«Charlie Hebdo» non è solo la testata di un giornale, ma quello di
un’istituzione del giornalismo irriverente e anticonformista, del tempio della
satira politica. Le sue vignette fanno male. Sono caustiche, beffarde, senza
timori reverenziali per nessuno. Gli attentatori che hanno fatto una strage
nella sua sede non ne avranno sopportato lo spirito di libertà, il suo non
piegarsi a nessuna autorità. Sono entrati massacrando persone inermi nel
giornale che era stato indicato ai bigotti dell’integralismo islamista come un
covo di infedeli che osavano irridere tutto e tutti.
I politici francesi non hanno mai amato «Charlie Hebdo», anche se a
farne le spese erano gli avversari: sapevano che sarebbe arrivato presto il
loro turno.
Ma gli assassini che hanno compiuto la carneficina considerano la
satira un’arma demoniaca, l’emanazione di un Male da sradicare con ogni mezzo,
anche con raffiche di kalashnikov.
ROSY BINDI, presidente della Commissione Nazionale antimafia
«Se non ci fossero i legami con la politica forse non
ci sarebbe la mafia. Una caratteristica della criminalità mafiosa è il rapporto
con la politica, con il potere
della pubblica amministrazione, con i poteri economico finanziari. La mafia vive anche
di questo».
ROSARIO CROCETTA, presidente della Regione Sicilia
"Una politica di rigore che non preveda investimenti per lo
sviluppo non porta a niente"
DAVIDE FARAONE, sottosegretario alla Istruzione
«ALCUNE battute del governatore e di esponenti del mio partito sull'
assessore all' Economia Alessandro Baccei e la bozza di riforme che
"prevederebbe solo tagli" sono inaccettabili. Consiglio a tutti di
non isolare Baccei, perché la Sicilia è indietro anni luce sulle riforme e
questo è l' ultimo treno.
Sia chiaro: non ci sarà alcun commissariamento della Regione e io non voglio candidarmi. Il Crocetta- ter è nato già con un patto forte anche con Palazzo Chigi e quindi il tavolo sul bilancio ci sarà: bisogna vedere in che condizioni vi si sederà la Sicilia»
Sia chiaro: non ci sarà alcun commissariamento della Regione e io non voglio candidarmi. Il Crocetta- ter è nato già con un patto forte anche con Palazzo Chigi e quindi il tavolo sul bilancio ci sarà: bisogna vedere in che condizioni vi si sederà la Sicilia»
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