martedì 5 agosto 2014

Il padre della psicoanalisi. Sigmund Freud

La psicoanalisi fondata da Freud e la pubblicazione del libro "L'interpretazione dei sogni" influenzeranno la psicoterapia e -più in generale- la cultura del Novecento.
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Le prime copie del libro più conosciuto di Sigmund Freud "L'interpretazione dei sogni" furono stampate nel 1899. Freud tuttavia volle che l'anno di pubblicazione ufficiale  dovesse essere il 1900. Era convinto che la sua ricerca avrebbe influenzano, non di poco, il secolo che stava per arrivare.
La Storia in effetti gli diede ragione.

Il suo libro di 626 pagine riporta il risultato dell'autoanalisi che condusse dal 1895. Egli nell'analizzare i propri sogni si propose di dimostrare che essi avevano un significato; non erano quindi espressione della frammentarietà dell'attività cerebrale.
Egli con la sua ricerca si propose di contrastare le tesi dei fisiologi del suo tempo e di sostenere che il sogno è un fenomeno psichico compiuto che, con linguaggio simbolico, manifesta un desiderio. Egli tenta in buona sostanza di decifrare il significato nascosto nell'inconscio.
La tecnica di cui si serve è quella delle "associazioni libere" e parte dal presupposto che i suoi pazienti riusciranno a capire il significato dei sogni dopo che sono state loro fornite le prime indicazioni. 
Ammette comunque che ci si possa imbattere nelle "resistenze".
Freud -passo dopo passo- sviluppa le fondamenta della concezione della vita dell'inconscio, fino a definire  i parametri fondamentali della psicoanalisi e della metapsicologia:
-la regressione,
-il processo primario e secondario,
-il desiderio infantile,
-il complesso di Edipo,
-l'inconscio (=realtà psichica).
All'interpretazione del sogno comunque Freud non attribuisce importanza fondamentale. Esso è solo un sintomo psicopatologico. Al centro della sua analisi sta la "nevrosi" che egli riconduce agli stessi meccanismi del sogno. La nevrosi è figlia della repressione degli stimoli infantili, libidici o sessuali.

Nell'impostazione di Freud il paziente dovrebbe trasferire i conflitti "repressi" allo psicanalista, liberandosene.
Con l'avvento del Nazismo, Freud (di origine ebree) che insegnava neuropatologia a Vienna, è costretto a trasferirsi a Londra, dove muore nel 1933.

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