sabato 6 agosto 2016

Ercole Lupinacci. E' stato "davvero" un Eparca

Ci giunge la triste notizia che monsignor Ercole Lupinacci, oggi 6 agosto, è tornato nella casa del Signore.
Era nato a San Giorgio Albanese il 23 novembre 1933, ha studiato nel seminario di Grottaferrata ed è stato ordinato sacerdote, papàs, il 22 novembre 1959. Ha conseguito la licenza in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.

E' stato Vescovo di Piana degli Albanesi dal 25 marzo 1981, quando papa Giovanni Paolo II lo ha chiamato a succedere a Mons. Giuseppe Perniciaro, fino al 30 novembre 1987, quando fu chiamato a reggere l’Eparchia di Lungro, in Calabria.

Di mons. Ercole Lupinacci conserviamo memoria vivida su ciò che Egli era. 
Era un uomo limpido, senza retropensieri.
Era un uomo fra uomini, intavolava discussioni ed effondeva incoraggiamenti a chiunque gli capitava di incontrare, si trattasse di un credente o meno, di un contadino seduto dinnanzi la sede della Camera del Lavoro o di uno studente in cui per caso si imbatteva. 
Era un uomo di Cristo che non distingueva fra vicini o lontani, leggeva, perchè sapeva leggere, nei cuori e dedicava tempo a chiunque.

E’ stato un Eparca che conosceva benissimo il rito cattolico-bizantino. 
E’ il caso di ripeterlo, conosceva molto bene -come nessun altro ci è capitato di incontrare dopo di lui- il rito bizantino; questa circostanza lo ha reso un Eparca impegnato nel dialogo cattolico-ortodosso
Da uomo di cultura conosceva  e parlava correntemente cinque lingue, l'italiano, l'albanese, il greco antico e moderno, ed il francese.
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E a Contessa ? a noi contessioti cosa viene in mente da ricordare del Vescovo Lupinacci ?
Una iniziativa dell'Eparca non possiam dimenticare, in particolare.
Alcune righe sopra, in questo post, abbiamo scritto che egli era un vero uomo. Non era un curiale che faceva uso dell'ipocrisia. Vero uomo. 
Mons. Lupinacci è quel vescovo che ha preteso, voluto fortemente, che le prerogative dell’Eparchia fossero rispettate integralmente da tutti. Rispettate soprattutto dagli altri Vescovi di Sicilia, e da quello di Monreale in particolare.
Fu lui ad aprire la spinosa questione sulla giurisdizione su Santa Maria del Bosco, su cui il vescovo di Monreale riteneva e ritiene ancora oggi di esercitare il ruolo di Abate su una abazia che non esiste più da quando lo Stato unitario nel 1866 l'abolì.

Mons. Lupinacci, per la dignità eparchiale si mosse rivendicando ciò che doveva essere rispettata: la piena ed esclusiva competenza di Piana degli Albanesi su quel luogo “storico” che ricade nel territorio di Contessa Entellina. 
Lottò nel rispetto delle sue attribuzioni canoniche sia contro un sindaco “distratto” (che stranamente affidò la concessione di opere manutentive all'Ufficio Tecnico della Curia monrealese)  che contro un arcivescovo prepotente (di cui pure la magistratura si è occupato ampiamente). 
Dopo pochi mesi da quella sua ammirevole pretesa di giustizia mons. Lupinacci fu trasferito a Lungro.

Sul piano personale -di chi scrive- ci piace ricordare le graditissime telefonate ricevute da Mons. Lupinacci, dalla sua Calabria, nei primi anni di avvio di questo Blog. Erano telefonate di apprezzamento e di incoraggiamento a continuare, ad insistere nel difendere e nel valorizzare il patrimonio arbëreshë.

Con Lui è andato via 
un uomo vero
un vero uomo di Chiesa
un vero  arbëreshë.

Sia eterna la sua memoria.

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