lunedì 1 febbraio 2016

Enti Locali. Potrebbero salvarsi se Rosario Crocetta chiudesse in anticipo la sua esperienza

GAZZETTA DEL SUD
 Michele Cimino 
I Comuni siciliani al verde. In molti, a causa dei mancati trasferimenti della Regione, rischiano di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti. Nell'anno appena trascorso sarebbero dovuti pervenire loro 650 milioni di euro, ne sono arrivati poco più di 135. Per cui, per pagare gli stipendi dei dipendenti e per garantire servizi essenziali, hanno dovuto indebitarsi con le banche. «Il che - ha rilevato il vice presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta - si è tradotto in quasi 50 milioni di interessi passivi di scopertura: praticamente prendiamo tributi dei cittadini e li paghiamo alle banche». E ha precisato che dei 340 milioni di anticipazione della quota corrente sono arrivati solo 55 milioni, non sono stati trasferiti i 115 milioni di quota capitale, destinati agli investimenti, mentre dei 200 milioni per gli stipendi dei precari degli enti locali, i comuni hanno ricevuto solo 80 milioni. Mercoledì i vertici di Anci Sicilia incontreranno l'assessore all'Economia Alessandro Baccei per illustrargli la gravissima situazione che si è determinata. «Non sono più pagate - ha spiegato Amenta - le cooperative del terzo settore che si occupano di servizi sociali, ci sono serie difficoltà per i rifiuti e, ormai, anche gli stipendi sono diventati un problema. Lo avevamo detto che sarebbe successo. E purtroppo così è stato». 
Per il presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando, responsabile del disastro è la Regione e sostiene da qualche tempo la Sicilia è «in stato di calamità istituzionale». A suo giudizio, infatti, si è creato «un sistema criminogeno, che spinge gli amministratori locali a muoversi sul filo del rasoio. Qui - ha aggiunto - si comincia ad avere difficoltà a trovare un candidato sindaco nei comuni». «A Palermo - ha ricordato abbiamo messo i conti in sicurezza, ma ci sono molti comuni che sono a rischio di chiusura». Come se non bastasse, non solo la Regione non ha trasferito ai Comuni all'incirca 500 milioni della somma stanziata in Finanziaria, ma con la nuova Finanziaria il governo regionale prevede di azzerare lo stanziamento in quota capitale, cioè i fondi per gli investimenti. D'altronde, se i mancati trasferimenti rendono quasi impossibile garantire la spesa corrente, è impensabile ritenere che dalla Regione possano arrivare fondi per la spesa capitale. «Fino al 2009 - ha ricordato Leoluca Orlando - i trasferimenti per spesa corrente superavano i 900 milioni, l'anno scorso erano 340 milioni e ce ne hanno dati solo 55». E non va meglio per le ex Province. «Per loro, ha sottolineato Amenta - ci sono solo 19 milioni di trasferimenti. Mi chiedo ha aggiunto, dopo aver ricordato che ben 256 comuni, praticamente i due terzi, non hanno potuto approvare nel 2015 i bilanci preventivi - come questi comuni falliti possano diventare soci di un consorzio già fallito in partenza. Altro che Grecia...» «Le nove province - ha commentato Orlando - sono tutte teoricamente in dissesto. Finirà che i Comuni non vorranno entrare nei consorzi per non aggiungere nuovi guai a quelli che già hanno».

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