giovedì 27 ottobre 2016

Chiesa italo-abanese. Proviamo a conoscere i capisaldi


Il rito bizantino, sviluppatosi soprattutto nella città imperiale di Bisanzio (Costantinopoli) è’ il rito più diffuso e rappresentativo dell’Oriente cristiano, comune a fedeli, sia Ortodossi che Cattolici.
Esso si esprime attraverso l’anafora di s. Giovanni Crisostomo (nelle domeniche di quaresima e in alcune grandi vigilie si recita però l’anafora di s. Basilio). 

La lingua originale è il greco (antico); i libri liturgici sono stati tradotti in tempi più recenti anche nelle lingue moderne: in slavo al tempo della conversione della Russia, poi in Romeno, in Serbo, in arabo, ecc. e oggi in tutte le lingue moderne. 
La «divina liturgia», che si svolge dietro una «iconostasi», è concepita come «la venuta del cielo sulla terra», una anticipazione della parusìa.

 Il Vaticano II ha sancito le seguenti linee, 
da tener presenti:  

Sacrosanctum Concilium
«Il sacrosanto concilio, in fedele obbedienza alla tradizione, dichiara che la santa madre Chiesa considera di uguale diritto e con pari onore tutti i riti legittimamente riconosciuti, e vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati, e desidera che, ove sia necessario, vengano prudentemente riveduti in modo integrale nello spirito della sana tradizione e venga dato loro nuovo vigore secondo le circostanze e le necessità del nostro tempo» (SC 4); 

Unitatis redintegratio: 
«Tutti sappiano che il conoscere, venerare, conservare e sostenere il ricchissimo patrimonio liturgico e spirituale degli Orientali è di somma importanza per custodire fedelmente la pienezza della tradizione cristiana e per attuare la riconciliazione dei Cristiani d’Oriente e d’Occidente» (UR 15). 

Orientalim Ecclesiarum:
Di essa ci siamo occupati varie volte

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