martedì 2 febbraio 2016

Corleone. Il paese nuovamente sotto attenzione



··· Uscita indenne dalla mozione di sfiducia, proposta nei suoi confronti dai tre schieramenti dell'opposizione consiliare, il sindaco di Corleone Leoluchina Savona è decisa a restare al suo posto fino al termine del mandato elettorale. Nonostante gli inviti a lasciare la carica che continuano ad arrivare da ogni parte, è lei stessa a spiegare le proprie ragioni: «Non mi dimetterò, non farò il gioco politico di nessuno, aspetterò con serenità la relazione del ministero dell'Interno e mi prenderò le mie responsabilità qualora ci fossero, e ne risponderò a tutti gli organi preposti. Lascio liberi la giunta e il consiglio comunale, che possono decidere secondo i loro criteri di dimettersi - aggiunge la Savona -. Non sarà la nota di Lumia a farmi dimettere, né a farmi cambiare il mio proposito. Sono sicura che lo Stato di diritto non si farà influenzare dalla politica. Come ad esempio la Procura nissena ha fatto chiarezza all'interno dell'antimafia, così pure io credo che la magistratura farà chiarezza su Corleone». 
Anche il senatore Beppe Lumia infatti, componente della commissione parlamentare Antimafia, sostiene la sfiducia presentata dai consiglieri comunali del Pd. «Dal dopo stragi - ricorda - si è cercato in tutti i modi di tenere Cosa nostra fuori dal Comune, a cominciare da Riina, dai suoi figli, Giovanni e Salvuccio, dal marito della figlia, Ciavarello. Così anche i Provenzano e i figli Angelo e Francesco Paolo, i loro parenti Grizzaffi e Gariffo. Ma anche i boss Rosario Lo Bue, Leoluca Di Miceli, Spatafora, Bernardo Riina e ancora il boss Di Marco e i suoi complici». Al coro di richieste, si unisce il M5S Sicilia, che chiede anch'essa le dimissioni del sindaco Savona. 
«La goccia che ha fatto traboccare il capiente vaso dell'indecenza amministrativa» per i 5 Stelle sono le recenti indagini relative all'ipotesi di infiltrazioni mafiose al Comune, con l'accesso agli atti disposto dal ministro Alfano, «che - dice il capogruppo del M5s all'Ars Giorgio Ciaccio-  rinfrescano l'immagine di capitale della mafia che il paese cerca faticosamente e in tutti i modi di scrollarsi di dosso». 

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