sabato 13 settembre 2014

Sanità Pubblica. Nonostante le resistenze, gli sprechi esistono

La lotta agli sprechi non vale solo per la sanità, anzi. 
Renzi ha bisogno di circa 20 miliardi: sicuramente fino ad ottobre potrà contare sull' aiuto di Carlo Cottarelli che poi però, per la prima volta per sua stessa ammissione, lascerà l' incarico, dopo la legge di Stabilità. 
Il governo punta sul taglio dei costi per gli acquisti di beni e servizi della pubblica amministrazione obbligando tutti a utilizzare la Centrale unica. 
Un percorso questo non difficile considerando che nel 2014 sono in scadenza moltissimi contratti sottoscritti dalle varie amministrazioni (con costi profondamente difformi a parità di prestazioni offerte). 

Per quelli che invece non decadono nell'immediato, l' intenzione del governo è quella di procedere tentando di rinegoziare i prezzi pattuiti. 
La centrale unica viene immaginata pure per gli appalti nella sanità, obbligando tutte le Asl e tutti gli ospedali a unificare gli acquisti. Al momento lo fanno l' 80% delle amministrazioni emiliane, toscane e venete, mentre altrove non si supera il 20-50%. E di sprechi da tagliare ce ne sono: non solo la famosa siringa che passa da 0,50 centesimi se acquistata in Veneto a un' euro e mezzo se comprata in Sicilia.

Potrebbe spuntare anche una razionalizzazione dei ticket sanitari rapportando il contributo al reddito familiare ed evitando che tra gli esenti per patologia risultino anche i milionari. 
Il rischio segnalato più volte dai tecnici sarebbe quello di spingere i cittadini verso il privato riducendo gli incassi del servizio pubblico. 

Il governo punta a 'riscuotere' dalla sanità 1,5-2 miliardi.

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