Molti anni fà esisteva il Movimento Operaio. Comprendeva nella sua accezione vasta il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano, la Cgil, la Uil, la Lega delle Cooperative e varie altre organizzazioni che si occupavano dell'intero vivere civile.
Il Pci ed il Psi italiano non esistono più perchè quel tipo di rappresentanza classista è stata respinta -da prima- dal Psi negli anni cinquanta del Novecento e venti anni fà (negli anni Novanta) pure dal Pci. Non esistono più perchè vicende estranee alla politica hanno pesato sul Psi e vicende politiche erronee (la linea comunista filo sovietica) hanno pesato sul Pci.
Le Organizzazioni sindacali, del mondo produttivo e civile hanno conservato i valori storici della sinistra e sono ancora lì e costituiscono riferimento per creare lo schieramento socialdemocratico, quello che esiste in tutto il resto dell'Europa.
Il Partito Democratico ha però, per essendo entrato nella famiglia dei partiti socialisti europei, rinnegato la visione della Sinistra, quella propria dei sindacati.
Ciò non avviene nel resto d'Europa. Il Partito Laburista britannico storicamente è espressione delle Trade Unions (i sindacati); sostanzialmente il Partito riceve dai sindacati la linea politica. In Francia ed in Germania è il Partito che esprime l'indirizzo generale del sindacato. In tutti i paesi esiste in ogni caso un rapporto di osmosi fra partito di ispirazione socialista ed i sindacati.
Il Partito Democratico, in Italia, vive invece in antagonismo rispetto alla visione dei sindacati.
Tentare di capire perchè domani i due sindacati di ispirazione socialista (hanno infatti conservato le bandiere rosse) contestano alla radice la linea del Pd oggi Renziano e ieri Veltroniano, non è facile.
Il Partito che pur essendo membro recente della famiglia socialista è l'unico in Europa ad avere archiviato la storia del Movimento Operaio, è sostanzialmente un partito senza radici.
In Europa tutte le socialdemocrazie sono di ispirazione socialista. Riteniamo ovvio che in Italia un Partito di Sinistra del terzo millennio archivi la storia comunista, sia quella togliattiana di prossimità allo stalinismo come quella berlingueriana di prossimità al breznevismo protrattasi fino all'invasione della Cecoslovacchia.
Non c'è motivo di archiviare la Storia socialista italiana, quella che da Turati arriva a Saragat, Pertini e Lombardi.
Se non si hanno radici è difficile che una pianta si proietti in alto, verso il futuro.
Un Partito che rompe e alimenta la rabbia delle classi più umili della società non è un partito di Sinistra; bene che vada è un partito di centro, una democrazia cristiana.
Tutt'altra cosa dai partiti della Sinistra europea.
Non intendiamo asserire che il Governo deve prendere per buone tutte le ricette socio-economiche delle Organizzazioni di Sinistra. Anche in passato i governi di Centro-Sinistra hanno subito scioperi generali. Tuttavia hanno tentato, mediante confronti e dialoghi, di convingere sulle bontà delle iniziative non condivise dai sindacati.
Oggi, col Pd Renziano, vale la regola che con i sindacati non si dialoga. Essi devono subire la linea economica governativa senza poter formulare proposte alternative.
Renzi è solito dire confrontatevi con le aziende, quello è il vostro ambito.
Così non è nel resto dell'Europa.
I governi socialisti hanno naturalmente il dovere di confrontarsi con il mondo del lavoro e poi, avendo la responsabilità intera della conduzione della Nazione, decidere eventualmente in disaccordo con i sindacati. Ma il confronto deve esistere prioritariamente alla decisione.
L'articolo 18 fu voluto dai socialisti dopo essersi confrontati con i sindacati. Sarebbe stato corretto confrontarsi con essi prima di archiviarlo.
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