venerdì 13 marzo 2015

L'Islam. Cosa ne sappiamo ?

Periodo formativo
Separare l'Islam-religione dall'Islam-società è impresa difficile, se non impossibile.
Sin dal suo nascere la Fede islamica ha visto intrecciarsi elementi spirituali e teologici con il modo di organizzare, sul piano sociale, la comunità degli uomini ed il loro relazionarsi reciproco.
Vita pubblica, privata e culto a Dio costituiscono un unico processo del vivere umano.

In questa prospettiva il rispetto delle leggi divine hanno pari dignità col diritto di famiglia, i principi di etica generale equivalgono alle leggi di diritto penale.
Nella visione islamica non esiste il principio evangelico che distingue la vita pubblica (Dai a Cesare ciò che è di Cesare) dal culto pubblico dovuto a Dio (Dai a Dio ciò che è di Dio). 
Secondo alcuni "maestri" i doveri verso gli uomini devono precedere comunque la devozione dovuta a Dio.

Il Corano -in effetti- ricorda in ogni passo l'onere di ricordarsi di Dio; questa indicazione però non va letta come operazione confinata alla preghiera o alla meditazione. E' una indicazione imposta a ciascuno in ogni occorrenza dell'esistenza.

Dal punto di vista di noi occidentali, che possiamo essere religiosi o uomini del secolo, esiste una netta divisione del tempo: quello dedicato al culto, quello dedicato agli obblighi matrimoniali, quello dedicato alle faccende patrimoniali-ereditarie, quello della distrazione cultural-cognitiva, quello della beneficienza.
Per l'Islam non è -in buona sostanza- concepibile la distinzione entro il vivere umano fra aspetti sacri e aspetti profani.

Certo, nel corso della secolare esperienza storica, si sono potuto cogliere periodi in cui politica, società e religione non hanno costituito un unico e organico assieme. Si è trattato di periodi piuttosto rari, però.

Sempre comunque si è potuta cogliere, nell'Islam, l'avverarsi di due anime, quella imperiale, politica e mondana priettata all'espansione territoriale e quella provinciale, comunitaria e devota alle proprie contrade ed usanze.
Pur leggibili nei contesti sociali, questi due modi di vivere l'Islam, mai però hanno consentito all'osservatore  esterno di definire con chiarezza e puntualità una netta distinzione di ruoli. 
(segue)

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