martedì 26 agosto 2014

Libia. L'incendio a breve distanza

Quando ciascuno di noi sbaglia le scelte della vita ne paga le conseguenze. E' giusto !
C'è da chiedersi perchè quando i "grandi del mondo" sbagliano le scelte di governo dei paesi loro affidati non ne rispondono. O ne rispondono solo allo scadere del mandato: non saranno infatti riconfermati.

Il bacino del Mediterraneo, quello che fa da sponda ai paesi arabi, da decenni era governato da "laici", ossia da governanti che della religione islamica non ne facevano una bussola. Certo, erano governanti autoritari; nulla a che fare con le democrazie dell'Occidente. Però non perseguitavano i loro sudditi in funzione dell'etnia o della religione.
Ci sono voluti un Sarkozy ed un Obama ad inventarsi la "primavera araba" e a destabilizzare un mondo che adesso sta dando il peggio. 
Non erano certamente  apprezzabili i Gheddafi, i Mubarak e tutti gli altri.
E adesso ?
Un governante prima di fare delle scelte deve sapere se le conseguenze saranno migliori o peggiori dello stato di fatto.


Nell'escalation libica del 2014 tra islamisti e cosiddetti laici, l'alleanza delle Forze di protezione si è smembrata in fazioni rivali.
La maggioranza dei suoi gruppi (finanziati dal governo prima di venire bollati come «terroristi») sarebbe comunque passata tra le file dei combattenti di Misurata e dei radicali islamici dell'Est del Paese che, conquistata la Cirenaica, hanno puntato su Tripoli.
Parte dell'ex cartello paramilitare è infatti nel Consiglio della Shura dei rivoluzionari di Bengasi. Mentre, a Ovest, l'ultimo degli al Libi (alias Ibrahim Ali Abu Bakr) dal 2013 si è ritagliato un fortino nell'ex base di Camp 27, a 27 chilometri da Tripoli, guidando l'attacco di un gruppo di salafiti che per molti è già un covo di al Qaeda.

Grande fiuto dell'Occidente !

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