mercoledì 25 giugno 2014

Chiesa di S. Rocco e dell'Immacolata Concezione ... ... di Calogero Raviotta

Statue, immagini, arredi
Nella chiesa di S. Rocco sono  esposte le statue dell’Immacolata Concezione, della Madonna di Fatima, di San Rocco e di S. Eligio. Alcune icone inoltre sono collocate sulle pareti (S. Antonio Abate, Cristo, Madre di Dio,  Annunciazione,  S. Nicola e  S. Giovanni Battista) ed altre ornano l'iconostasi, alcuni decenni fa trasferita dalla chiesa parrocchiale greca.
Questa iconostasi é molto semplice, ma particolarmente preziosa e importante per Contessa, perché segna l’adattamento della chiesa parrocchiale greca alla tradizione liturgica bizantina.
Papàs Lino Lo Iacono
Parroco di Contessa Ent.
negli anni trenta del
Novecento
Il 22 gennaio 1938 infatti, mons. Giuseppe Perniciaro, vescovo della nuova Eparchia di Piana degli Albanesi, durante la solenne celebrazione della Divina Liturgia benedice il nuovo altare quadrato e l’iconostasi, costruiti nell'ambito dei  lavori eseguiti a cura del parroco papas Michele Lo Jacono. Viene demolito anche il vecchio altare di tradizione romana, appoggiato alla parete, e gli spazi liturgici della chiesa parrocchiale greca vengono adattati alle esigenze della  tradizione liturgica bizantina.
Le immagini sacre che ornano l’iconostasi sono opera di padre Gregorio Stassi, jeromonaco della Badia Greca di Grottaferrata. E’ sua opera anche il dipinto rimasto nella chiesa parrocchiale greca, un finto mosaico, che rappresenta la Vergine “Platitera”, che si può ancor oggi ammirare in una parete della navata sinistra.
L‘iconostasi ora collocata nella chiesa di S. Rocco, é costituita da quattro pilastri, su cui poggia una trave trasversale con la scritta “Aghios, Aghios, Aghios,” (Santo, Santo, Santo).
I pilastri delimitano le tre porte dell’iconostasi: porta regale al centro, due porte diaconali ai lati. Accanto alla porta centrale, sul pilastro destro é dipinta l’immagine di Cristo, sul pilastro sinistro l’immagine della Madre di Dio (Theotocos), sul  pilastro destro appoggiato al muro é dipinto S. Giovani Battista, mentre sul pilastro sinistro appoggiato al muro é dipinto S. Nicola. L’iconostasi al centro é sormontata dalla croce con l’immagine di Cristo crocifisso.
La statua  di S. Rocco  é collocata nella prima nicchia a destra entrando. Non si conosce l’artista che l’ha scolpita né quando questa statua sia stata collocata nella chiesa di S. Rocco.
Raffigurato con le vesti di un pellegrino (mantello, bastone e bandiera), ha accanto un cane e sulla gamba sinistra si nota  una ferita. In alcuni santuari questo abbigliamento del santo, tipico del pellegrino, è completato con  un rosario dai grani grossi, che pende dalla cintola e con  una  conchiglia sul petto, necessaria per attingere l'acqua.
Molto venerato e invocato come protettore contro le malattie infettive, S. Rocco é conosciuto in tutta l’Europa e molte sono le chiese e le cappelle a lui dedicate. Molti comuni  lo onorano come patrono. Molte persone portano il suo nome.
Nato in Francia, a Montpellier, verso l'anno 1300, rimasto orfano distribuisce i suoi beni ai poveri e parte per Roma per andare a venerare la tomba di S. Pietro. Durante il viaggio, attraversando luoghi contagiati dalla peste (Piacenza, Novara, Roma) si dedica all’assistenza dei malati, senza preoccuparsi di poter essere anche lui contagiato. Per un bubbone, apparsogli sulla gamba, rimane per un po’ di tempo vicino al fiume Po, nei pressi di Piacenza, lontano dai centri abitati, nutrendosi del pane, che ogni giorno un cane randagio gli porta. Guarito continua l'assistenza agli appestati durante il viaggio di ritorno in Francia e la sua fama di santo che soccorre i malati si diffonde dovunque.
In Italia è molto famosa sia una chiesa a lui dedicata a Venezia, dove sono depositate le sue reliquie, sia il santuario di Acquaro di Cosoleto (RC), dove si venera una sua miracolosa immagine specialmente in occasione della festa celebrata il 16 agosto ed il primo novembre  di ogni anno con la partecipazione di numerosi pellegrini, provenienti da tutta la Calabria.
Nella chiesa di S. Rocco, nella prima nicchia a sinistra entrando si può ammirare la statua di S. Eligio con i paramenti vescovili. Non si conosce l’autore né quando questa statua sia stata collocata nella chiesa di S. Rocco.
Di origine francese, vissuto nel secolo VII, è nominato vescovo di Noyon nel 641. La sua festa ricorre il primo dicembre ed é patrono degli orefici, dei maniscalchi, dei contadini.
Santo leggendario come maniscalco e come orefice, è consigliere del re. Gli vengono attribuite numerose opere d’arte. Noto anche come S. Eligio di Eloi, in molti comuni della Sicilia, così anche a Contessa e nei paesi limitrofi, é più noto come “Sant’Alòi”,  protettore degli animali da soma.
Dal 1960 in una nicchia della parete destra della chiesa di S. Rocco é esposta una statua della Madonna di Fatima, fatta ivi collocare dal parroco papas Jani Di Maggio.
Nella parete frontale, dietro l’altare, in una nicchia é collocata una statua di legno della Immacolata Concezione, scolpita nel 1854 dall’artista palermitano Francesco Quattrocchi. La statua è ordinata dal parroco della chiesa greca papas Spiridione Lo Jacono ed è pagata 28 onze.
Nell’archivio della parrocchia greca esistono documenti che riguardano la statua dell’Immacolata, in particolare una autodifesa di Spiridione Lo Iacono sulla corretta utilizzazione del denaro raccolto per comprare la statua. Un intervento di restauro sulla statua é  effettuato nel 1954.
Nell’arco che segna il confine tra la parte dei fedeli ed il presbiterio, sulla volta, si legge in greco “ìkos mu, ikos prosevchìs” (la mia casa, casa di preghiera).
All’interno di una cornice in gesso, sulla parete, sopra la nicchia dov’é collocata la statua dell’Immacolata Concezione, si legge la parola greca Panacrantos (Immacolata).
Sull’altare quadrato si può ammirare un tabernacolo in legno intarsiato (croce, patena con pane, pesce e onde del mare). Sopra la porta, che collega il presbiterio alla piccola sacrestia, sulla parete in alto, é fissata una campanella.
Il pittore Valenti nel mese di agosto 1948 restaura il quadro di S. Nicolò. Sulle pareti e sulla volta che sovrasta l’altare si possono ammirare 25 piccoli angeli scolpiti in gesso.

Tradizioni
La sera della vigilia (7 dicembre) della festa dell’Immacolata Concezione, finita la celebrazione del Vespero, una grande folla di fedeli, soprattutto giovani e ragazzi, si danno appuntamento sul piazzale della chiesa per assistere  alla morte del  diavolo e di  sua moglie, raffigurati in due pupazzi a grandezza naturale, imbottiti di paglia, carta, stracci e fieno.
Il pupazzo che rappresenta il diavolo viene appeso su un palo sistemato  di fronte al campanile, sul piazzale della chiesa, mentre la diavolessa é fissata ad una corda  che congiunge il campanile col palo: terminata la funzione religiosa, i ragazzi avvicinano le loro fiaccole accese (dize) al pupazzo che raffigura il diavolo, che prende fuoco immediatamente. Dal campanile si fa scivolare allora, lungo la corda, la diavolessa in soccorso del suo sposo, ma  inevitabilmente i due pupazzi diventano un rogo  unico, che si conclude tra le risate ed il vociare festoso dei ragazzi, che poi fanno il giro del paese con le fiaccole accese, per annunciare a tutti che il demonio è stato sconfitto dalla  Madonna Immacolata, Madre di Gesù, il Salvatore.

Antico organo a canne
Nella chiesa di S. Rocco si trova un prezioso organo a canne, con particolari caratteristiche sonore (flauto dolce), costruito del secolo XVIII, comprato da Macaluso Giuseppe nel 1870 dal Monastero di S. Maria del Bosco e donato alla chiesa parrocchiale greca.
Questo piccolo organo risulta trasferito nella chiesa di S. Rocco quando la chiesa matrice greca viene dotata di un nuovo grande organo a canne.
Questo organo ha l’aspetto di un armadio con doppie ante, che chiuse nascondono le canne di piombo. Dopo l’accurato restauro effettuato recentemente dal concittadino Giuseppe Chisesi, é perfettamente funzionante.  Costruito nel 1740, é antico e prezioso e potrebbe far parte di un museo di strumenti musicali.

La chiesa di S. Rocco nel 2005
La chiesa di S. Rocco, solitamente chiusa, salvo nella ricorrenza della festa dell’Immacolata (vespero alla vigilia e Divina Liturgia), durante il primo semestre del 2004  è  al novello sacerdote papas Sepa Borzì, che vi celebra ogni giorno la Divina Lturgia, restituendo per pochi mesi la regolare funzione di culto a questa chiesa. 
La presenza del nuovo sacerdote purtroppo ben presto cessa, perché assegnato dal mese di settembre 2004 alla parrocchia greca di Palazzo Adriano.
La chiesa di S. Rocco ritorna così a rimanere solitamente chiusa e conseguentemente, per la carenza di sacerdoti disponibili, cessa anche la possibilità di poter ammirare il suo prezioso patrimonio architettonico, religioso e culturale, per alcuni mesi riscoperto ed apprezzato da tutta la comunità (clero e fedeli).

(Chiesa di S. Rocco II - fine).

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