venerdì 11 novembre 2016

Storie di Sicilia. Dai malèfici alla scienza del terzo millennio

I BURGENSES (I burgisi).

Nella Sicilia medievale (Normanna, Angioina, Sveva e poi Spagnola) erano lavoratori della terra "liberi" al contrario dei "villani". Essi potevano testimoniare contro i nobili davanti ai giudici e soprattutto potevano far parte dell'Amministrazione delle Università (=i Comuni).

Erano tenuti a pagare la gabella ai Signori per l'uso delle porzioni di terreno che coltivavano ed erano pure tenuti ad assolvere servizio militare. In caso di necessità erano tenuti ad accogliere nei casolari di campagna la truppa baronale e quella regia.
Era loro onere di prestare opera nei lavori pubblici di interesse  collettivo: strade interne al centro abitato, chiese, fortezze, bevai e fontane.

I burgenses erano tali per nascita. A loro era vietato spostarsi al di fuori dei territori del proprio Signore; l'unica terra che essi potevano coltivare era quella della baronia di appartenenza. 
Se fuggivano oltre il territorio signorile venivano ricercati e rintracciati e come sanzione messi ai ferri cum compedibus, vincoli di ferro che non impedivano di fare il servizio sulla terra. Per riacquistare la libertà era prevista la prescrizione trentennale. 
Il responsabile di "fuga" era inabile ad assumere onori e cariche civili militari; non poteva ricevere ordini sacri, se non cl consenso del Barone e a condizione che esercitasse il ministero nella massa ossia entro il territorio baronale. 


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