della levatrice), capire "...se fantasma e menzogna partorisce l'anima del giovane, oppure se cosa vitale e reale".
Socrate aiuta coloro che lo frequentano ad attingere il concetto, ossia ad attingere la verità.
(Il passaggio alla logica-ontologica sarà compiuta da Platone).

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