lunedì 26 ottobre 2015

Contessa Entellina. CONOSCERE CONTESSA: Patrimonio culturale negli edifici di culto (7) ... ... di Calogero Raviotta

Clero  di rito romano nel territorio di Contessa Entellina

Il più antico riscontro documentato del clero presente nel territorio di Contessa si riferisce all'anno 1308. Altri riscontri si hanno nei secoli successivi fino ad oggi, come di seguito precisato (date, fonti, sacerdoti).
Atanasio Schirò
(scrittore e storico) 
Nel documento    “Rationes Decimarum Italiae” (Ed. Pietro Sella, Studi e Testi n.112 - Città del Vaticano, 1944), nella parte riguardante la Sicilia (al n.1487, p.111) è riportato che, nei secoli XIII e XIV, un certo sacerdote di nome Benedetto, per gli anni 1308-1310, per le due  chiese  del casale di Contessa (S. Maria e S. Nicola) pagò quattordici tarì.
Quindi prima della ricostruzione del casale, da parte degli Albanesi, esistevano a Contessa due chiese ed una era dedicata a S. Nicolò. La chiesa dedicata alla SS. Annunziata è stata intitolata anche a S. Nicolò dopo la venuta degli Albanesi nel casale di Contessa.
Nicolò Chetta scrive che i soldati albanesi, provenienti da Bisiri nel 1450, si stabilirono prima nelle vicinanze del castello di Calatamauro, quindi si trasferirono nella contrada oggi chiamata Musiche ed infine cominciarono a ricostruire il casale di Contessa insediandosi nelle vicinanze della chiesa dedicata alla SS. Annunziata.
La denominazione Musiche e l’italianizzazione della parola albanese Musgat (luogo ricco di acque), toponimo ancora oggi usato per indicare questa località, che anticamente era la contrada S. Nicolò. Ancor oggi la via S. Nicolò collega, sulle tracce di un antico sentiero, la via Albania con la contrada Musgat.
Nicolò Genovese
(Scrittore, poeta, ispiratore e promotore di
organizzazioni politiche progressiste locali)  
Nei riveli più antichi (1593 e 1623) del casale di Contessa viene citato  il  quartiere S. Nicolò, dove vivevano quindi delle famiglie, mentre nei riveli successivi non viene più citato il quartiere S. Nicolò, certamente perché le vecchie abitazioni precarie erano state abbandonate e le famiglie si erano trasferite in altri quartieri in espansione, citati per la prima volta nel rivelo del 1623 (S. Maria greca e S. Rocco) e nel rivelo del 1714 (Madonna Favara).
E’ rimasta nella memoria popolare anche il ricordo di una frana che travolse e distrusse alcuni insediamenti nella contrada Musiche e si narra che qualche volta i nostri antenati sentivano il suono della campana della chiesetta, che la frana aveva distrutto assieme alle case che la circondavano.
Le notizie storiche, i vari indizi sopra accennati, i riscontri topografici oggi esistenti, possono suggerire l’ipotesi che la chiesa dedicata a S. Nicolò si trovasse nella contrada musiche. Si può anche ipotizzare che tale cappella, come quella dell’Annunziata, abbandonate e diroccate, abbiamo avuto una attenzione diversa da parte degli Albanesi venuti nel casale di Contessa: la chiesa SS. Annunziata fu ricostruita e successivamente restaurata ed ampliata perché nei suoi pressi si é sviluppato l’insediamento urbanistico, mentre la cappella di S. Nicolò fu solo parzialmente ricostruita e mantenuta temporaneamente agibile con interventi di manutenzione inadeguati fino ai primi decenni del secolo XVII.
Oltre al citato sacerdote Benedetto, dal 1310 fino all'inizio del secolo XVII, non si hanno riscontri documentati sulla presenza di clero di rito romano nel territorio del casale di Contessa. Va ricordato però che, in tale lungo periodo, il monastero e la chiesa di S. Maria del Bosco costituivano l'istituzione religiosa e culturale che operava per le comunità dei casali limitrofi.
Fin dai primi decenni del secolo XVII, circa un secolo prima che fosse costituita la parrocchia latina, avvenuta nel 1698, è invece ampiamente documentata la presenza di clero di rito romano nel casale di Contessa.
Negli archivi della diocesi di Girgenti, alla cui giurisdizione ecclesiastica afferiva Contessa,  risulta che il sacerdote  don Giacomo Lo Smeriglio, come curato della terra di Contessa, celebrava nel 1609 le nozze di Conti Clesi e Margherita Barcia e che dal 1624 Don Matteo Vernaci di Chiusa era invitato dal parroco greco ad amministrare i sacramenti ai fedeli di rito romano di Contessa.
Negli anni successivi, ed in particolare dalla data di istituzione della parrocchia latina (1698), la presenza di sacerdoti latini a Contessa viene stabilizzata, come documentato  dall'elenco dei cappellani, vicari curati e parroci di rito romano, i cui nomi sono di seguito riportati (anno di nomina tra parentesi): cappellano Diego Foresta da Caltabellotta (1634), curato Leonardo Pino (1658), cappellano Francesco Ficara da Bisacquino (1669),  vicario curato Luca Musacchia (1698), vicario Curato Giorgio Macaluso (1724), Antonino Glaviano (1742), Giuseppe Amodei (1747), Michelangelo Musacchia (1750), Giuseppe Spada (1762), Ignazio Spada (1782), Giovanni Genovese (1828), Giuseppe Ferrara (1833), Leonardo Lala (1846), Antonino Rizzuto (1867), Atanasio Schirò (1894), Nicolò Genovese (1895), Antonino Garaci (1925), Giuseppe Clesi (1939),  Antonino Lala (1942 (coadiuvato per brevi periodi dai sacerdoti Drago, Geloso, Speciale, Giordano).
Mons. Antonino Lala
Protagonista della
fase di transizione
della Parrocchia
dalla Diocesi di
Monreale a
quella di
Piana degli
Albanesi
Dalla morte di mons. Lala (1965) al 2010  la parrocchia  latina viene affidata a diversi sacerdoti, quasi tutti non contessioti. I loro cognomi sono riportati di seguito: Leoluca Marsalisi (fino al 1966), Giuseppe Mandalà (fino al 1968), Rosario Di Trapani (fino al 1971),  Boach (?),  Lorenzo Pecoraino (fino al 1974),  Lombino (fino al 1975), Salvatore Lo Bue (fino al 1986), Filareto Monteleone Francesco (fino al 1989), Pietro Gullo (fino al 1990), Francesco Verecondia (fino al 1991), Marco Badiglio (fino al 1993), Porfilio Traficanti (fino al 1997), Antonio Cotza (fino al 1998), Don Mario Bellanca (fino al 2010). L'attuale amministratore parrocchiale è don Giorgio Ilardi.
Da quanto sopra esposto si rileva che in 70 anni (1895-1965) sono nominati nella parrocchia latina appena tre parroci, mentre negli ultimi 50 anni (1965-2015) 15 parroci o amministratori parrocchiali, di cui tredici non contessioti.
I dati statistici e la storia della parrocchia latina degli ultimi decenni dimostrano pertanto che i sacerdoti di rito romano di origine contessiota (Lo Bue e Badiglio) sono rimasti  per periodi relativamente più lunghi rispetto ai non contessioti, solitamente rimasti in parrocchia per periodi brevi.
________
P.S.- Per chi volesse approfondire quanto sopra esposto brevemente sul clero di rito romano operante fino ad oggi nel territorio di Contessa suggeriamo di consultare:
*    "Contessa Entellina, La sua storia", Comune di Contessa Entellina,  anno 2007.
      Ristampa anastatica di testi  sull'origine di Contessa di : Spiridione LoJacono,   Atanasio Schirò, Alessandro Schirò, Giuseppe Schirò.
*    Atti del convegno "III centenario di istituzione della parrocchia latina di    Contessa" (Associazione Culturale "Nicolò Chetta",1999, Contessa E.)
*    Monografia " Klisha e Shën Kollit te Muzgat - La Chiesa di S. Nicola nella         contrada   Musiche" (Associazione Culturale "Nicolò Chetta". Contessa E., 2008).

(Patrimonio culturale negli edifici di culto 7 - Chiesa della Madonna della Favara  VI -  continua)

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