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Sulle riforme siamo a un passo dalla chiusura, tra il mese prossimo e gennaio tutto sarà realizzato. Il patto del Nazareno? Ha ancora un senso.
SABINO CASSESE, giurista
L'America si infiamma
Non c’è dubbio che il poliziotto bianco Darren
Wilson abbia sparato all’afroamericano Michael Brown,
causandone la morte. Ma il diritto permette alla polizia e anche a privati, in
alcune circostanze, di far ricorso alle armi. In questo caso, il Grand jury ha
accertato che non vi è una «probable cause» (un ragionevole fondamento) per
accusare il poliziotto di uno di cinque delitti, che vanno dall’omicidio
volontario premeditato all’omicidio colposo. Così l’accusatore della Contea di
St. Louis, Missouri, Usa, ha comunicato le conclusioni raggiunte da una giuria
popolare composta di nove bianchi e di tre afroamericani. La conseguenza è che,
salvo che emergano nuove prove, non vi sarà un regolare processo a carico
dell’accusato.
Anche nei Paesi di più antica e consolidata civiltà
giuridica permangono istituti che sono divenuti, col progresso dei tempi,
incomprensibili. Paesi
come gli Stati Uniti e il Regno Unito, che hanno insegnato al mondo la
democrazia e la giustizia, conservano istituti che confliggono con i principi
ormai comunemente accettati di democrazia e giustizia. L’istituto del Grand jury è
uno di questi. Esso ha funzioni accusatorie e di investigazione, come in una
sorta di udienza preliminare. Davanti ad esso non si svolge un processo in
contradditorio; le sue decisioni bloccano, anzi, un esame aperto, contenzioso.
La giuria si riunisce senza quelle garanzie di pubblicità che — come scrisse
Jeremy Bentham — consente al pubblico di giudicare i giudici. I giurati, scelti
mediante sorteggio e tenuti al segreto, si riuniscono senza la presenza di un
giudice professionale, non rappresentano un campione della società e non sono
preparati per svolgere funzioni investigative. La sua attività non consiste nel
decidere, oltre ogni ragionevole dubbio, se è stato commesso un delitto, ma
solo nell’accertare se sia probabile che sia stato commesso un crimine. Ma le
conclusioni del Grand jury impediscono lo svolgimento del
processo vero e proprio.
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