venerdì 31 ottobre 2014

La testimonianza resa dal Presidente Napolitano al Quirinale davanti alla II Sezione della Corte d’Assise di Palermo

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La testimonianza resa da Giorgio Napolitano sul procedimento "trattativa Stato-Mafia".

Pigiando sul link riportato sopra il lettore potrà leggere la trascrizione della udienza dedicata alla testimonianza resa dal Presidente Napolitano al Quirinale, il 28 ottobre scorso nella Sala del Bronzino, davanti alla II Sezione della Corte d'Assise di Palermo, in merito alla "trattativa".

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Appunti
Il capo dello Stato aveva risposto per tre ore alle domande dei pubblici ministeri e dell’avvocato di Totò Riina, senza mai avvalersi delle sue prerogative di riservatezza, come aveva comunicato una nota del Quirinale subito dopo la deposizione. 
La trascrizione, in tutto 86 pagine, è stata depositata nella cancelleria della Corte di Assise, a disposizione delle parti.
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Una parte saliente della testimonianza del Capo dello Stato
P.M. DI MATTEO: - E quindi lei ha detto ipotizzò subito la matrice unitaria e la riconducibilità ad una sorta di aut aut, di ricatto della mafia, ho capito bene?
NAPOLITANO: - Ricatto o addirittura pressione a scopo destabilizzante di tutto il sistema.
P.M. DI MATTEO: Grazie. 
NAPOLITANO: - Probabilmente presumendo che ci fossero reazioni di sbandamento delle Autorità dello Stato, delle forze dello Stato.
IL BLACK OUT A PALAZZO CHIGI - Nel 1993 ci fu un fatto «particolarmente inquietante» che rivelò l’allora premier Carlo Azeglio Ciampi e cioè un black out a palazzo Chigi, ha spiegato ancora il presidente della Repubblica, nella sua deposizione al Quirinale. «Non ci fu assolutamente sottovalutazione», ha premesso Napolitano. E l’allora premier Ciampi, ha aggiunto il capo dello Stato, «è tornato molte volte, in più pubblicazioni, anche in libri recenti, su quello che di inquietante presentò quel momento e non soltanto per gli attentati che furono compiuti a Firenze, a Milano, a Roma in modo quasi concomitante, un po’ prima maggio, se ben ricordo,i Georgofili, e luglio gli altri. Ma addirittura citò come particolarmente inquietante l’episodio - si legge nella trascrizione dei verbali - di un black out al Quirinale (in realtà si trattò di un black out a palazzo Chigi). Quindi c’era molta vigilanza, molta sensibilità e molta consapevolezza della gravità di questi fatti».

GEORGOFILI: «UN’UDIENZA NON SALVA ISTITUZIONI» - «Oggi ci si riempie la bocca, e si riempiono i giornali, per una sola udienza, quella del Quirinale, ma è tardi, e serve ancora una volta solo a salvare le istituzioni, che innocenti non sono state in quelle notti tragiche delle stragi del 1993». Lo scrive in una nota la presidente dell’Associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli. Sulle stragi di mafia del 1992-1994, aggiunge Maggiani Chelli, «i media hanno fatto disinformazione e oggi siamo ad un tragico Governo di larghe intese per coprire ancora il più possibile quella tragica verità». Parlando della diffusione via web del verbale, «se all’epoca dei processi sulle stragi del 1993 - aggiunge Maggiani Chelli - fossero stati pubblicati tutti i verbali di udienza con altrettanto zelo, oggi gli italiani saprebbero la storia di questo infame Paese, in quel 1993, e la conseguente verità. Invece questo popolo ha vissuto 20 anni con il prosciutto sugli occhi».

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