martedì 20 ottobre 2015

La cultura. Come leggere il potere, l'autorità, la verità e l'esperienza religiosa (1)

Ad occuparsi della definizione e della rilevanza della cultura nel vivere degli uomini sono oggi tante, troppe, discipline, dalla filosofia all'antropologia e molte altre.
Fra tutte le discipline quella che ai nostri giorni dedica maggiore attenzione  ad essa è -a nostro parere- l'antropologia culturale. 
In passato tutte le problematiche che investivano il modo di essere di un individuo o  di una comunità erano di stretto ed esclusivo interesse dei religiosi, ma da quando nella Chiesa tutto è rimesso in discussione, è la società laica ed in particolare il mondo accademico a studiare il modo di essere della specie umana all'interno delle epoche temporali e dei contesti spaziali più vari sul pianeta.
Riportiamo qui un elenco di definizioni delle culture, che attingiamo prevalentemente dall'Enciclopedia Treccani.

Cultura è
1) L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo;
2)  Il complesso di conoscenze, competenze o credenze (o anche soltanto particolari elementi e settori di esso), proprie di un’età, di una classe o categoria sociale, di un ambiente.
3) il complesso delle istituzioni sociali, politiche ed economiche, delle attività artistiche, delle manifestazioni spirituali e religiose, che caratterizzano la vita di una determinata società in un dato momento storico
4)  In etnologia, sociologia e antropologia culturale, è l’insieme dei valori, simboli, concezioni, credenze, modelli di comportamento, e anche delle attività materiali, che caratterizzano il modo di vita di un gruppo sociale.
5) Più recentemente si è passato a indicare genericamente, nella letteratura, nella pubblicistica e nella comunicazione, l’idealizzazione, e nello stesso tempo la scelta consapevole, l’adozione pratica di un sistema di vita, di un costume, di un comportamento, o, anche, l’attribuzione di un particolare valore a determinate concezioni o realtà, l’acquisizione di una sensibilità e coscienza collettiva di fronte a problemi umani e sociali che non possono essere ignorati o trascurati. 
Si è parlato, e si parla, così, di una c. della vita, di una c. della morte; di una c. del lavoro, di una c. della povertà, o di una c. dell’assenteismo; di una c. della pacedella solidarietàdell’altruismodel dialogo.
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(segue)

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