giovedì 27 novembre 2014

La riforma del lavoro che lacera il pd

Ma quali sono i punti scottanti del Job Act del governo Renzi, che la socialista Camusso non accetta ?

L'indennizzo
Il ristoro economico è uno dei punti controversi all'interno dello stesso PD. L'indennizzo sarà dato al lavoratore licenziato, che col nuovo sistema non sarà più reintegrabile in caso di licenziamento economico ma  lo sarà soltanto in alcuni specifici casi in quello disciplinare. 
Il sistema Fornero, che già intacca l'originale articolo 18, oggi prevede che l'indennizzo sia compreso, per le imprese sopra i 15 dipendenti, tra 12 volte e 24 volte l'ultima retribuzione percepita, a seconda della anzianità del lavoratore. 
Esempio: per una retribuzione di 1.500 euro, tra un minimo di 18 mila e un massimo di 36 mila euro.
Le ipotesi in campo col nuovo sistema sarebbero due.
I) La prima prevederebbe un indennizzo pari a un ottavo della retribuzione moltiplicata per i mesi di anzianità, con un tetto di 36 mesi. Dunque per una retribuzione di 1.500 euro, il massimo indennizzo si attesterebbe in ogni caso a 6.750 euro, sia che gli anni di anzianità siano tre, sia che siano più di tre.  Per un anno di lavoro, la cifra si attesterebbe a 2.250 euro. Ben al di sotto quindi de sistema Fornero.

II) La seconda ipotesi prevederebbe una mensilità e mezza ogni 12 mesi di anzianità, senza tetto.
Dunque in caso di tre anni di anzianità si attesterebbe a 6.750 euro, nel caso di quattro, a 9 mila, e così via. In questa seconda ipotesi per raggiungere i 18 mila euro del minimo indennizzo della Fornero, al lavoratore necessiterebbero otto anni di anzianità mentre ne occorrerebbero 16 per prendere il massimo (36 mila euro).
Come si vede si tratta di ipotesi di favore per le imprese rispetto a oggi.
Susanna Camusso ha più di un motivo per difendere l'art. 18, lei che la cultura socialista la possiede da sempre al contrario dei Fassina e dei post-comunisti.

 Le piccole imprese
Il rapporto di vantaggio rischia di capovolgersi se gli stessi criteri si applicano alle imprese sotto i 15
dipendenti. Queste, per le quali oggi non vale mai il reintegro, liquidano con la Fornero un  indennizzo che va da 2,5 (3.750 euro nel nostro esempio) a 6 mensilità (9 mila euro). Ed è possibile che questi criteri non vengano modificati per evitare che i licenziamenti diventino troppo onerosi. 

Un'altra ipotesi emersa sarebbe quella di consentire alle piccole imprese di mantenere il regime di non applicazione dell'articolo 18 per tutti i dipendenti anche quando, con nuove assunzioni, superino il numero di 15 lavoratori, in modo da non scoraggiarle.

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