Iniziamo a descrivere i nostri difetti.
Quelli presenti ed evidenti in tutte le comunità;
specialmente in quelle più piccole.
In un brano del Vangelo di Luca è offerto di “ascoltare”: “Guardatevi dal lievito dei Farisei, che è ipocrisia. Ma non v’è niente di
coperto che non abbia ad essere scoperto, né di occulto che non abbia ad esser
conosciuto. Perciò tutto quel che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella
luce; e quel che avete detto all’orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato
sui tetti”.
Chi è l’ipocrità ?
E’ colui che porta una maschera, nel senso che
recita la parte di qualcuno che egli in realtà non è.
‘Ipocrita’ –ci viene detto a noi che di greco
non abbiamo studiato nulla- deriva dalla parola greca ‘hypokrités’ che
significa ‘attore’ – e difatti nel teatro dell’antica Grecia gli attori erano
conosciuti come gli ‘ipocriti’ – e quindi un attore è un ipocrita perchè fa
finta di essere qualcuno o qualcosa che in realtà non è.
Nella pratica l’ipocrita davanti ad alcuni –magari, nelle Istituzioni, davanti ad una Assemblea, in qualsiasi luogo pubblico- recita la parte di
qualcuno che egli non è, mentre davanti
ad altri si toglie questa maschera e parla ed agisce in base a quello che egli
è realmente, e diventa ciò che –da noi-
viene detto “tragediatore”.
Ne conosciamo noi, nelle nostre realtà piccole ?
Si, parecchi. Peraltro in un piccolo paesino -come Contessa Entellina- li conosciamo fin troppo bene, specialmente se operano nel comparto della pseudo politica locale, nella pseudo
cultura locale, nella pseudo religiosità locale, in tutte le
pseudo realtà.
Certo, alcuni 'ipocriti' sono più attori di altri. Riescono
a piangere senza che in verità lo sentano; riescono a non stare in piedi senza
che abbiano subito alcun vero tremore. Riescono anche a parlare del bene.
Si rendono conto di agire male ?
Se sono ipocriti di prima classe sì, si rendono conto. Quando non si rendono conto di stare per far male agli altri, al prossimo, non sono "ipocriti", sono persone con disturbi mentali.
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