domenica 19 ottobre 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

LUCA
7,  11-16

GIOVINETTO, A TE DICO: DESTATI !

11 E avvenne in seguito che andò verso una città chiamata Nain, e andavano con lui i suoi discepoli, e molta folla. 12 Ora quando si avvicinò alla porta della città, ecco che era accompagnato un morto unigenito figlio di sua madre, ed essa era vedova, e una folla considerevole della città era con lei. 13 E vistala, il Signoresi commosse su di lei e disse a lei: Non piangere! 14 E, avanzato, toccò la bara - ora i portatori stettero -e disse: Giovinetto, a te dico: destati! 15 E sedette sopra il morto e cominciò a parlare e lo diede a sua madre. 16 Ora spavento prese tutti e glorificavano Dio dicendo: un profeta grande  fu destato tra noi, e visitò Dio il suo popolo. 17 E questa parola su di lui uscì nell’intera Giudea  e in tutto il paese circostante.

TESTO ARBERESHE Nd’atë mot Jisui vate te një katund i thërritur Naim, e vejin bashkë me atë shumë ndër dishipulit e tij, edhe shumë  gjindje. Si u afrua te dera e katundit, njo se silljin përjashta një të vdekur, bir i vetëm i së jëmës, dhe kjo ish vejushë dhe ish edhe shumë gjindje e katundit bashkë me atë. Dhe si Zoti pa atë pati lipisi për atë e i tha asaj: “Mos qaj”. E si u qas, ngau tavutin; ata çë e qelljin qëndruan, e tha: “Djalòsh, tyj të thom: greu”. Dhe i vdekuri u ngre e zu e foli, e ja dha së jëmës. Dhe i zuri trëmbësia gjithëve, e lavdërojnë Perëndinë, tue thënë: “Një Profit i madh u ngjall ndër ne. Dhe Perëndia vizitoi popullin e tij”.

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Brano del Vangelo di Luca proclamato in questa domenica nelle Chiese di rito bizantino

L’uomo compie il male, cadendo nelle tentazioni del poteredel possessoe dell'orgoglio nel vano tentativo di allontanare da sè la morte. Oggi la scienza, la cultura ed ogni risorsa umana è finalizzata al tentativo di sconfiggere, o quanto meno di allontanare, la morte.
L’uomo è istintivamente spinto dal desiderio impossibile di salute e di vita, che sempre però viene infranto dal potere della morte.
In questo brano ogni uomo, con i suoi problemi di fondo, è invitato a confrontarsi con la promessa fatta nell'Antico Testamento ad Israele, la promessa di salvezza.
Il figlio della vedova è descritto con parole che alludono a Gesù stesso morto e risorto: è il “figlio unigenito”, “alla porta della città”, si “desta”  e, al suo destarsi, si parla di “un grande profeta destato fra noi”. 
L’autore del Vangelo opera uno scambio di figura; questa sovraimpressione Gesù/figlio unico morto/destato sta a indicare la sua misericordia.  Essa lo porterà a venire incontro alla nostra miseria, fino a identificarsi con noi e perdere sé per salvare noi.

Il racconto vuole suscitare fede nella misericordia per i piccoli e per i piangenti, per ogni uomo, che è piccolo e piangente di fronte alla morte. 
Piccolo perché assolutamente indifeso; piangente perché irrimediabilmente offeso. 
Si intende dare speranza là dove nessuno può averne.  Perché l’uomo muore; e, quando vive, vive nel dolore della morte altrui e nell’attesa della propria morte. 
L’intero Vangelo si propone di estinguere tutte le tenebre che recano morte alla vita e di restituire la vita (fiducia) alla vita: la madre che ritrova il figlio morto.

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