martedì 21 luglio 2015

Sicilia. I consumi delle famiglie continuano a diminuire; gli sprechi dei politicanti (verosimilmente) aumentano

La Sicilia si configura come la regione italiana con la spesa media più bassa, con un 33% in meno rispetto alla media nazionale e con differenze ancora più profonde se rapportate alla spesa media della regioni del Nord. 


Del totale speso, circa il 73% (1.155,42 euro) è dato da spese non alimentari, tra cui spiccano con un 29% quelle destinate all’abitazione (circa 457 €). Seguono le spese relative ai trasporti (con 194,42 euro mensili), a beni e servizi di vario genere (106,18 €) e all’abbigliamento (pari a 84,27 €).


La restante parte dei consumi, ovvero il 27% (circa 424,40 € mensili), riguarda le spese alimentari: di esse, la quota maggiore è riservata all’acquisto di carne, pane e cereali, patate, frutta ed ortaggi.

Nonostante i consumi siano mediamente inferiori rispetto al resto del paese, la Sicilia fa tuttavia registrare la maggior spesa alimentare di tutto il paese, dove la media è di circa il 19,5% sul totale. 
La spesa media mensile a livello nazionale è pari a 2.353,09 € ed è principalmente destinata spese non alimentari quali quelle relative all’abitazione (in particolare affitti ed utenze domestiche) ed ai trasporti. 



In percentuale, in Sicilia si spende, in media, circa il 41% rispetto alle regioni del Nord-Ovest ed il 42% rispetto a quelle del Nord-Est. Una percentuale piuttosto alta e che negli ultimi anni si è acuita: se, infatti, nel 2008 una famiglia siciliana spendeva in media 1.741,88 € al mese, nel 2013 ne spende il 9.3% in meno. 

Di ciò, ne ha risentito soprattutto il comparto non alimentare, dove la diminuzione della spesa è arrivata a toccare picchi di -36,6% per tempo libero e cultura e di -42,5% per l’abbigliamento.

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