domenica 4 gennaio 2015

Hanno detto ... ...

ALAIN DE BENOIST, filosofo francese
I «valori» della sinistra non sono più valori socialisti, ma valori «progressisti»: immigrazionismo, apertura o soppressione delle frontiere, difesa del matrimonio omosessuale, depenalizzazione di certe droghe, ecc., tutte opzioni con le quali la classe operaia è in completo disaccordo o di cui si disinteressa totalmente. 
Per la sinistra «moderna», che realizza l’alleanza dei funzionari, delle classi borghesi superiori, degli immigrati e dei radical chic, «rifiutare l’oscura eredità del passato (che, a priori, non può non richiamare atteggiamenti di “pentimento”), combattere tutti i sintomi della febbre “identitaria” (ossia, in altri termini, tutti i segni di una vita collettiva radicata in una cultura particolare)
Non è quindi sorprendente che il popolo si distolga da una sinistra affascinata più dal people e dalla «plebaglia» che dai lavoratori, che si dichiara per la globalizzazione, sebbene quest’ultima sia anzitutto quella del capitale, si interessa più alle iniziative «civiche» che alle trasformazioni strutturali, alla società protettiva del care più che alla giustizia sociale, alla vita associativa più che alla politica, allo spettacolo mediatico più che alla sovranità del popolo, al consenso sociale più che alla lotta di classe – e, come i liberali, concepisce l’interesse generale solo come semplice somma degli interessi particolari. Il popolo non si riconosce più in una sinistra che ha sostituito l’anticapitalismo con un simulacro di «antifascismo», il socialismo con l’individualismo radical chic e l’internazionalismo con il cosmopolitismo o l’«immigrazionismo».

GAD LERNER, giornlista
Il governo ha approvato alla chetichella, il 24 dicembre, un decreto fiscale nel quale all’ultimo momento è stato aggiunto il comma 19-bis che esclude la punibilità della frode fiscale “quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato”. Un dettaglio che sembra scritto su misura per annullare la sentenza definitiva di condanna per frode fiscale che sta scontando Silvio Berlusconi, al quale verrebbe così restituita piena agibilità politica. Per la verità il tribunale ha accertato una frode sui bilanci Mediaset ben superiore al 3% della dichiarazione, ma in seguito a prescrizioni varie ha punito Berlusconi “solo” per una somma di 7 milioni, percentuale minima del totale evaso.
Questo però ora è solo un dettaglio. Secondo Liana Milella su “Repubblica”, il premier Renzi si dice stupito e pronto a correggere il decreto. Era il minimo che potesse dire. Ma prima deve al suo partito e a tutti i cittadini italiani un chiarimento. Vogliamo sapere a chi appartiene la manina che surrettiziamente, sperando che la libera stampa se ne accorgesse il più tardi possibile, ha aggiunto il codicillo salva-Berlusconi al decreto fiscale. 

SALVINO PEZZOTTA, già segretario nazionale Cisl
Mi tormenta il desiderio di sapere chi ha aggiunto il comma che esclude la punibilità della frode fiscale che salva Berlusconi. Basta furberie !!
Non mi basta la cancellazione della norma salva-Berlusconi, mi interessa sapere chi l'ha infilata


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