sabato 26 luglio 2014

Regione Sicilia. La relazione all'Ars del Presidente della Commissione Bilancio sulla manovra-ter 2014

Discussione del disegno di legge "Assestamento del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2014 - Variazioni al bilancio di previsione della Regione siciliana per l'esercizio  finanziario 2014 e modifiche alla legge regionale 28 gennaio 2014, n. 5, 'Disposizioni  programmatiche e correttive per l'anno 2014. Legge di stabilità regionale. Disposizioni varie'"  (782/A) 

DINA, presidente della Commissione e relatore. 

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor  Assessore, 
la manovra di finanza pubblica che si propone all’Aula contiene norme relative all’assestamento del bilancio della Regione per l’esercizio finanziario 2014, e non di variazione, che si propongono di definire gli stanziamenti di bilancio per l’anno in corso, superando le criticità intervenute a seguito dell’impugnativa da parte del Commissario dello Stato, della legge regionale 28 gennaio 2014, n. 5. 
La copertura finanziaria, contenuta all’articolo 32, fa essenzialmente riferimento 
-all’utilizzo delle risorse garantite dallo Stato a seguito della stipula dell’accordo tra il Ministro dell’economia e delle finanze e la Regione siciliana in materia di finanza pubblica del 5 giugno 2014, 
-all’utilizzo delle risorse iscritte in bilancio e rese disponibili alla citata impugnativa del Commissario dello Stato 
-nonché dall’utilizzo di quella parte del gettito delle risorse provenienti dal minor disavanzo finanziario di gestione accertato per l’anno 2013 rispetto alle previsioni del bilancio preventivo. 
Attraverso tali risorse si introducono ulteriori correttivi alla manovra finanziaria per il corrente esercizio predisposta mediante la legge regionale di stabilità 2014 e la successiva legge regionale 11 giugno 2014 n. 13, al fine di assicurare, in primo luogo, piena copertura, per la parte restante dell’esercizio corrente, ai principali interventi di spesa del bilancio regionale. 
Il disegno di legge contiene, altresì, significativi interventi di contenimento della spesa corrente e una serie di disposizioni di carattere finanziario, che la Commissione ha ritenuto urgenti e indifferibili. 
Segnalo, ancora, che nel testo esitato erano contenute anche talune norme non finanziarie della Conferenza dei Gruppi parlamentari, nella riunione del 23 luglio, ha ritenuto di stralciare e inviare alle competenti commissioni di merito. 
Tra le disposizioni approvate, l’articolo 3 è relativo al ripianamento del disavanzo dell’esercizio finanziario 2013 e l’articolo 4 contiene modifiche all’articolo 4 della legge regionale n 5 del 2014, tra le quali la soppressione dell’Allegato 2 al comma 3. 
L’articolo 5 dispone il recepimento, nell’ordinamento contabile della Regione, a decorrere dal 1° gennaio 2015, delle disposizioni nazionali in materia di integrazione degli schemi di bilancio, contenuti nel Titolo I e nel Titolo III del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive 
modifiche e integrazioni. 
Il Titolo II detta misure di contenimento della spesa. In particolare, l’articolo 6 individua le procedure per una definizione, da parte del Governo, di un apposito disegno di legge organico in materia di soppressione di organismi ritenuti non indispensabili per il funzionamento dell’Amministrazione regionale. 
L’articolo 7 vieta l’erogazione di trattamenti di previdenza e di quiescenza integrativi, negli enti controllati dalla Regione, in assenza di un’espressa revisione legislativa, facendo salvi quelli in godimento. 
Gli articoli 8 e 9 contengono, rispettivamente, disposizioni volte a conseguire ulteriori risparmi nel settore sanitario ed a procedere nell’integrazione delle prestazioni socio-sanitarie. 
Il Titolo III (articoli 10-32) contiene il rifinanziamento della spesa in numerosi settori di intervento regionale e la relativa copertura finanziaria. Tra questi, segnalo 
-il ricovero dei minori, 
-le comunità alloggio per disabili psichici, 
-la forestazione e la prevenzione agli incendi, 
-i consorzi di bonifica, 
-l’Esa, 
-la gestione degli impianti idrici, 
-le autorizzazioni di cui all’Allegato 1, 
-i contratti di filiera e di distretto 
-e le nuove iniziative per favorire lo sviluppo. 
L’articolo 22, in particolare, autorizza la spesa di 17.700 migliaia di euro per le finalità di cui agli articoli 53 e seguenti del Capo II, del Titolo V della legge regionale 12 maggio 2010, n. 11, relativo al credito d’imposta regionale per l’incremento dell’occupazione. 
L’articolo 23 introduce un contributo di solidarietà sui trattamenti pensionistici erogati nella regione siciliana nonché sui vitalizi erogati dall’Assemblea regionale siciliana, variabile in relazione all’ammontare del reddito percepito. 
L’articolo 24 prevede la riduzione della rotazione organica dell’Amministrazione regionale a seguito di pensionamenti anticipati, nonché la riduzione del 30% delle strutture di dimensione intermedia dell’apparato burocratico regionale. 
Il Titolo V introduce disposizioni varie, tra le quali misure di riordino delle società partecipate dalla Regione (articoli 34, 35, 36 e 37), norme in materia di trasparenza e di pubblicità dell’attività amministrativa (articolo 39), norme in materia di contributo alle spese di viaggio e soggiorno degli assistiti residenti nelle isole minori (articolo 40), proroga di termini per la realizzazione di programmi di edilizia agevolata e convenzionata (articolo 43), interventi per il sostegno al pagamento delle rate di mutuo e di affitto (articolo 45) e modifiche di norme in materia di attività di estrazione da giacimenti minerari di cava (articolo 48). 
E’ chiaro a tutti che la manovra attuale, Finanziaria ter, va letta insieme ai documenti contabili della manovra di stabilità e della successiva legge di variazione che è intervenuta prima della ter, la manovra bis. 
Ritengo fondamentale rinvenire un filo conduttore, un elemento importante che ha introdotto un corridoio dentro cui questa manovra finanziaria si è dovuta incamminare, un percorso obbligato che detta linee di miglioramento, linee virtuose di consolidamento e di miglioramento dei conti. 
Questo filo conduttore nasce dall’approvazione del rendiconto 2012, passa attraverso l’impugnativa del Commissario dello Stato, arriva, poi, all’audizione della Corte dei Conti che abbiamo fatto in Commissione Bilancio, prima dell’approvazione del rendiconto 2013. 
Ed è sicuramente per un aspetto importante che è emerso in questi momenti - bisogna riprenderli questi momenti perché senza di questi non si capisce lo sforzo che la Commissione, che il Parlamento è chiamato a fare - che il Governo ha suggerito e che, in un certo senso, mette in campo un percorso virtuoso di riordino e di consolidamento di quelli che sono i capitoli delle regolazioni contabili e di quelli a supporto, atti a fronteggiare gli effetti finanziari sui saldi di bilancio conseguenti all’eliminazione dei residui attivi cui non corrispondono crediti da riscuotere. Ed è su questo elemento che intendo soffermarmi, cioè su quello che pare il problema più delicato per gli equilibri di bilancio, ossia l’ingente mole dei residui attivi e farò un excursus per capire l’approdo di oggi. 

Al 31 dicembre 2012, come viene rilevato dalle Sezioni riunite della Corte dei Conti, nell’udienza di parificazione del rendiconto per l’esercizio finanziario 2012, lo stock dei residui attivi è risultato pari a circa 15 miliardi di euro, con una riduzione del 4,6% rispetto all’esercizio precedente. 
Parliamo del rendiconto del 2012. 
L’entità dei crediti accertati ma non riscossi dalla Regione ha indotto il legislatore regionale, sin dalla legge di assestamento del bilancio del 2001, ad introdurre, all’articolo 3, un fondo indisponibile corrispondente ad entrate tributarie accertate che verranno riscosse a mezzo ruolo nei successivi esercizi finanziari (capitolo 215713). Ricordo che, nel corso degli anni, la dotazione di tale fondo è andata decrescendo indipendentemente dall’andamento dello stock dei residui attivi. 
Successivamente, con la legge finanziaria regionale per l’anno 2010, è stato introdotto, all’articolo 5, un ulteriore fondo a destinazione vincolata, volto molto specificamente a fronteggiare gli effetti finanziari sui saldi di bilancio conseguenti all’eliminazione delle scritture contabili effettuata in sede del rendiconto annuale dei residui attivi cui non corrispondo, in fase di monitoraggio degli stessi, crediti da riscuotere (capitolo 215757). 
Com’è noto, tuttavia, entrambi i fondi, nel bilancio di previsione per il 2013, sono stati azzerati. 
Ricordo, altresì, che la più recente giurisprudenza della Corte Costituzionale - sentenza n. 138 del 2013 - ripresa dalle Sezioni riunite della Corte dei Conti nel giudizio di parifica del rendiconto 2012, ha posto in evidenza, in ossequio al principio di coordinamento statale della finanza pubblica, come la contabilizzazione di un numero rilevante di residui attivi, soprattutto se risalenti e di malagevole valutazione, rappresenti una pratica che, lungi dal conformarsi a quel principio, genera un’alterazione della consistenza dei risultati economico-finanziari. Ciò costituisce strumento di violazione dei canoni della sana gestione finanziaria, come tutelati dallo stesso principio di coordinamento, anche in funzione dei vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea. 
Nell’ambito dello stock dei residui attivi, destano, specificamente, preoccupazione in ordine alla loro concreta esigibilità quelli più risalenti nel tempo, antecedenti la riforma del 1999, pari a circa 4,2 miliardi di euro. 
Sulla base di queste considerazioni, le Sezioni riunite della Corte dei Conti, nell’ambito del giudizio di parifica del rendiconto 2012, hanno raccomandato la tempestiva reintegrazione del fondo di accantonamento dell’avanzo, al fine di evitare prevedibili crisi di liquidità conseguenti alla difficoltà di riscossione di crediti vetusti indebitamente contabilizzati. 
Conseguentemente, faccio la cronistoria di tutti questi capitoli che sono fondamentali e importanti perché sono l’approdo della nuova manovra, con l’articolo 5 della legge regionale 7 agosto 2013, n. 13. 
Il Governo, recependo le analisi e le valutazioni espresse dalla Corte, ha provveduto a dotare di uno stanziamento pari a circa 123 milioni di euro il capitolo 215727, bilancio 2013. 
Ricordo ancora che nel bilancio di previsione, inizialmente, per l’esercizio finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016, il Governo ha accantonato nel suddetto capitolo un importo pari a circa 100 milioni di euro. 
Ed arriviamo ad ora. Recependo quello che era il suggerimento anche del Commissario dello Stato, che ha anche argomentato in merito, in sede di impugnativa, la delibera legislativa riguardante la legge di stabilità, e argomentando, diceva che il ricorso si sofferma tra l’altro sul fatto che il volume della spesa corrente generato dal provvedimento regionale - parliamo della legge di stabilità di gennaio - a fronte del ridimensionamento dei fondi di salvaguardia degli equilibri di bilancio, incide sui valori negativi già registrati nell’esercizio precedente con riferimento al saldo tra entrate e spese correnti, cui si accompagna una bassa dinamica degli incassi, in un contesto in cui la stessa spesa corrente, non adeguatamente riperimetrata, risulta essere alimentata in disavanzo. 

E siamo ora a questa manovra dove, facendo tesoro delle indicazioni e mettendo insieme risorse importanti, sono state così messe in sicurezza le rilevazioni contabili, quindi i capitoli 219202 e 219205 e il capitolo 215727 che da 99 milioni e 500 passa a 310 milioni 615, giusto articolo 3, comma 3, del presente disegno di legge; siamo dentro. Quindi, siamo dentro una impostazione che va nella giusta direzione, tenendo conto anche del fatto che il Governo intende questo capitolo non come un fondo che va in economia a fine esercizio, ma è un fondo che si alimenterà, di anno in anno, e farà fronte ai residui attivi cancellati, aspettando poi la possibilità di poter intervenire con una previsione decennale, negli anni a seguire, per la cancellazione definitiva dei residui attivi in sofferenza. 
E voglio, poi, sottolineare, come nell’audizione della Corte dei Conti fatta in Commissione, è emersa l’esigenza che un bilancio in equilibrio deve mantenere coperture in dodici dodicesimi. E’ quello che si è proposto la Commissione e il Governo con questa manovra ter, quella di poter dare copertura a voci di spesa del settore pubblico e del settore pubblico allargata. Bisogna fare un passo avanti e invito il Governo a tenere conto di qualche ulteriore emendamento che va in questa direzione perché qualche sofferenza c’è sulle province, qualche sofferenza c’è su qualche altra voce di spesa che riteniamo indispensabile e fondamentale. 
Voglio ringraziare tutti i componenti della Commissione, i colleghi che hanno partecipato al dibattito, che si sono sforzati di addivenire ad un documento condiviso, dove si è cercato di tenere dentro, al di là delle appartenenze, le cose importanti, le cose che contano, le cose che vanno nella direzione del risanamento dei conti e nella direzione di poter creare condizioni di crescita e di sviluppo con le poche risorse che ci sono, consapevoli che i tagli che lo Stato fa costituiscono sicuramente un allarme sulla finanza pubblica regionale. 
La riduzione dell’entrata è un ulteriore allarme. 
Bisogna sicuramente mettere in campo una spending review seria, fatta dai dipartimenti, nel tentativo di eliminare le sacche di spreco che ci sono ancora e che consentiranno sicuramente risparmi utili per spesa produttiva, per spesa efficace, e, quindi, andare in questa direzione del contenimento della spesa e anche nella direzione di poter surrogare sempre più, laddove possibile, interventi di spesa corrente con interventi di spesa comunitaria. 
La spesa comunitaria è un po’ al palo. Sappiamo che una buona iniezione di investimenti, di spesa comunitaria potrebbe ridare forza all’economia, l’economia vera, quella produttiva, che crea lavoro. 

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