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Papa Francesco si inchina e chiede la benedizione per Lui e per la Chiesa di Roma al Patriarca Bartolomeo. Questo gesto del vescovo di Roma, vescovo della Sede che presiede nella carità, apre un nuovo capitolo in quello che possiamo chiamare il Libro dell'amore.
Tomos Agapis, Libro dell'amore, edito comunemente a Roma e Costantinopoli nel 1971, è quel libro che racchiude appunto tutti gli atti ufficiali dal 1958 al 1971 dell'evoluzione dei rapporti tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli. Da allora possiamo dire, che il libro dell'amore è sempre in ristampa. I successori sia di Atenagora che del Beato Paolo VI, hanno scritto pagine luminose in questo libro ancora in fieri, sia con le loro parole ma soprattutto con i loro gesti. Parole e gesti, che hanno il fondamento nel comandamento e nell'essenza stessa del Signore Gesù: Dio è amore (1Gv 4, 8). Soltanto da cuori traboccanti di amore di Dio e dell'uomo possono uscire gesti così sconvolgenti per la loro umiltà e per la freschezza del loro significato. Il cammino verso la piena unità della Chiesa nella celebrazione dell'unica Eucarestia è ancora tutto in divenire, ma i discepoli non hanno paura di sperare nell'impossibile. Non temono perchè sono convinti che la sorgente è oltre, non è in noi, non è nel nostro impegno e nei nostri sforzi, che pure doverosamente ci sono, ma è nel comune affidamento alla fedeltà di Dio, che pone il fondamento per la ricostruzione del suo tempio che è la Chiesa (discorso del Papa alla Chiesa Patriarcale). Se la sorgente è oltre, allora siamo certi che l'inchiostro per scrivere il libro dell'amore sarà inesauribile, e allora siamo in attesa della bellezza delle nuove pagine che devono essere scritte con parole e gesti.
Giorgio Rosarioo Caruso
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