mercoledì 16 marzo 2016

Filosofia. Il pensiero e la cultura russa -4-

Nell'approssimarci  alla Pasqua e' opportuno  tornare ad attingere dal libro scritto  da Dahm e Ignatov nel 1996, su cui ci siamo soffermati le volte precedenti,  in quanto esso esercita una importante funzione culturale in generale ed aiuta nella conoscenza degli itinerari dell'Europa Orientale ( l'altra Europa) nella meditazione filosofica, oltre che in quella religiosa.

Abbiamo iniziato la ricerca sulla moderna filosofia russa asserendo che questa disponeva gia' dei presupposti, all'inizio dell'Ottocento, per recepire la dialettica e l'idealismo hegeliani: 
-paradosso, 
-contradittorieta' apparente, 
-il parziale che assume significato e sussiste solo se inserito nella complessita' del totale.
Ad introdurli in Russia erano state le visioni ed i libri della Chiesa bizantina del VI secolo particolarmente quelli riferiti a Dionigi areopagita e Massimo il Confessore.

Tenendo presente che dialettica significa anche stratificazione del mondo e unita' del reale e dell'ideale, riportiamo alcune strofe di inni che la Chiesa bizantina da oltre un millennio ripropone nella liturgia delle ore e che nella concezione dell'Europa orientale hanno avuto significati puntuali.
1)  «Tendendo oltraggiosamente la mano, ho mangiato dall’albero della conoscenza, dal quale Dio mi aveva severamente proibito di mangiare.» 
Raccolta di inni sacri del triod’ quaresimale, ultima domenica del periodo prequaresimale, canone mattutino, III ode.

2) «Chi è in grado di annunziare l’opera da Te compiuta, Dio? Sei diventato figlio di colei che avevi condannato a generare figli nel dolore. Così si rallegra di te, grazie alla Madre di Dio, la natura caduta della donna.» 

Mottetto a otto voci, primo tono, lunedì, canone, III ode.

3) «Vestendosi di me, il Signore uscì da te, [...] e divinizzò la natura caduta...» 

Mottetto a otto voci, martedì, primo tono, canone, V ode.
4) Nella celebrazione del battesimo di Cristo la chiesa pone nella bocca del Figlio incarnato di Dio le seguenti parole: «rinnovando l’Adamo spezzato dalla colpa, io ricevo come uomo il battesimo.» 
Liturgia del Vespro del 7 gennaio secondo il Mineja, calendario delle funzioni quotidiane di tutto l’anno, stichiry na stichovne (canti religiosi in versetti).
5) «La tua potenza (“edinonacalie”, letteralmente: uniprincipio) che si irraggia in triplice luce, Signore, illumina con chiaro splendore il nostro spirito e ci conduce da un molteplice accecamento alla deificazione che unisce.» 
6)  «In te, Madre di Dio, noi vediamo una fornace spirituale: così come l’Altissimo salvò un giorno i tre giovani, così egli ha rinnovato il mondo intero nel tuo grembo.» 

Mottetto a otto voci, domenica del primo tono, canone mattutino, VII ode.
Raccolta di inni sacri del triod’ quaresimale, venerdì della sesta settimana, canone mattutino, IX ode.

7) «Il sole nascose i suoi raggi, la luna e le stelle si tramutarono in sangue, i monti in terrore, le colline tremarono, il Paradiso si chiuse.» 

Raccolta di inni sacri del triod’ quaresimale, quarta domenica del periodo prequaresimale, Vespro.

8)  «Crocifisso per tua libera volontà in mezzo alla giornata in mezzo al mondo, tu hai, o Buono, liberato i confini del mondo dalla vendetta del serpente.» Raccolta di inni sacri del triod’ quaresimale, mercoledì della quarta settimana, canone mattutino, VIII ode. 
«Tutti noi ti glorifichiamo, Figlio di Dio, che allarghi le mani sulla croce indicando i quattro lati (del mondo), quindi attraverso di te noi ottenemmo l’accesso al Padre.»
 Raccolta di inni sacri del triod’ quaresimale, mercoledì della terza settimana, canone mattutino, IX ode.
9)  «Durante la tua crocifissione il sole mutò la sua luce in oscurità, il lume della luna si spense e gli elementi tutti si trasformarono per il terrore». 
Raccolta di inni sacri del triod’ quaresimale, mercoledì della quarta settimana, canone mattutino, IX ode.
10)  «Tutto il creato si rallegra della tua resurrezione dai morti, buon Signore, perché hai ristabilito con te tutto il mondo e abbattuto il dominio della morte». Raccolta di inni sacri del triod’ quaresimale, mercoledì della terza settimana dopo Pasqua, canone completo, III ode.
11)  «Oggi cielo e terra si sono riuniti, Cristo è nato. Oggi Dio è disceso dal cielo in terra e ha elevato l’uomo in alto dalla terra al cielo.» 



Liturgia del Vespro del 25 dicembre secondo il Mineja, calendario delle funzioni quotidiane di tutto l’anno.

12) L’antivigilia di Natale, in cui viene celebrata la festa dei martiri cretesi, la chiesa bizantina si rivolge ai santi con le seguenti parole: 

«Voi schiera chiamata da Dio [...] voi chiare stelle, che con lo splendore delle vostre opere avete portato in cielo la terra (zemlju onebešivse).» 

Liturgia del Vespro del 23 dicembre secondo il Mineja, calendario delle funzioni quotidiane di tutto l’anno.

13)  «O Cristo, o vita sprofondata nella tomba, le schiere degli angeli glorificano nell’orrore la tua discesa. – O vita, come è possibile che tu muoia, vivendo nella tomba?» 

Raccolta di inni sacri del triod’ quaresimale, ode mattutina, Osanna al salmo 118.
14)  «Cristo è risorto dai morti, ha sconfitto la morte con la morte, e ha donato la vita a coloro che giacciono nelle tombe.» 
Raccolta di inni sacri del «triod’ dei fiori», domenica di Pasqua, mattutino, passim.
15)  «Ogni cosa in te supera la comprensione umana, tutto in te, o Madre di Dio, è un mistero straordinariamente meraviglioso, in assodata purezza e conservando la verginità sei divenuta vera madre, generando il vero Dio.» Mottetto a otto voci, secondo tono, theotokion al troparion domenicale.
16)  «Rallegrati, Altissimo, inaccessibile al pensiero umano, rallegrati, Profondo, che nemmeno gli occhi degli angeli ti possono ricercare!» 
Raccolta di inni sacri del triod’ quaresimale, sabato della quinta settimana, akathistos mattutino, primo oikos.
17)  Dialettica come unità degli opposti: 
«Rallegrati, perché hai riunito insieme l’opposto, rallegrati, perché hai riunito la verginità e la maternità!» 
– Ivi, VIII oikos.
18) Ascoltando un testo come il seguente, tratto da un inno dell’antivigilia di Natale, non può non venire in mente l’«identità dell’identità e della non-identità» di hegeliana memoria. Riferendosi alla persecuzione del bambino di Betlemme da parte di Erode, la Chiesa bizantina canta: 
«Andate a vedere, amici, e non abbiate paura, poiché è inutile il desiderio di Erode, che cerca di uccidere il Salvatore neonato. Questi, abbracciando vita e morte, vive e salva il mondo per amore degli uomini.» 
Liturgia completa del 23 dicembre secondo il Mineja, calendario delle funzioni quotidiane di tutto l’anno, completo, I ode.

Un ruolo di primaria importanza nella trasmissione del dogma di Calcedonia alla coscienza religiosa russa fu ancora rivestito dalla liturgia bizantina: in numerosi inni sacri  viene infatti celebrata l’incarnazione di Cristo come unità di una persona in due nature. Un esempio tra i molti: 
«Chi non ti rende gloria, santissima Vergine, chi non celebrerà la tua purissima maternità? Poiché il Figlio unico, che sorse senza tempo dal Padre, deriva da te, pura, diventando uomo in un modo ineffabile. Di natura divina, divenne per la nostra salvezza anche uomo per natura; non distinto in due persone, egli viene incommistamente abbracciato in due nature. Pregalo, beatissima Vergine, di aver compassione delle nostre anime.» 
Vespro domenicale del sesto tono.

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