domenica 22 giugno 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

MATTEO
4, 18-23

VENITE QUI, DIETRO DI ME
4,18    Ora, camminando sulla riva del mare di Galilea, vide due fratelli, Simone chiamato Pietro e Andrea, suo fratello, gettare il giacchio nel mare; erano infatti pescatori.   19               E dice loro:
Venite dietro di me, e vi farò pescatori di uomini!  20           Ora essi, subito, lasciate le reti, seguirono lui.   21           E, andato oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, nella barca con Zebedeo, loro padre, a rassettare le loro reti, e li chiamò.   22     Ora essi, subito, lasciata la barca e il loro padre, seguirono lui.   23 E girava per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e proclamando l’evangelo del regno e curando ogni malattia e ogni infermità del popolo. 
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Brano del Vangelo di Matteo proclamato oggi nelle Chiese di rito bizantino

Venite dietro di me! è l’invito personale di Gesù.
Il cristianesimo –alla fine- è la risposta a questa proposta.  La fede cristiana non è una dottrina (come purtroppo viene spesso instillato) o (solamente) una pratica di devozioni, riti e parate liturgiche: è la relazione personale col Nazareno.
La trama del cammino di coloro che lo seguono non è mai lineare, è piena di contraddizioni e incomprensioni, cadute e retromarce, ma pur errando qua e là, sono tanti quelli che accolgono l’invito e lo seguono.

Lo seguono per andare dove ?
La proposta è per una attraversata del deserto della vita in vista del raggiungimento della  … terra promessa dove non esisteranno le ansie e le difficoltà quotidiane.
Durante il cammino (che dura tutta una vita, per intero) per andare dietro al vangelo, ossia al Nazareno, si racconta di una ri-nascita, o meglio di un esodo dalla condizione di schiavo dei poteri condizionanti del mondo (politica, economia, immagine) a quella di uomo libero.

Schiavo ? in che senso ?
Nel senso che l’egoismo spinge l’uomo a conservare (costi quel che costi) quei poteri, e la corruzione di cui giornalmente discutiamo in Italia ne è una prova, e da questa situazione discende che il modello dell’uomo potente (obiettivo di tanti) non è mai un uomo libero ma un uomo condizionato dai compromessi accettati, dagli imbrogli messi in campo, dalle ansie del suo vivere. E' uno schiavo del suo modo di vivere.
Il modello di “vivere” proposto dal Nazareno è invece agli antipodi quindi dal
-potere
-possedere
-egoismo.
E’ un modello di vita che guarda nelle relazioni umane da costruire col prossimo, nella sincerità e nell'onestà.
La vita divina (proposta dal Nazareno) in fondo non è altro che una vera vita “umana”, fra umani.

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