lunedì 27 luglio 2015

Dal Quotidiano Nazionale




























Si potrebbe cominciare con Rosario Crocetta e l'Assemblea regionale siciliana, con Ignazio Marino e il Consiglio comunale di Roma. Ma subito, prima che facciano altri danni e brucino nel falò delle loro vanità calamitose altri milioni di pubblici denari rendendo più impervio il compito dei commissari che dovranno sostituirli. Non c'entrano intercettazioni vere o false a Palermo, ne il processo a mafia capitale a Roma. Bastano le violazioni della Costituzione, delle norme comunitarie, delle sentenze dell'Alta Corte e dello stesso Statuto siciliano.

L'articolo 120 della Costituzione recita: «II Governo può sostituirsi a organi delle Regioni ...nel caso di mancato rispetto della normativa comunitaria, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o economica e, in particolare, la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili». E l'articolo 126: «Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto alti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge». Lo stesso Statuto siciliano (art. 8) prevede che «lo scioglimento anticipato dell'assemblea regionale può essere deciso dal governo nazionale previa deliberazione dei due rami del Parlamento per violazione persistente dello Statuto». Ebbene, violazioni della Costituzione, di leggi e di norme comunitarie hanno certamente compiuto tanto la Regione siciliana quanto il Comune di Roma che in contrasto con l'articolo 81 della Costituzione continuano a presentare bilanci che comportano «nuove e maggiori spese senza indicare i mezzi per farvi fronte» mentre non erogano servizi essenziali come i trasporti e la nettezza urbana per non parlar del resto che, nel caso siciliano, configura «il sistematico dissesto idrogeologico del territorio». L'esempio di una sanzione finalmente politica e non giudiziaria avrebbe effetti benefici a cascata. Secondo la Confcommercio, se tutte le regioni italiane si attenessero al livello di spese e di servizi della Lombardia - la più efficiente delle nostre regioni- ne deriverebbe, per lo Stato, un risparmio di 74 miliardi di euro all'anno. Poiché per portare tutti i servizi al livello della Lombardia occorrerebbe reinvestire 51 miliardi, in un solo anno potremmo comunque risparmiare 23 miliardi di sprechi. In un biennio fanno 46, cioè quanto il Governo stima di dover tagliare per ridurre di altrettanto le tante tasse che strangolano l'economia e la società italiane. Rimuovendogli amministratori che hanno violato la Costituzione con un 'azione esemplare proprio nelle aree più degradate dal malgoverno, Mattarella e Renzi sprigionerebbero l'esempio persuasivo e contagioso della forza di rigenerazione di una democrazia governante.

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