mercoledì 18 maggio 2016

Hanno detto ... ...

BIAGIO MARZO, politico e giornalista
Se ci limitiamo a parlare male e a non partecipare alla politica, saremo sempre governati da bulli e da pupe.

GIANFRANCO PASQUINO, politologo
Il plebiscito e' quando il capo del governo ci mette la faccia e chiede agli elettori di votare la sua sua persona.

GIANNI RIOTTA, giornalista
Se la campagna contro la riforma costituzionale si consuma tutta in slogan come "Renzi=P2 Colpo di Stato" perdiamo l'occasione di un serio dibattito.

GAD LERNER, giornalista

Il governo o, per meglio dire, il sottogoverno attrae progressivamente spezzoni di establishment dalla sua parte, mano a mano che dimostra di essere in grado di durare nel tempo. È il caso della famiglia Angelucci, proprietaria di cliniche private bisognose di convenzioni pubbliche. Il che spiega oggi la defenestrazione di Maurizio Belpietro da direttore di “Libero, giornale di destra posseduto dagli Angelucci e orientato finora in oscillazione tra Berlusconi e Salvini-Meloni.
Per la verità gli Angelucci (incoraggiati da un sempre disinvolto Ugo Sposetti) anni fa puntarono ad acquisire pure “L’Unità”, così facendo pari e patta. Rimediano oggi, grazie all’irrefrenabile bisogno di Vittorio Feltri di sentirsi eternamente direttore: farà per l’appunto il direttore editoriale in contemporanea di “Libero” e de “Il Tempo” convertendoli a una linea moderatamente renziana. A cominciare dal Sì al referendum costituzionale.
Si è trattato di un’operazione condotta all’insegna del senso di opportunità. Quello che Denis Verdini spiegava ieri sera a Ballarò: i numeri sono quelli che sono, l’Italia può essere governata solo con le grandi intese, prima o poi anche la destra berlusconiana ne dovrà prendere atto, io intanto la precedo.
Appunto, Feltri é un rabdomante lesto a riposizionarsi così come ha già teorizzato “Il Foglio”, quando Giuliano Ferrara amava definirsi “berlusconiano di tendenza Veronica”.
Ora abbiamo Feltri, renziano di tendenza Denis.

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