martedì 30 dicembre 2014

Hanno detto ... ...

MATTEO RENZI, premier
Parola chiave del 2015 sarà "ritmo", l'Italia c'è la farà

STEFANO FASSINA, parlamentare pd
«Sì, ho ascoltato la conferenza stampa di Renzi. I suoi chiarimenti sull’applicabilità del Jobs Act agli statali. Beh, c’è un livello di improvvisazione e di demagogia preoccupante, molto preoccupante».
«Gli interventi degli ultimi mesi sul lavoro e sulla politica economica non produrranno i risultati attesi. Anzi ci trascinano indietro di trent’anni».

«Servono correzioni profonde e servono in fretta». 

CORRADINO MINEO, senatore pd
“In questa squadra si combatte per un centimetro…e io sono disposto a battermi e a morire per un centimetro”. Renzi come Al Pacino in “Ogni maledetta politica”. “La parola chiave del 2015 è la stessa del 2014: ritmo. Dare il senso dell’urgenza e del cambiamento”, Renzi come José Mourinho (?). Poi Renzi che sventola Zavoli come un trofeo: “è rimasto incollato al suo scranno del Senato dalle 10 del mattino alle 7 del mattino dopo, per approvare la stabilità e incardinare la legge elettorale”. Renzi che vanta la sua “rivoluzione copernicana”. (Non ho capito quale. Forse quella di aver definito eroi tutti gli imprenditori, quelli che tentano strade nuove come gli altri che trasformano il profitto in rendita?) Renzi che promette il giorno del giudizio anche per gli statali: “premi ai migliori, via i lavatovi, discuteremo anche la licenziabilità”. Renzi che, mentre parla, controlla il titolo di skynews24 e lo corregge in diretta, che quando lo vogliono portare sul contrasto tra annunci e realizzazioni, taglia corto: questo è solo “fact cecking delle opinioni”.  
Insomma il premier aveva preparato con cura la conferenza stampa di fine anno. Ritmo, basta Fonzie meglio Al Pacino, Gufi non perchè criticano lui ma perché non credono nell’impresa, l’Italicum presentato (questa è grossa!) come un Mattarellum con le preferenze, e poi la promessa di metter mano nel 2015 a Rai, Scuola e  Cultura. C’era tutto per fare un botto mediatico. Invece la tragedia e il giallo del Norman Atlantic gli hanno rubato la prima pagina dei giornali. “Il Giallo clandestini, dieci morti e trenta dispersi”, Repubblica. “Il mistero dei dispersi”, Corriere. “Salvate 427 persone ma ad Atene dicono: mancano 38 passeggeri”, la Stampa.




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