domenica 26 luglio 2015

Hanno detto ... ...

Il mistero (non mistero) delle intercettazioni resta.
ANTONIO DI PIETRO, ex magistrato bravo, ex politicante da strapazzo
“Se l’intercettazione su Crocetta non esiste o non è dimostrabile che sia vera, l’Espresso evidentemente si è fatto abbindolare da qualcuno che gli ha rifilato un bidone. Quindi,l’Espresso deve chiedere scusa, chiudere e il suo direttore deve venire a zappare la vigna con me

ANTONIO POLITO, editorialista del Corriere della Sera
Viva la libertà di informazione, viva le registrazioni rubate


GIUSEPPE PIPITONE, giornalista de Il Fatto Quotidiano
La scalata di Renzi al Pd, …, passa anche dall’annessione dei vari cacicchi, i signori delle tessere che in passato hanno fatto la fortuna di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo. E mai una volta, il premier si è espresso sull’argomento. Non lo ha fatto alle primarie, quando in Sicilia si era scoperto renziano persino Marco Zambuto, ex sindaco di Agrigento, democristiano fin da quando girava con lecca lecca e grembiulino, cresciuto nell’Udc di Cuffaro, poi fulminato sulla via della Leopolda, e quindi regista delle disastrose primarie Pd – Forza Italia nella città dei Templi.
Dai ras di Cuffaro ai cacicchi di Lombardo: tutti con Renzi
Nessuna parola era stata spesa dal premier nemmeno nei mesi scorsi, quando per trasformare il Pd in partito a vocazione maggioritaria, il fido Faraone era stato costretto ad aprire le porte delle sezioni. “Io dico no a un modello chiuso: ci vuole un atteggiamento aperto, senza avere paura. La nostra ambizione deve essere quella di allargare l’orizzonte”, aveva detto il sottosegretario all’Istruzione. E in pochissimi giorni le stesse facce che avevano animato a suon di voti i governi di Cuffaro, Lombardo e Berlusconi si erano scoperti a loro agio tra gli eredi di Pio La Torre.

Democratico era diventato Nello Dipasquale, sindaco di Ragusa con Forza Italia per due mandati, che fino al 2012 definiva “uno schifo” il Pd di Bersani. “Io non sono cambiato: ero democristiano in Forza Italia, sono democristiano qui” spiegava il diretto interessato alla Leopolda siciliana messa in piedi da Faraone e subito ribattezzata Faraona.
Un evento che aveva mostrato alla Sicilia quale fosse il “partito aperto” che avevano in mente Faraone e Renzi sull’Isola. “Abbiamo la stessa forza del centro destra nel 2001, ai tempi del 61 a 0″ gongolava il luogotenente renziano. E in effetti, il Pd siciliano oggi non solo ha la stessa forza della casa delle Libertà del cappotto berlusconiano ma quasi anche le stesse facce. A cominciare daAlberto Firenze, organizzatore dell’evento, presidente dell’Ersu Palermo ed in passato consigliere comunale di Forza Italia a Castelvetrano. Ma a fare festa al viceré democratico alla Faraona c’erano anche Adelfio Elio Cardinale, ex sottosegretario alla Salute nel governo di Mario Monti, intimo di Renato Schifani, e il rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla, vicino ad Angelino Alfano, in passato assessore alla Sanità di Cuffaro.

Viene da dire:
Pure a Contessa è così.

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