La lotta agli sprechi non vale solo per la sanità,
anzi.
Renzi ha bisogno di circa 20 miliardi: sicuramente fino ad
ottobre potrà contare sull' aiuto di Carlo Cottarelli che poi però, per la
prima volta per sua stessa ammissione, lascerà l' incarico, dopo la legge di
Stabilità.
Il governo punta sul taglio dei costi per gli acquisti di
beni e servizi della pubblica amministrazione obbligando tutti a utilizzare la
Centrale unica.
Un percorso questo non difficile considerando che nel 2014
sono in scadenza moltissimi contratti sottoscritti dalle varie amministrazioni
(con costi profondamente difformi a parità di prestazioni offerte).
Per quelli che invece non decadono nell'immediato, l'
intenzione del governo è quella di procedere tentando di rinegoziare i prezzi
pattuiti.
La centrale unica viene immaginata pure per gli appalti nella
sanità, obbligando tutte le Asl e tutti gli ospedali a unificare gli acquisti.
Al momento lo fanno l' 80% delle amministrazioni emiliane, toscane e venete,
mentre altrove non si supera il 20-50%. E di sprechi da tagliare ce ne sono: non
solo la famosa siringa che passa da 0,50 centesimi se acquistata in Veneto a
un' euro e mezzo se comprata in Sicilia.
Potrebbe spuntare anche una razionalizzazione dei ticket
sanitari rapportando il contributo al reddito
familiare ed evitando che tra gli esenti per patologia risultino anche i
milionari.
Il rischio segnalato più volte dai tecnici
sarebbe quello di spingere i cittadini verso il privato riducendo gli incassi
del servizio pubblico.
Il governo punta a 'riscuotere' dalla sanità 1,5-2 miliardi.
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