giovedì 15 settembre 2016

Cose da conoscere

Cosa abbiamo capito
finora della promessa riforma
pensionistica



L'ipotesi di cui si discute in questi giorni (forse fattibile ma che comunque continuerà ad aggravare i conti pubblici del nostro paese che -lo sappiamo bene- lentamente da un decennio va perdendo colpi sul piano economico ed irrimediabilmente è diventato più povero) verte su un prestito bancario che accompagnerà il potenziale pensionato, per il massimo di un triennio, fino al momento del pensionamento ordinario, quando inizierà a pagare le rate ventennali per la restituzione del prestito (capitale + interessi + costo assicurativo). 
Se il suo assegno pensionistico è di importo medio-basso o se la persona versa in particolari situazioni di disagio, la rata è deducibile dall’imponibile fiscale. 
Il prestito quindi è suscettibile di diventare gratuito. 
Un’operazione questa ipotizzata che costerà 700 milioni l’anno e non un ammontare da 2 a 5 miliardi come la flessibilità in uscita contenuta, rispettivamente, nelle proposte di Boeri e Damiano.

Si potrebbe fare di più ?
Si, se fossimo in un contesto dove la giustizia sociale fosse un valore (socialdemocrazia) e fosse ovvio correggere la struttura sociale del Paese. Siamo invece in una realtà "liberista".

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