martedì 9 dicembre 2014

Hanno detto ... ...

ANTONIO POLITO, direttore de Il Corriere del Mezzogiorno
Agli amici che vorrebbero sostituire l'euro con la pizza de fango, vorrei segnalare ciò che accade alla Russia con la svalutazione del rublo

FRANCESCO PIZZETTI, giurista
Sul Corriere Polito interviene sul nuovo Presidente Repubblica. Due modelli. Un cerimoniere e un Presidente vero. 
Preferisce il secondo. Interessante

LUCA TELESE, giornalista
Monti dice: "Le regole del deficit sono poco credibili va cambiato il trattato per investire". Dopo i pentiti di mafia quelli del rigore.

BOBO CRAXI, politico
Dall'intervista di Monti su Republica  si comprende bene che abbiamo avuto per 1 anno e più un nemico della nazione a Palazzo Chigi

GAD LERNER, giornalista
Una madre accusata di aver ucciso il figlio è ancora in grado di provocare un sussulto nell’anima degli italiani. Specie se c’è il giallo, ovvero se l’indagata si dichiara innocente. E così la tragedia di Loris e della madre Veronica Panarello impazza sui media fino a oscurare gli strascichi dello scandalo Mafia capitale, ultimo di una lunga serie da Milano, a Genova, a Venezia. 
Mi impressiona il grado di assuefazione della cittadinanza a questo continuo scoperchiamento di cupole affaristiche, più o meno direttamente criminali.

GOFREDO BETTINI, deputato Pd, uomo potente dell'era Veltroni

“a noi ci manda Goffredo”. così diceva Buzzi. E quel “Goffredo” sarebbe lei. 
“Si esaltano notizie di carte che non hanno per la Procura rilievo nell’indagine. È il modo per salvare i corrotti e sporcare chi ha fatto della correttezza una ragione di vita. Querelo chi dovesse affermare che ho compiuto pressioni o ingerenze per favorire la cooperativa 29 Giugno. Non so neanche cosa sia quell’appalto”.
Ma lei Buzzi lo conosceva o no?
“Questo è il dramma, il paradosso: la 29 Giugno è stata fin dalla nascita un simbolo della sinistra. Tutti avevano rapporti con loro. Come si poteva immaginare quello che c’era dietro? È ridicolo dire: mai conosciuti! Il suo era un mondo con riferimenti lontani da me, come si evince da alcune intercettazioni. Ma io non ho mai pensato, e ancora oggi sono allibito, che lì dentro ci fosse corruzione. Ho già segnalato il rischio che si arrivi alla impraticabilità di campo per ogni tipo di impegno pubblico, perché si arriva perfino a maledire un incontro, una chiacchierata, un consiglio. Non si sa più con chi si parla. Ma allora muore la democrazia, la politica”.
Bettini, lei è stato il dominus del Pd romano per vent’anni. Recentemente ha parlato di un partito balcanizzato. Chi sono i “capibastone” a Roma?
“Ho parlato in termini politici. È un sistema di vita complessivo del partito. Posso dire che in tempi non sospetti, era il 2009, scrissi parole profetiche nel mio libro Oltre i partiti : “Il campanello d’allarme va suonato, non ci vogliono i giudici per comprendere che la corruzione è tornata e nessuno può pensare che si fermi sulla soglia del centrosinistra”.

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