sabato 14 novembre 2015

Politica in Campania. Cercare linearità dove è impossibile trovarla

Da La Stampa

«Tranquillo, tranquillissimo, puoi tranquillamente 
tranquillizzare, nel senso che neanche a farlo 
apposta, ho appena finito di parlare con Anna 
(la moglie, ndr) di queste battute che ho fatto 
per cui puoi tranquillizzare» 



GUIDO RUOTOLO ROMA
E adesso saranno sentiti gli indagati. Anche Vincenzo De Luca, il governatore della Campania, sarà convocato dai magistrati della Procura di Giuseppe Pignatone, che indagano sulla (presunta) corruzione-concussione tentata dal marito del giudice che doveva decidere in merito alla sospensione dell'applicazione della Séverino nei confronti del presidente della Regione Campania. Vuole fare presto, Pignatone, per non alimentare un clima di scontro politico. Ieri il premier Matteo Renzi ha espresso nei fatti fiducia nei confronti del governatore della Campania: «De Luca ha la titolarità, il diritto e il dovere di governare. Siamo assolutamente certi che il mandato sia pieno e quindi De Luca lavori, se è capace». Fare presto accertando i fatti, naturalmente. E per questo Pignatone sentirà anche i diretti interessati. Dalla sua, in questi giorni, può sicuramente contare sul materiale sequestrato agli indagati (solo De Luca non è stato per quisito). Non solo computer, pen drive ma anche smartphone. E sembrerebbe che questo materiale abbia riservato dei riscontri alle ipotesi investigative. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali emerge con chiarezza che la decisione del collegio della prima sezione del Tribunale civile di Napoli sia arrivata la sera prima che fosse depositata agli uomini dello staff del governatore. Nella informativa della Mobile di Napoli si riporta una significativa intercettazione della sera precedente, il 21 luglio scorso, al deposito della sentenza: «In tarda serata del 21 luglio, alle 23.16 Giuseppe Vetrano (l'ex coordinatore delle liste di De Luca Presidente, ndr) inviava a tale Nello (Nello Mastursi, capo della segreteria di De Luca, ndr) il messaggio con il quale riferiva che in serata aveva depositato i documenti e l'indomani sarebbe stata data formale notizia». Cosa che effettivamente avvenne: «Nella mattina del 22 luglio, sciogliendo la riserva, risulta che il Tribunale civile aveva sospeso il decreto di sospensione della nomina di Vincenzo De Luca a Presidente della Regione Campania, quale effetto della Legge Séverine». Guglielmo Manna, marito del giudice relatore della sentenza, Anna Scognamiglio, la sera prima che si svolgesse l'udienza pubblica, il 16 luglio, rassicura con uno scioglilingua l'avvocato Gianfranco Brancaccio, indagato anche lui dalla Procura di Roma: «Tranquillo, tranquillissimo, puoi tranquillamente tranquillizzare, nel senso che neanche a farlo apposta, ho appena finito di parlare con Anna (la moglie, ndr) di queste battute che ho fatto per cui puoi tranquillizzare». Replica Brancaccio: «Lo faranno domani direttamente?». Chiede se il collegio ufficializzerà la decisione già nella giornata dell'udienza? «Non domani - risponde Manna - ma appena gira il week end». Telefonate che vanno interpretate, anche perché spesso sono m codice. Come questa tra il giudice e il marito nel giorno dell'udienza (e non della camera di consiglio, come era trapelato nei giorni scorsi, ndr). Manna: «Tutto a posto?». Anna Scognamiglio: «Guglielmo devono ancora parlare metà degli avvocati. Tu che hai fatto col preside?».
Risponde Manna: «Tutto a posto ho il nulla osta in tasca. Lei sarà giudice ma io non sono fesso, tengo il nulla osta m tasca 

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