sabato 18 ottobre 2014

Sicilia. Come ci vedono e ci giudicano gli altri italiani ed i giornali

ROBERTO MARONI, governatore della Lombardia
 «Bisogna fare i tagli selettivi, perché quelli lineari penalizzano le Regioni virtuose come Veneto e Lombardia. La Lombardia ha dieci milioni di abitanti e tremila dipendenti. La Sicilia ha la metà degli abitanti e 20 mila dipendenti. Queste sono le cose su cui intervenire».
LUIGI VIVENTI, assessore delle Marche
«Se noi siamo la Regione italiana con meno dirigenti (53 contro i quasi duemila della Sicilia), perché la mannaia - dice l' assessore - deve colpirci allo stesso modo? Se in Sicilia un commesso guadagna 117 mila euro e nelle Marche poco più di 20 mila, perché i dipendenti dovrebbero essere penalizzati allo stesso modo?».
LUCA ZAIA, governatore della regione Veneto
«Da noi le siringhe costano quattro centesimi, ci sono Regioni che le comprano a 26», 

SERGIO RIZZO, giornalista del Corriere della Sera
La Corte dei conti ha appurato che le società partecipate della sola Regione Siciliana occupano 7.300 persone, con una spesa di un miliardo e 89 milioni nel quadriennio 2009-2012 per le buste paga.
Nello stesso periodo la Regione aveva versato nelle loro casse un miliardo e 91 milioni, cifra che secondo i giudici contabili comprende anche «il ricorso reiterato e improprio a interventi di mero soccorso finanziario a società prive di valide prospettive di risanamento».
I giornalisti anche siciliani ci dipingono in questi termini:
CARLO ALBERTO TREGUA, direttore del QdS
L' Assemblea regionale siciliana, massima e nobile Istituzione, dovrebbe dare l' esempio di parsimonia e di efficienza. C' è qualcuno che possa testimoniare in tal senso? Semmai i testimoni sono di parte avversa. Fra essi, i quotidiani che scrivono la verità e i giornalisti con la schiena dritta.
L' Assemblea costa ai siciliani 155 milioni contro i circa 60 dell' omonima Istituzione lombarda. Uno stenografo percepisce 204 mila euro l' anno lordi. Tutti i dipendenti hanno percepito un premio non si sa bene per quale attività, indistintamente dal merito. Il Consiglio di presidenza consente queste vergogne e questi arbìtri, anziché tagliare col machete tutte le spese inutili.
ANTONIO FRASCHILLA, giornalista de La Repubblica
La Sicilia non ha mai recepito la norma che obbliga a ricorrere ai prezzi Consip e ai "costi standard" per l' acquisto di beni e servizi.
Ogni anno l' amministrazione, comprese le aziende sanitarie, spende due miliardi di euro in questo settore, 500 milioni dei quali con «procedure negoziate senza previa pubblicazione». L' ex commissario Bondi stimava in una cifra intorno al 30 per cento il risparmio derivante dall' applicazione dei costi standard. In Sicilia ridurre la cifra per acquisto di beni e servizi anche solo del 5 per cento porterebbe a un risparmio di quasi 100 milioni all' anno. In cinque anni, mezzo miliardo.
Per il funzionamento della sola macchina di Palazzo d' Orleans, senza contare la sanità: oggi per ogni dipendente la Regione spende 5.600 euro in pulizie, energia, manutenzioni, telefonia, servizi informatici e materiali di consumo. Applicando i costi standard si potrebbe scendere a un costo per dipendente di 4 mila euro. Risparmio stimato, 135 milioni in cinque anni.
Con 816 auto blu, inoltre, la Sicilia si piazza in testa alla classifica stilata mensilmente dal ministero della Funzione pubblica, davanti a Campania (545) e Lombardia (498). Palazzo d' Orleans continua a mantenere una ventina di controllate, spesso doppioni oppure inutili. Società dove i direttori, come a Sicilia e-Ricerca, hanno stipendi maggiori di quelli dei colleghi dei dipartimentiregionali.
Mai recepita nell'Isola del tesoro la norma nazionale sui tagli al numero di consiglieri comunali e sui gettoni. A Palermo ci sono i consiglieri comunali più pagati d' Italia: il gettone di presenza per gli inquilini di Sala delle Lapidi è di 156 euro lordi, per un' indennità che può arrivare a 3.029 euro al mese.
Quella dei colleghi milanesi si fer- ma a 749 euro, per un massimo mensile di 2.280 euro. Palermo ha 50 consi
glieri, due in più di città più grandi come Napoli o Milano. Nei piccoli comuni sotto i tremila abitanti si mantengono dodici consiglieri quando nel resto d' Italia se ne hanno al massimo sei. In Sicilia, se si applicassero i tagli nazionali, salterebbero 1.670 poltrone, per un ri
sparmio di 10 milioni di euro l' anno, 50 in un quinquennio.

La Replica
ROSARIO CROCETTA, governatore della regione Sicilia
«Prima di parlare dei privilegi della Sicilia bisogna conoscere l' enorme pregiudizio che subiamo dalla mancata attuazione degli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto. Noi continuiamo a pagare due volte i danni prodotte da imprese del Nord che non versano le tasse alla nostra Regione pur tenendo nell'Isola i loro stabilimenti pattumiera».

«Ora basta, non voglio sentir più parlare di forestali. Se li prenda lo Stato, se vuole, e si prenda anche le soprintendenze, che solo nell' Isola dipendono dalla Regione. Invece siamo pronti ad assumere la competenza esclusiva sulla Sanità. Sì, proprio così. Per ora paghiamo la quota di compartecipazione alla spesa sanitaria più alta d'Italia ma poi non siamo liberi di tagliare o spendere come vogliamo. E i nostri fondi finiscono puntualmente nelle tasche delle lobby dei farmaci o delle forniture, facenti capo ad aziende del Nord...».

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