lunedì 31 ottobre 2016

Sicilia. Gioielli d'arte

Cefalù,
il Duomo arabo-normanno costruito quando
la Sicilia era greca per lingua e cristiano-orientale
per Fede.

La Sicilia per due millenni è stata terra greca; la cultura e la lingua rimase greca per tutto il periodo della dominazione romana. 

Rispetto alle altre parti della penisola essa rimase infatti una "provincia", ossia una terra straniera rispetto all'Italia romana.


In quanto provincia essa fu un dominio retta con forme di governo analoghe a quelle della Siria, del Ponto etc. etc.

 Come tutto il resto dell'Italia Meridionale fu aggregata -dopo la caduta di Roma in mano ai barbari- all'Impero Romano d'Oriente fino a quando non arrivarono gli Islamici. 
Anche sotto gli arabi la popolazione continuò a parlare il greco e professare il cristianesimo bizantino.

Mosaici bizantini nel Duomo di Cefalù
Sotto i normanni ed anche (in parte) con gli Svevi la popolazione continuò a parlare la lingua greca e a professare in maggioranza il Cristianesimo orientale.

L'Impero Romano d'Oriente non archiviò mai l'idea di rientrare in possesso di quella che fino alla fine dei suoi giorni (maggio 1453) continuava a chiamare la diocesi di Sicilia.


=.=.=.


Avendo pochi giorni fà visitato Cefalù ed il suo Duomo, mi è capitato di riflettere su una nota di Niceta Coniatepoliticoscrittore e storico bizantino, tra i più importanti della sua epoca (1154-1217).

Scriveva Niceta nella sua Storia di Manuele Comneno 
"L'Imperatore Manuele asseriva che gli era più facile farsi amici i popoli orientali con doni in denaro o con la forza delle armi; ma con quelli d'Occidente non poteva mai essere sicuro di ottenere tanto, perchè sono formidabili per numero, pieni di indomabile orgoglio, crudeli d'indole, ricchi di possedimenti ed animati da un odio inveterato per l'Impero".

Economia. Nel mondo globalizzato ... la democrazia

La diseguaglianza sociale

Durante tutto il percorso della Storia Moderna, soprattutto con l'inizio della Rivoluzione Industriale, si presenta all'evidenza la "diseguaglianza" delle classi sociali.

"La storia in verità è testimone dei tempi,
luce della verità, vita della memoria,
maestra di vita, messaggera dell'antichità"
.

Così la pensava
Cicerone
Con il XIX secolo (l'Ottocento) si affermò la società liberale che archiviò sia l'Ancien Régime (il potere politico della nobiltà) che il Feudalesimo (il potere economico della nobiltà). 
Il sistema liberale, basato sulla proprietà privata, in realtà impiegò più secoli per consolidarsi e sostenne alla fine due Rivoluzioni: 
a- Nel 1776 la ribellione dei coloni Nord-Americani contro la Corona Britannica: nacquero gli Usa.
b- Nel 1789 la Rivoluzione Francese: furono proclamati i Diritti dell'Uomo e del Cittadino.

Nonostante la definitiva sconfitta napoleonica nel 1815 i Diritti dell'Uomo e del Cittadino si affermarono in via definitiva con i cicli rivoluzionari che percossero l'Europa nel 1820, nel 1830 e nel 1848.

Fino a quei cicli rivoluzionari sia la "borghesia" che le classi popolari ed operaie si erano battute sulle barricate dalla stessa parte, contro la nobiltà per porre fine ai privilegi feudali.

Contadini:
immagine di inizio Novecento sui
latifondi di Contessa Entellina
La velocità con cui il sistema liberale -da quei primi decenni dell'Ottocento- radicò le proprie basi divenendo il sistema egemonico segnò di contro il divaricarsi degli interessi della borghesia da quelli delle classi popolari. 
Sin dal 1848 gli episodi di turbolenza delle classi operaie divennero via via crescenti e mostrarono agli occhi dell'opinione pubblica del vecchio continente come il progresso economico-tecnologico affermatosi con la fine del feudalesimo stava distribuendo i vantaggi ed i benefici solamente alla borghesia e stava abbandonando nella miseria e nell'ingiustizia le classi popolari.

Cominciarono già nella prima metà dell'800 a sorgere le prime Organizzazioni Sindacali ed i primi Partiti Politici di ispirazione socialista a base operaia. 
Fra le primissime rivendicazioni fu posta l'estensione del diritto di voto, detenuto in quella fase e fino alla prima metà del Novecento esclusivamente dalle classi elevate.   

I CAPISALDI: riscontro al blog HORA KUNTISA ... ... di Zef Chiaramonte

Non saremo mai consci della nostra identità se non chiariamo il primo dei capisaldi della Chiesa Italo-Albanese e cioè che essa è bizantina ma non greca ed è una costola dell’antica Chiesa Illirica (cfr. P.Giogio Guzzetta, Paolo Maria Parrino e altri).
  Essa non nasce come un fungo su suolo italiano, sul finire del secolo XV, ma ha vissuto i suoi primi 1.500 anni di Cristianesimo nella Penisola Illirica o dell’Emo o Balcanica.
  Dal momento che il Cristianesimo è una religione storica, che prima non c’era e poi ci fu, esso si è dovuto in-culturare presso i vari popoli, incontrandosi e/o scontrandosi col loro preesistente portato storico-etico-culturale-religioso.
  Se assumiamo in unico contesto il popolo Albanese e la Chiesa Albanese, diciamo che essi sono gli eredi più prossimi del Popolo Illirico in cui si inserisce o si in-cultura il Cristianesimo attraverso la predicazione di San Paolo.
  Distinguiamo, però, e lo possiamo fare perché dominiamo i dati storici, il popolo dalla Chiesa.
  Del popolo diciamo che, all’impianto del Cristianesimo, esso esprime i maggiori generali dell’Impero Romano, tra cui Diocleziano e Costantino, e le coorti illiriche sopportano l’intero peso delle guerre che vengono decise e dirette da Roma.
  Sono proprio i generali illirici a decidere, prima, il decentramento amministrativo dell’Impero e, poi, lo spostamento della capitale da Occidente a Oriente.
  L’imponente figura di Costantino è il primo assertore dell’odierna libertà religiosa, poi sancita da tutti i popoli civili.
  La vulgata vuole che Costantino abbia concesso la libertà religiosa per puro calcolo politico.  Io ritengo, invece, che tale decisione sia scaturita dalla particolare etica contenuta nella Legge Antica propria degli Illiri, poi seguita dal Kanun albanese.
  Si apprende, infatti, che, alla predicazione di Paolo circa il precetto di perdonare i nemici, in Illiria abbiano risposto: “Ma questo precetto  è contemplato dalla nostra Legge, quindi non abbiamo alcuna remora ad accettare anche la salvezza che Cristo ci vuole donare”!
  E sulla resurrezione dei morti non risposero a Paolo: “Su questo ti ascolteremo un’altra volta”.
  Quanto al Kanun, in esso è considerato burre mbi burrat, non chi prende il sangue, si vendica, ma colui che  p e r d o n a !
  Guardate i MARTIRI della Fede che Enver Hoxha ha seppellito vivi e che la Chiesa il 5 novembre proclamerà beati: tutti sono morti perdonando!
  Essi sono lo specchio della più antica chiesa cristiana d’ Europa.
  Cari amici Arbëreshë, se non partiamo da questo caposaldo, non verremo a capo di nulla: continueremo a cianciare di rito e non rito, di greci e latini, di vescovi ladri e di vescovi santi, di preti inamovibili e di preti “spostati”, di preti colti e di ghajdhurë … insomma di miserie umane che avremmo voluto iniziare a superare con la venuta di un vescovo “venuto da lontano”.
Si può?  Si puo, Monsignor Gallaro?
Se ci sei, batti un colpo. Possiamo ancora essere UNO!

Palermo, 27 ottobre 2016
                                                         zef chiaramonte


p.s. la prossima puntata, se volete, la dedicheremo alla Chiesa Illirica, al suo sviluppo, alle due tradizioni che la caratterizzano e alla sua “costola” arbëreshe.

domenica 30 ottobre 2016

Chiesa italo-albanese. Proviamo a conoscerne i capisaldi

Il "rito bizantino” è  un sistema liturgico che si è sviluppato nel patriarcato di Costantinopoli. Questa  eredità liturgica cristiana è ancora in uso in tutte le Chiese che discendono dalla pentarchia ortodossa e nelle Chiese cattolico-bizantine.


Oggi, domenica 30 Ottobre, ha trovato
piena attuazione il Piano Gallaro di
trasferimento dei papàs da una parrocchia
all'altra.

Nella Parrocchia palermitana de La Martorana
il Vescovo, Mons. Gallaro, ha insediato (previo
giuramento) l'Archimandrita Antonino
Paratore, originario da Piana degli Albanesi.
Entusiasti gli amici ed i parenti del neo Parrocco
giunti con due pullman dalla vicina
Hora degli arbereshe. A conclusione della
celebrazione nel cortile che fiancheggia la Chiesa
è stato offerto ai presenti un rinfresco. 
Esso e' rinomato per la sontuosità del simbolismo cerimoniale e liturgico, e pur essendo eredità dei fasti imperiali di Costantinopoli prima dell’VIII secolo, è in realtà un ibrido di riti costantinopolitani e palestinesi, gradualmente sintetizzati dal IX al XIV secolo nei monasteri del mondo ortodosso.


Il rito bizantino / di
R. F. Taft (gesuita ed esperto della Liturgia bizantina)
(Testi estrapolati da una sua pubblicazione)

I suoi elementi
Come altre famiglie liturgiche cristiane tradizionali, il rito bizantino comprende: 
__la “Divina Liturgia” (eucaristia); 
__gli altri “misteri” (sacramenti) del battesimo, della crismazione (confermazione), dell’incoronazione (matrimonio), dell’unzione, della penitenza e dell’ordinazione; 
__il mattutino, i vespri, le vigilie ed altre Ore; 
__l’anno liturgico con il suo calendario di cicli fissi e mobili di feste e giorni di digiuno e di santi; 
__inoltre, una varietà di celebrazioni minori o akolouthiai (benedizioni, consacrazione di una chiesa, esorcismi, professioni monastiche ecc.). 

Tutto ciò è codificato nelle antologie ufficiali, o libri liturgici della tradizione.
Come in altre tradizioni, i libri liturgici bizantini sono o testi liturgici usati nelle celebrazioni, oppure istruzioni che regolano il modo in cui tali testi debbano essere usati. 
I testi stessi contengono le due serie di elementi abituali: 
--l’ordinario, cioè la struttura fondamentale e invariabile degli uffici; 
--e il proprio, che varia secondo la festa o il giorno.
 L’ordinario bizantino è contenuto nell’Euchologion, o Libro di preghiere e di litanie ad uso del celebrante e del diacono, e nell’Horologion, o Libro delle Ore.

I propri del tempo del ciclo mobile, che ruota attorno alla Pasqua, si trovano distribuiti in tre libri: il Triodion per la Quaresima, il Pentekostarion per il periodo da Pasqua a Pentecoste, e l’Oktoechos per le domeniche e i giorni feriali dell’anno (tranne quando è sostituito dalle altre due antologie). 

Mons. Gallaro con l'insediamento -oggi- nella
Chiesa della Martorana (a Palermo) del-
l'Archimandrita Antonino Paratore ha
evidenziato, per chi non ne fosse informato, che
questi subentra a Papàs Nicola Cuccia.
Il ciclo fisso dei propri per le commemorazioni dei santi e delle feste che cadono nei 365 giorni del calendario si trova – diviso in dodici volumi, uno al mese – nei dodici volumi dei Menaia (dal greco menaion, “mensile”). 
Le letture del Nuovo Testamento, proprie ad entrambi i cicli, sono contenute in due lezionari: l’Apostolos e l’Evangelion
Le letture dell’Antico Testamento, lette oggi solo nell’Ufficio divino, sono state incorporate negli altri libri del proprio.  
Il Typikon o Libro delle normative – un regolamento che comprende il calendario liturgico con spiegazioni rubricali – è il consuetudinario che regola l’uso di questi libri secondo le feste e i tempi dell’anno liturgico.

Questa scarna descrizione contenutistica del rito bizantino non rende ragione della ricchezza poetica, dell’intensità, dell’unità finemente intrecciata della sua celebrazione, della sua ambientazione e interpretazione rituale. 
La liturgia bizantina e la sua teologia – nel contesto originario dell’architettura della chiesa bizantina, della sua decorazione e della disposizione liturgica che abbracciano il rituale come sua matrice naturale – si uniscono per creare ciò che H. J. Schulz ha felicemente chiamato una peculiare Symbolgestalt, o matrice simbolica. 

L’impatto di questa Symbolgestalt è custodito per sempre nella leggenda della delegazione mandata a Costantinopoli nel 987 dal principe Vladimir di Kiev “per informarsi sulla fede greca”. 
Gli ambasciatori furono condotti a Santa Sofia per la liturgia “affinché gli abitanti della Rus’ potessero contemplare la gloria del Dio dei greci”. 
Ritornati a casa, riferirono ciò che avevano sperimentato in termini che sono diventati emblematici per l’Erscheinungsbild, cioè per l’impatto unico creato dagli splendori sensibili del rito bizantino:

Non sapevamo se in cielo ci trovavamo oppure in terra: non v’è sulla terra uno spettacolo di tale bellezza, e non riusciamo a descriver[lo]; solo questo sappiamo: che là Dio con l’uomo coesiste, e che il rito loro è migliore [di quello] di tutti i paesi. Ancora non possiamo dimenticare quella bellezza.

Il cielo sulla terra”. Questa espressione classica, ripetuta cosí spesso da essere diventata un luogo comune, deriva di per sé dal capitolo iniziale di un commentario liturgico anteriore (ca. 730) del patriarca san Germano I di Costantinopoli: “La chiesa è il cielo sulla terra, dove il Dio dei cieli abita e si muove”.

sabato 29 ottobre 2016

Economia. Nel mondo globalizzato ... la democrazia


Il neo-liberismo e l'apice della diseguaglianza

L'impegno per contrastare la diseguaglianza economica e  sociale conduce ed implica accentuate polemiche e non raramente e' sfociato in passato nelle violenze guidate dalle ideologie.
 E' la Storia che dimostra come in epoca moderna e contemporanea la lotta dei poveri per conseguire condizioni umane sia quasi sempre finita in conflitti e situazioni di violente oppressioni.
1) La rivoluzione francese pose come basi la liberta', l'eguaglianza e la fraternita' ed invece fini' dando luogo a fenomeni di terrore e di stermini umani.
2) La rivoluzione russa del 1917 pose come basi la fine delle divisioni in classi sociali ed invece fini' dando luogo alla peggiore dittatura che abbia avuto l'umanita'.
Due rivoluzioni bagnate dal sangue e dallo sterminio di decine di milioni di esseri umani.

La violenza non ha comunque sempre caratterizzato l'impegno per l'eguaglianza degli esseri umani . E' il caso attraversato dall'Italia dai primi anni sessanta fino ai primi anni settanta. Furono i primi governi di centro-sinistra che conformemente all'operato di quanto facevano in tutta Europa le forze socialdemocratiche impressero nel segno dell'eguaglianza una significativa contrazione alla diseguaglianza giovandosi dell'accentuata crescita economica di allora.

Ai nostri giorni i livelli di diseguaglianza stanno raggiungendo livelli "storici" sia fra le differenti nazioni che all'interno dei singoli stati.
Con l'affermarsi della rivoluzione neo-liberista promossa da Ronald Regan e da Margaret Thacher la diseguaglianza crescente impostasi dagli anni novanta ad oggi interroga -adesso- gli economisti se essa non cominci a costituire una minaccia diretta per la stabilita' del sistema.

venerdì 28 ottobre 2016

Storia dell'Uomo. Dalle caverne ai prossimi viaggi interplanetari: resta sempre l'interrogativo su chi è l'uomo (1)

Spesso ci siamo interessati di testi ed interpretazioni bibliche sulla essenza dell'uomo. Proveremo a leggere le origini dell'uomo secondo le risultanze delle scienze. 
E' inutile premettere che l'una visione non esclude l'altra: l'una lettura vuole darci il senso dell'esistenza, l'altra ci fa riflettere sui travagli intercorsi dalle caverne ai viaggi interplanetari che si annunciano in direzione di Marte.

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Scavi condotti dall'Università di
Pisa ad Entella
La Storia dell'Umanità, quella che affronta la tematica Universale senza trascurare i particolarismi culturali di ogni angolo del Pianeta, compresa l'etnia arbëreshe, viene periodicamente curata e pubblicata dall'UNESCO ed è ad essa che faremo a piene mani riferimento.

L'evoluzione delle conoscenze, specialmente nel campo della Preistoria, dipende sia dai ritrovamenti casuali che dall'esperienza professionale ed intellettuale degli
-archeologi
-antropologi
-filosofi
-chimici fisici
-specialisti delle scienze della Terra
che in un modo o in un altro apportano il loro contributo all'interpretazione delle origini dell'uomo.

E' utile evidenziare che la "ricerca" dell'uomo nel campo scientifico procede per balzi e con esitazioni. Le nuove conoscenze in genere sono frammentarie e non subito si aprono al contesto interpretativo globale. 
E' doveroso conoscere
-o provare a conoscere-
da dove originano
gli esseri umani.
Specificatamente sulla ricerca delle origini dell'uomo va tenuto presente che spesso le scoperte sono avvolte in circostanze di casualità, nel corso di prospezione del terreno oppure nel lento lavoro di laboratorio.
Ed è così che il progresso scientifico ci allarga l'orizzonte sulle origini dell'uomo.

Al progresso scientifico, è bene evidenziarlo, collaborano sia le scienze dei materiali e dell'informazione che le scienze umane. 
I genetisti esplorano lo studio del DNA (e da essi apprendiamo che la separazione degli ominidi dal resto dei primati sarebbe avvenuta prima dei 4,5 milioni di anni che erano stati dedotti dallo studio dei reperti).
Un ruolo lo svolge pure la demografia, scienza prettamente umana.   


Hanno detto ... ...

ENZO BIANCHI, priore di Bose
E' facile accordarsi e agire insieme spinti da paura ed egoismo: ma succede solo contro quelli che sono i più poveri


FAUSTO BERTINOTTI, già socialista, già Rifondazione, già sindacalista, già parlamentare


Ormai si vedono Paesi governati senza governi. Cioè, tutto questo affanno della politica sulla governabilità, oltre che minaccioso per la democrazia, è anche grottesco. Perché la stabilità, ammesso che poi la si realizzi, dipende da altri, dalla Bce, le forze economiche e finanziarie trainanti, la Commissione europea; questi sono come presidio sacerdotale di questa costruzione. La famosa Troika: Il caso Grecia è del resto emblematico.
GRAZIANO DEL RIO, ministro delle infrastrutture
"Siamo pronti ad aumentare le risorse destinate alle aeree colpite dal terremoto ben oltre i 4,5 miliardi inseriti in manovra. Appena ci saranno delle stime precise sui danni, decideremo gli interventi. Non ci tireremo indietro. Di certo non lasceremo sole le famiglie così duramente colpite e, gradualmente, metteremo in sicurezza tutto il territorio nazionale" - 

ANTONIO MAGLIE, giornalista
Negli anni è prevalsa l’idea che la risposta a tutti problemi sia nelle norme. Ma la realtà spesso va oltre. Soprattutto in economia dove non esiste un pilota automatico che ti fa navigare con sicurezza assoluta verso il porto più tranquillo perché all’improvviso si può sempre scatenare una tempesta che ti impone di scegliere tra un cambiamento di rotta o la collisione con uno scoglio. Ed è esattamente quello che è avvenuto in questi anni in cui l’Europa assumendo come un principio evangelico la dottrina tedesca ha iniettato dosi crescenti di rigidità nella politica dei vari stati senza compiere distinzioni.

Noi tutto questo lo abbiamo accettato, auspice il governo di Mario Monti. Nel più totale silenzio e disinteresse (anche di chi oggi sbraita insieme a Renzi contro l’Europa semmai proprio in funzione anti-Renzi) il governo presieduto dal senatore bocconiano ha prodotto un vero mostro giuridico e come tale sottolineato da un grande giurista come Stefano Rodotà, cioè l’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione. Ora è evidente che non è quello il luogo per definire regole stringenti di politica economica perché se da un lato è vero come diceva Calamandrei che la legge fondamentale se poi non viene applicata nei principi è soltanto un pezzo di carta, dall’altro è lapalissiano che tutto ciò che viene inserito in quegli articoli finisce per assumere un carattere molto più rigido: non a caso il processo legislativo previsto per il varo di quelle norme è aggravato con la doppia approvazione nei due rami del Parlamento. Non è, d’altro canto, un caso che sia stata esclusa l’idea di trasferire le regole elettorali in una norma costituzionale pur avendo esse un carattere costitutivo in rapporto al sistema.

giovedì 27 ottobre 2016

La delibera del Consiglio dei Ministri riunito a Palazzo Chigi: sciolto il Comune di Palazzo Adriano


Il Consiglio dei ministri si è riunito oggi, giovedì 27 ottobre 2016, a Palazzo Chigi e   ha deliberato  lo scioglimento per infiltrazioni da parte della criminalità organizzata dei comuni di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria e di Palazzo Adriano, in provincia di Palermo.


Chiesa italo-abanese. Proviamo a conoscere i capisaldi


Il rito bizantino, sviluppatosi soprattutto nella città imperiale di Bisanzio (Costantinopoli) è’ il rito più diffuso e rappresentativo dell’Oriente cristiano, comune a fedeli, sia Ortodossi che Cattolici.
Esso si esprime attraverso l’anafora di s. Giovanni Crisostomo (nelle domeniche di quaresima e in alcune grandi vigilie si recita però l’anafora di s. Basilio). 

La lingua originale è il greco (antico); i libri liturgici sono stati tradotti in tempi più recenti anche nelle lingue moderne: in slavo al tempo della conversione della Russia, poi in Romeno, in Serbo, in arabo, ecc. e oggi in tutte le lingue moderne. 
La «divina liturgia», che si svolge dietro una «iconostasi», è concepita come «la venuta del cielo sulla terra», una anticipazione della parusìa.

 Il Vaticano II ha sancito le seguenti linee, 
da tener presenti:  

Sacrosanctum Concilium
«Il sacrosanto concilio, in fedele obbedienza alla tradizione, dichiara che la santa madre Chiesa considera di uguale diritto e con pari onore tutti i riti legittimamente riconosciuti, e vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati, e desidera che, ove sia necessario, vengano prudentemente riveduti in modo integrale nello spirito della sana tradizione e venga dato loro nuovo vigore secondo le circostanze e le necessità del nostro tempo» (SC 4); 

Unitatis redintegratio: 
«Tutti sappiano che il conoscere, venerare, conservare e sostenere il ricchissimo patrimonio liturgico e spirituale degli Orientali è di somma importanza per custodire fedelmente la pienezza della tradizione cristiana e per attuare la riconciliazione dei Cristiani d’Oriente e d’Occidente» (UR 15). 

Orientalim Ecclesiarum:
Di essa ci siamo occupati varie volte

Storie di Sicilia. Dai malèfici alla scienza del terzo millennio

Storie Medievali e  Moderne

Le pratiche medievali e quelle successive -in Sicilia- contro le devastazioni delle produzioni agricole da parte delle cavallette non interessavano solamente le autorità civile (dall'Imperatore Federico II ai giurati delle Università, ossia gli amministratori dei comuni baronali  leggi qui quanto riportato nel primo intervento ) ma anche gli ecclesiasti.

Nel 1618 nell'Università di Modica (Università sta per Comune, Amministrazione Comunale) fu chiamato e pagato da essa il padre Litterio Sollima, domenicano. Il popolo lo seguì pregando dall'abitato all'aperta campagna dove  egli salmodiava e leggeva preghiere per allontanare le ondate di cavallette. Ma non ci fu niente da fare.
Le cavallette deposero le uova in quei campi e poi morirono ammorbando l'aria e i corsi d'acqua con la loro putrefazione.

Al Sinodo del 1510 di Siracusa era presente fra gli abati, vicari e rettori un Venerabils vicarius et rector terrae Cassari, vicarius seu episcopus luporum et vulpium. Il Vicario di Cassaro, centro agricolo della Sicilia Orientale allora circondato da boschi, aveva facoltà di esorcizzare e ligare i lupi e le volpi, da qui l'attributo di vescovo dei lupi e delle volpi.

In quei secoli, che l'odierna cultura definisce giustamente bui, si riteneva che esistessero persone capaci di portare con lo sguardo nocumento ad altre persone. Temuti erano soprattutti gli "invidiosi", capaci si riteneva di recare influssi malefici sulle persone su cui si posavano i loro occhi.
Ancora oggi in più porticcioli da pesca dell'isola si possono notare dipinti sulla prua delle barche degli occhi-scongiuro
Si facevano le corna con le dita delle mani per scongiurare gli "influssi" degli invidiosi ed ancora oggi non è improbabile incontrare automobilisti che sul parabrezza della macchina nuova fiammante espongono le "corna rosse" contro il malaugurio. Alcuni avvivano ad appendere dei piccoli corni rossi alla collanina che attornia il loro collo.   

L'uso degli amuleti è diffuso in tutto il mondo, ma in Sicilia ha tuttora livelli anomali.

Economia. Nel mondo globalizzato ... la democrazia

Le tappe del capitalismo

Secondo Dani Rodrik, economista di Harvard, il sistema capitalismo è arrivato alla terza svolta della sua storia: quella della globalità.

Ieri
-Il capitalismo in versione 1.0 del XIX secolo i mercati erano limitati dalle tecnologie dei trasporti e dalle comunicazioni. In quella fase gli interventi pubblici nel sistema economico erano ridotti o nulli.

-Il capitalismo in versione 2.0 conosciuto dopo la Grande Crisi degli anni '20-'30 fu caratterizzato dalla forte presenza ed intervento dello Stato nel sistema economico al fine di stabilizzarlo e per creare il sistema socio-assistenziale. Fu infatti creato in questa fase lo Stato sociale.

-Il capitalismo in versione 3.0 è quello che stiamo conoscendo ai nostri giorni, nel XXI secolo, quello della globalizzazione (=con portata mondiale).
Oggi
Questa fase sta presentandosi alla percezione della gente con gli affanni dello Stato sociale che non riesce a mantenere le precedenti prestazioni tese a sanare le fratture e le diseguaglianze. 
Il capitalismo globale ha sostanzialmente aperto le porte e superato le frontiere ma sta aggravando le diseguaglianze e riducendo il ruolo dello Stato sociale.

Gli interrogativi del nostro tempo sono adesso rivolti agli assetti sociali prevedibili. 
Marciando in direzione del liberismo e dell'efficacia economica affidata solamente ai mercati quanto potrà durare la coesione sociale ? 
Cosa ha insegnato la Storia quando lo squilibrio fra i potenti interessi dei pochi e gli affanni dei molti diventano più che evidenti ? 
Dagli errori della Storia non sono sempre regolarmente sopraggiunte le condanne rovinose ?

martedì 25 ottobre 2016

Chiesa italo-abanese. Proviamo a conoscere i capisaldi

Con la Costituzione Apostolica Etsi Pastoralis, pubblicata da Benedetto XIV il 26 maggio 1742, al rito romano veniva attribuita in Italia la supremazia (praestantia) rispetto a tutti gli altri riti, una teoria accantonata con la Costituzione liturgica del Concilio Vaticano II (Sacrosanctum Concilium 4) che recita:

… il sacro Concilio, obbedendo fedelmente alla tradizione, dichiara che la santa madre Chiesa considera come uguali in diritto e in dignità tutti i riti legittimamente riconosciuti …

Lo stesso Concilio, nel Decreto Orientalium Ecclesiarum ha fatto obbligo agli orientali cattolici di ripristinare le proprie autentiche tradizioni:

Tutti gli orientali sappiano con tutta certezza che possono sempre e devono conservare i loro legittimi riti e la loro disciplina, e che non si devono introdurre mutazioni, se non per ragione del proprio organico progresso. Pertanto, tutte queste cose devono essere con somma fedeltà osservate dagli stessi orientali, i quali devono acquistarne una conoscenza sempre più profonda e una pratica più perfetta; qualora, per circostanze di tempo o di persone, fossero indebitamente venuti meno ad esse, procurino di ritornare alle avite tradizioni.



*Appunti estrapolati da un studio del professore
Stefano Parenti, professore straordinario di liturgia comparata, liturgie orientali e teologia ortodossa dei sacramenti presso le facoltà di liturgia e di teologia del Pontificio Ateneo S. Anselmo (Roma). 

Hanno detto ... ...

MASSIMO GRAMELLINI (Stampa 25.10.16)
“”Non sappiamo ancora cosa sia veramente successo nel reparto di ginecologia dell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove una donna incinta di due gemelli è morta dopo l’estrazione dei feti senza vita. I genitori e il marito giurano che il medico di turno, obiettore di coscienza, si sarebbe rifiutato di intervenire, nonostante la paziente si dibattesse tra sofferenze atroci. Avrebbe sostenuto di non potere fare nulla per lei «finché i cuori dei bambini non avessero smesso di battere». 
Ma ciò che sappiamo per certo è che in quel reparto lavorano dodici medici e tutti e dodici si dichiarano obiettori. Il dato nazionale non è molto inferiore: ottantacinque su cento. Se la società vantasse una simile percentuale di cattolici infervorati, le chiese sarebbero stracolme di fedeli e le messe domenicali si celebrerebbero negli stadi.
Invece la coscienza di molti di questi obiettori risulta essere ispirata a più prosaiche considerazioni economiche. Prova ne è che una primaria di ginecologia del San Camillo di Roma raccontò che quattro di loro, per prenderne il posto durante una sua malattia, si affrettarono a firmare un foglio in cui rinunciavano all’obiezione. Ma non solo la coscienza è elastica. Anche la memoria. Quando una donna viene ricoverata dopo una violenza si ricordano di sottoporla all’esame per l’Aids, ma si dimenticano quasi sempre di somministrarle la pillola del giorno dopo. Sarebbe piacevole vivere in un Paese dove una donna che entra in un ospedale pubblico non fosse costretta a preoccuparsi della fedina morale del medico che ha di fronte.

Verso il Referendum. La Costituzione non appartiene solamente alla maggioranza di governo

Valorizzare dal punto di vista culturale, sociale ed economico le risorse storico-culturali e ambientali del territorio su cui si svolgono funzioni di guida comunitaria -sia politica che ecclesiastica o di altro genere- è dovere di chiunque abbia il senso della responsabilità che assolve. 

Le comunità e le nazioni in passato venivano identificate come modelli sociali con interessi particolari, storia comune, ideali condivisi, tradizioni e/o costumi in contrapposizione alla società dell’età contemporanea entro cui  -invece- non è più implicita la condivisione di un sistema di significati, come possono essere le norme di comportamento, i valori, la religione, una storia comune o persino la produzione o l'uso di artefatti.

Siamo infatti  pervenuti a società civili entro cui non convivono più comuni obiettivi e norme di comportamento condivise, bensì punti di vista non convergenti (il pluralismo di fondo).

I politici di oggi più avveduti puntano o dovrebbero puntare a trovare la convergenza o la mediazione sui "valori" e sui meccanismi contemplati nella Costituzione. Quella Carta costituzionale che è sempre rischioso voler modificare sulla misura e sul taglio del politico di turno, dell'uomo del momento. 
Se modifiche deve subire (ed è verosimile che debba) devono a priore costituirsi maggioranze estese e mai inferiori all'80% del sentimento nazionale. 
La Carta è di tutti gli italiani.

Diario contessioto 25.10.2016

Nella giornata di domani, 26 ottobre, nella Cattedrale di San Demetrio a Piana degli Albanesi, durante la celebrazione della Divina Liturgia sarà ordinato diacono di Giuseppe Di Miceli, contessioto.
La celebrazione sarà presieduta da Mons. Giorgio Demetrio Gallaro.




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Domenica 6 novembre 2016 alle ore 10.00 nella Chiesa parrocchiale "S. Giuseppe e S. Stefano" a Campofiorito, l'accolito CALOGERO LATINO -contessioto- verrà ordinato diacono, per l'imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale

Congratulazioni a Giuseppe e a Calogero ed ai rispettivi familiari da parte del Blog e dei suoi lettori.