giovedì 17 dicembre 2015

La Sicilia ferita dalla malapolitica

da LA REPUBBLICA-Palermo

MUNICIPI occupati dai precari, sindacati regionali sul piede di guerra, sindaci e consiglieri comunali che definiscono «ridicoli» i tagli imposti ai loro stipendi a partire da gennaio. È rivolta contro la manovra finanziaria presentata in giunta dall'assessore all'Economia Alessandro Baccei e contro le norme sul precariato in discussione alla Camera che bloccano le proroghe negli enti in pre-dissesto. 
Ieri il governatore Rosario Crocetta ha convocato una giunta fiume per varare bilancio e Finanziaria da inviare subito all'Ars da mesi paralizzata. Ma fuori da Palazzo d'Orléans monta la protesta contro le anticipazioni sui tagli previsti nella bozza di Baccei per riuscire a ottenere risparmi per 400 milioni di euro. Senza questi tagli non arriveranno i 900 milioni di euro promessi da Roma. 

FRASCHILLA ALLE PAGINE IV E V
ANTONIO FRASCHILLA 
Municipi occupati dai precari, sindacati sul piede di guerra, sindaci e consiglieri comunali che definiscono «ridicoli» i tagli imposti ai loro stipendi. È rivolta contro la manovra finanziaria presentata in giunta dall'assessore Alessandro Baccei e contro le norme sul precariato in votazione alla Camera. Ieri il governatore Rosario Crocetta ha presieduto una giunta-fiume per varare i disegni di legge su bilancio e Finanziaria da inviare subito all'Ars, da mesi paralizzata. Ma fuori da Palazzo d'Orléans monta la protesta contro le anticipazioni sui tagli previsti nella bozza di Baccei per riuscire a ottenere risparmi per 400 milioni di euro. Senza questi tagli non arriveranno i 900 milioni da Roma: si è scoperto infatti che nella norma approvata in commissione Bilancio alla Camera gli aiuti alla Sicilia sono vincolati a «un piano di riduzione della spesa» da approvare subito.
Nella bozza portata in giunta l'assessore all'Economia ha previsto, ad esempio, l'applicazione immediata dei tagli agli stipendi di sindaci, giunte e consiglieri comunali che doveva scattare col rinnovo degli organismi elettivi e il recepimento delle norme nazionali in materia di indennità. Per fare un esempio, lo stipendio del sindaco di Palermo passerebbe da 9 a 7 mila euro e quello di un consigliere comunale da 2.500 a 1.700 euro. E così via per tutti i 390 Comuni dell'Isola. Ma dall'Anci attaccano: «Questi tagli sono ridicoli — dice il vice presidente Paolo Amenta — non è con queste norme che si risana il bilancio. Avevamo concordato un trasferimento di fondi di almeno 360 milioni di euro, e invece adesso il finanziamento scenderebbe a 325 milioni perché contano di risparmiare 35 milioni dai tagli dei nostri stipendi. Nessuno dice però che fino a qualche anno fa i trasferimenti ai Comuni erano pari a 900 milioni e con questa scure non riusciamo a garantire i servizi essenziali». La bozza Baccei prevede inoltre il taglio degli stipendi dei dirigenti della Regione che guidano uffici con meno di 16 dipendenti e la riduzione del salario accessorio per i dipendenti in distacco sindacale. Anche su questo fronte si annunciano scontri: 
«Si tratta di norme manifesto solo per aggraziarsi l'opinione pubblica — dicono Marcello Minio e Dario Matranga, segretari del Cobas-Codir — la norma sui dirigenti non può essere applicata in virtù di contratti vigenti e quella sui sindacalisti porterebbe a un risparmio di appena 20 mila euro all'anno. Si tratta di sola propaganda». Contestata anche la norma sull'ufficio stampa, che aprirebbe a cinque contratti da affidare a pubblicisti, anche esterni all'amministrazione: «Se la giunta varerà la norma contenuta in una bozza della legge finanziaria — dicono Assostampa e Ordine dei giornalisti — la Regione si ritroverà con un ufficio stampa della Presidenza composto, nonostante i soliti proclami, da giornalisti scelti "intuitu personae", esattamente come i 23 colleghi che Crocetta ha licenziato per lo stesso motivo, parlando di assunzioni illegittime fatte dai suoi predecessori». Intanto però il bilancio e la Finanziaria vanno approvate in fretta e al momento continua il blocco di alcuni capitoli di spesa, con migliaia di persone che non ricevono lo stipendio: ieri a Palermo hanno bloccato per ore via Notarbartolo, manifestando davanti all'assessorato Economia, i dipendenti dei Consorzi di bonifica e quelli dell'Associazione allevatori, da mesi senza buste paga. In tutta la Sicilia monta poi la protesta dei precari degli enti locali. Nonostante nella Finanziaria regionale siano previsti incentivi alla loro stabilizzazione, qui le grane arrivano da Roma. Nella legge di Stabilità nazionale appena approvata alla Camera è stata prevista la proroga per i 22 mila ex Isu dei Comuni dell'Isola, purché questi ultimi non siano in fase di pre-dissesto. In centinaia a gennaio perderanno quindi il lavoro. Come a Cefalù, dove i precari sono 80 e ieri hanno occupato il Comune per protesta: «L'ente ha dichiarato dissesto e come tale è impossibilitato a procedere al semplice rinnovo dei contratti —dice Massimo Bontempo, del sindacato Mgl — in ogni caso anche la proroga per un anno decisa a Roma è insufficiente».

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