domenica 24 agosto 2014

Hanno detto ... ...

PIETRO PAROLIN, segretario di stato vaticano

«La maggioranza dei musulmani rifiutano quei metodi brutali e disumani. Speriamo che il mondo islamico sappia dire una parola. La comunità internazionale sia presente nel Paese. La Chiesa non è stata in silenzio»


Libia (Tripoli): La città in fiamme
Le parti in lotta si contendono l'occupazione
dell'aeroporto
ANDREA MANCIULLI, giornalista
COME VENGONO RECLUTATI
Il reclutamento di questi combattenti di solito avviene attraverso due canali. Uno di questi, il più frequente, è quello che utilizza le moschee più radicali del Vecchio continen­te, grazie alla propaganda di predicatori iti­neranti. Un altro canale sono le carceri, dove questi ragazzi, che di solito vengono da fa­miglie problematiche e da un passato trava­gliato, vengono avvicinati in un momento di particolare sconforto o fragilità della loro esistenza. È necessario riuscire a comprendere i fatto­ri che spingono ragazzi cresciuti in una cul­tura occidentale ad abbracciare con ferma volontà il jihad, la “guerra santa” islamica.
DA COSA SONO MOSSI
L’elemento scatenante che li muove è un forte senso di rivalsa verso le comunità che li ospitano. Da un lato sono cittadini diven­tati a tutti gli effetti di nazionalità europea, dall’altro riversano sull’occidente un senti­mento di insoddisfazione e frustrazione per la loro condizione sociale, evidentemente in­feriore alle loro speranze ed aspettative. Per loro diventare foreign fighters e abbracciare il fondamentalismo rappresenta un modo per provare a riscattarsi e trovare nel jihad una ragione profonda di esistenza. I numeri parlano di un aumento degli jiha­disti provenienti dal Vecchio continente.
FRANCESCO FORESTA, giornalista
La Sicilia di Giufà. 
E' successo. Succede. E due anni dopo stiamo ancora appresso a ipotesi di rimpasto che non risolverebbero nulla, come se cambiare una segretaria o una fuoricorso fosse la svolta per una Sicilia che affonda. Lo sostengono tutti: gli indicatori economici, i sindacati, i deputati di opposizione e quelli di maggioranza. Perdiamo i fondi europei e perdiamo posti di lavoro. Salviamo precari e forestali e le imprese scappano via, l'Eni dopo la Fiat. Le altre la Sicilia nemmeno la vogliono vedere col binocolo, ostaggio della burocrazia, della criminalità. E del governo dei Giufà.

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