domenica 17 luglio 2016

Economia di mercato (bail –in) contro intervento pubblico. Gruzzoli dei risparmiatori, speculazioni e ... globalizzazione

I problemi dell'Unione EUROPEA,
oltre al terrorismo, brexit, e le altre cose turche

A) Il governo italiano e la Commissione europea stanno trattando se applicare il bail-in o invece usare fondi pubblici nel caso in cui il sistema bancario italiano dovesse trovarsi in crisi.
B) Il Portogallo sta tentando di evitare la procedura per deficit eccessivo, su cui a decidere ha competenza la Commissione europea. Le sanzioni potrebbero ascendere allo 0,2% del Pil.
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Italia ancora sotto esame quindi:
Dopo le vicende di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, sono attualmente sotto attenzione Banca Popolare Veneta, Banca Popolare di Vicenza, Banca Popolare di Bolzano, Cassa di risparmio di Cesena, e la Cassa di risparmio di Rimini.
Alla luce di questo quadro che vede l'Italia anello debole rispetto ai paesi nordici, il tentativo è quello di trovare una soluzione ai problemi che trovi consenziente -ovviamente- il paese più solido dell'Unione: la Germania. 
Il Monte dei Paschi di Siena, come si sa, ha dieci miliardi di crediti deteriorati e secondo le regole andrebbe rispettato il bail-in evitando l’intervento dello stato.

Come fare a salvare capre e cavoli ?
Si vorrebbe che la Bce (Draghi) partecipasse alla messa in sicurezza delle banche. Le sofferenze bancarie italiane ammontano a 200 miliardi di euro, da coprire con 150 miliardi dello scudo salvabanche. 
Come è noto le banche sistemiche italiane sono Unicredit, Mps, Banco Popolare, Ubi e Intesa san Paolo. Il fondo Atlante, costituito con l'apporto del sistema bancario medesimo, dovrebbe partecipare all’aumento di capitale sociale di Monte dei Paschi, la cui capitalizzazione è attualmente sotto un miliardo di euro.
I 150 miliardi di euro, che coprirebbero il 75% dei crediti deteriorati, sono solo il primo tassello del mosaico di un auspicato intervento. 

Manca infatti la ricapitalizzazione delle banche con i soldi pubblici, in deroga alle norme del bail-in.
Il governo, stando a ciò che sostiene, vorrebbe rafforzare i bilanci delle banche iniettando soldi pubblici nel sistema. Ma le norme sul bail-in non lo consentono, anzi prevedono il coinvolgimento degli obbligazionisti e degli azionisti in caso di fallimento delle banche per crisi di liquidità. 
Il fondo Atlante dovrebbe essere il protagonista degli aumenti di capitale, dopo il caso delle due banche venete di Vicenza e di Verona.


Monte dei Paschi di Siena ha già ricevuto la lettera dalla Bce, con cui viene intimato di liberarsi di 10 miliardi di crediti deteriorati. 
Senza un intervento pubblico la situazione si complicherà, e non solo per il Monte dei Paschi, ma per tutto il sistema bancario e di conseguenza -a catena- per tutto il sistema economico italiano (e non solo).
Allora ?
Le banche finlandesi, inglesi e tedesche hanno più del 20% del loro attivo in derivati. Ossia voci attive piuttosto aleatorie. 
Su questa circostanza punta Matteo Renzi per trovare benevolenza nelle trattative in corso con la Commissione europea in materia di bail –in e di intervento con soldi pubblici a salvaguardia del sistema bancario italiano.
Ed in effetti i pesanti ribassi di borsa nella settimana scorsa si sono trasformati, per intanto,  in fiduciosa attesa.
Unicredit banca di Jean Pierre Mustie, da parte sua, ha venduto per 328 milioni di euro il 10% di Fineco Banca, e il 10% della banca polacca Pekao. In questo modo ha rafforzato il capitale in borsa, dopo le pesanti perdite per la Brexit e per i crediti deteriorati.

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