venerdì 22 agosto 2014

Hanno detto ... ...

FILIPPO PANARELLO, deputato pd dell'Ars
"Il disastro del Piano giovani impone a Crocetta di fare qualcosa sul tema delle responsabilità di questa vicenda - dice - qui c'è un evidente problema nella squadra di governo. L'assessore Scilabra è una sua pupilla, mi pare. Ma non è certo solo lei il problema: di fronte a uno scontro così forte con la burocrazia e a una Sicilia socialmente ed economicamente in ginocchio, occorre un intervento ben più ampio da parte del governatore rispetto al cambio della sola Scilabra". 

FABRIZIO CICCHITTO, deputato ncd
'E' stata un errore buttare giù Gheddafi in Libia senza sapere cosa sarebbe successo'

ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA, editorialista del Corriere della Sera
Il termine e il concetto di civiltà sono ormai fuori dell’uso pubblico consentito. Al gusto democratico corrente sanno entrambi, non si capisce perché, di esclusione, di radici, di «fardello dell’uomo bianco», al limite di razzismo; ed evocano la categoria, mai abbastanza deprecata, di «guerra di civiltà». Parlare di civiltà si può al massimo sui manuali di storia antica (civiltà greca, egizia, ecc.) , ma non al tempo presente. Oggi, infatti, esistono solo le «culture»: tutte naturalmente sul medesimo piede di parità, e tutte naturalmente tra loro compatibili all’insegna dell’universalismo umano. Contrariamente a quel che pure si potrebbe sospettare, insomma, l’islamico di cittadinanza britannica che l’altro giorno ha decapitato un giornalista americano in nome e per conto dell’Isis, non ce l’aveva, no, con la civiltà occidentale: con ogni probabilità si era semplicemente trovato male con la cultura inglese. Avesse vissuto in Alto Adige o nel Lussemburgo sarebbe stata tutta un’altra cosa. 
Una radicale riconciliazione con il principio di realtà: ecco che cosa ci manca nel nostro modo di guardare al mondo. Certo, le idee sono una guida necessaria a muoversi in esso. Ma che cosa il mondo sia e come funzioni, non l’hanno quasi mai stabilito le idee. 

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