giovedì 8 maggio 2014

Processione di S. Michele Arcangelo l’otto maggio a Contessa Entellina ... ...di Calogero Raviotta

Notizie storiche,  tradizione religiosa, processione e statua
 Premessa
 Fino alla metà del secolo scorso, a Contessa Entellina, si celebravano tante feste religiose anche portando in processione alcune delle numerose statue esposte al culto nelle diverse chiese (S.  Rosalia, S. Rocco, S. Eligio, Immacolata, Madonna di Fatima, Madonna Regina del Mondo, S. Giuseppe, Crocifisso,  Madonna del Rosario, S. Nicola, S. Lucia,  Madonna della Favara, S. Francesco, S. Antonio, S. Michele Arcangelo, S. Pasquale, S. Pietro, S. Giuseppe Artigiano, Addolorata, S. Rosalia, ecc.).
Alcune di queste feste religiose vengono ancor oggi celebrate a Contessa con processione, con o senza fuochi d’artificio e banda musicale (Corpus Domini, Venerdì Santo, Esaltazione della Croce, Madonna della Favara, S. Giuseppe, S. Rosalia, S. Antonio, Madonna Regina del Mondo nella parrocchia di Piano Cavaliere). Fino a circa 50 anni fa a Contessa Entellina si portava in processione anche la statua di S. Michele Arcangelo il giorno otto maggio.
Inoltre è documentato dal resoconto delle visite del vescovo di Agrigento, dal 1669, che a S. Michele Arcangelo nel casale di Contessa già nel secolo XVII era dedicato un altare nella chiesetta rurale della Madonna della Favara.
Facendo una riflessione su questi dati certi sorgono spontanee alcune domande: perché a Contessa a S. Michele Arcangelo è riservato un culto particolare fin dal secolo XVII? Perché  è celebrato con processione l’otto maggio solamente a Contessa mentre in altre località, limitrofe e non, è ricordato nel giorno, che ricorre la sua festa liturgica, precisamente il 29 settembre secondo il rito romano  e l’otto novembre secondo il rito bizantino?
Di seguito sono descritte le motivazioni religiose e storiche, che a Contessa hanno dato origine sia alla plurisecolare devozione popolare per  S. Michele Arcangelo sia alle peculiari caratteristiche di questa tradizione religiosa locale.

Festa liturgica di S. Michele Arcangelo

S. Michele Arcangelo nel calendario liturgico, sia orientale sia occidentale, secondo il rito e la tradizione locale, oggi è ricordato in date diverse.
Fin dal secolo XI S. Michele (Chi come Dio?) è ricordato in tutta l’Europa il 29 settembre, secondo la tradizione liturgica del rito romano. Fin dal Medioevo nel santuario del Gargano è commemorato sia il 29 settembre (solenne processione con la spada di S. Michele) sia l’otto maggio (anniversario della apparizione nella grotta del Gargano).
Con la recente riforma del calendario liturgico, adottata dopo il Concilio Vaticano II, S. Michele è ricordato il 29 settembre assieme a S. Raffaele (Dio guarisce), prima commemorato il 24 ottobre, ed a S. Gabriele (uomo di Dio, uomo forte), prima commemorato il 26 marzo. Anche nel rito ambrosiano S. Michele è ricordato il 29 settembre unitamente a S. Gabriele e S. Raffaele. Nel rito bizantino i tre angeli sono ricordati invece l’otto novembre. L’otto maggio S. Michele Arcangelo è ricordato inoltre nel calendario liturgico della Chiesa Ortodossa già dal V secolo.
Nell’Orològhion della Badia Greca di Grottaferrata, che l’otto maggio ricorda S. Giovanni il teologo, S. Arsenio il Grande e l’apparizione di S. Michele Arcangelo nel Gargano, è riportato anche il seguente testo del tropario dedicato all’Arcangelo Michele (tono IV): “Ton uranìon stratiòn architràtighe, disopùmen se imìs i anàxii, ìna  tes ses deìsesi tichìsis imàs, sképi ton pterìgon tis aìlu su dòxis fruròn imàs prospìptondas ektenòs ké voòndas: ek ton kindìnon litrose imàs, os Taxiàrchis ton àno dinàmeon (O principe delle angeliche milizie, noi indegni ti supplichiamo che ognora ci sostieni con le tue preghiere, custodendoci sotto l’ombra delle ali della tua gloria. Prostrati dinanzi a te gridiamo: liberaci da ogni pericolo, o Condottiero delle celesti schiere)”.
Lo stesso tropario è riportato l’ otto novembre (ricordo di S. Michele Arcangelo e di tutte le angeliche schiere) nel “Manuale di preghiere dell’Eparchia di Piana degli Albanesi” (1959) con una piccola variante: l’invocazione è al plurale (ai tre angeli) e non al singolare (a S. Michele): “Ton uranìon stratiòn architràtighi disopùmen imàs imìs i anàxii, ìna  tes imòn deìsesi tichìsite imàs, sképi ton pterìgon tis aìlu imòn dòxis frurùntes imàs prospìptondas ektenòs ké voòndas: ek ton kindìnon litrosaste imàs, os taxiàrche ton àno dinàmeon (O principi delle angeliche milizie, noi indegni vi supplichiamo che ognora ci sosteniate con le vostre preghiere, custodendoci sotto l’ombra delle ali della vostra gloria. Prostrati dinanzi a voi gridiamo: liberateci da ogni pericolo, o Condottieri delle celesti schiere)”.

S. Michele Arcangelo: culto e iconografia

L’Arcangelo Michele, citato più volte nel Vecchio Testamento, principe degli angeli, è considerato protettore del popolo ebreo, difensore dei deboli.
Nell’Apocalisse è descritto come avversario del demonio e vincitore, con i suoi angeli buoni,  sugli angeli cattivi, i demoni.
Nell’iconografia, sia orientale che occidentale, S. Michele è rappresentato come un soldato, con la spada in mano, con ai suoi piedi il demonio sconfitto. A volte viene rappresentato con la bilancia in mano per la “pesatura delle anime”.
Il culto a S. Michele sorge in Italia e si diffonde in tutta l’Europa dopo le sue apparizioni (nel 490,  nel 492, nel 493 e nel 1656) in una grotta del Gargano, oggi Monte Sant’Angelo. 
Nel luogo delle sue apparizioni nel secolo sesto viene costruito un santuario, ancor oggi meta di pellegrini provenienti da tutto il mondo.
Parecchie chiese, cappelle e oratori sono dedicate a S. Michele in tutto il mondo ed inoltre è patrono di tante località italiane (Caserta, Cuneo, Vasto, ecc ) e straniere (Jena, Colmar, ecc.) ed inoltre è protettore di popoli (Longobardi), sovrani e varie categorie professionali (farmacisti, giudici, radiologi, ecc.).
In alcuni comuni italiani è stato ripristinato in tempi recenti il “ Palio di S. Michele” (Gualdo Tadino, Bastia Umbra, ecc.), che nel Medioevo si svolgeva l’otto maggio. Il culto a S. Michele in Italia si è diffuso prevalentemente durante il dominio bizantino e longobardo.

Culto dedicato a S. Michele Arcangelo nel casale di Contessa

Nel resoconto della visita pastorale, effettuata nel casale di Contessa dal vescovo di Girgenti il 29 agosto del 1669, viene riportato che, nella chiesa dedicata a S. Maria delle Grazie vi sono tre altari: quello maggiore, uno dedicato alla Beata Maria Vergine ed uno dedicato a S. Michele Arcangelo.
Analogo riscontro si trova nel resoconto della visita pastorale effettuata il 26 maggio 1678 con la espressa citazione dei  predetti tre altari esistenti nella cappella  dedicata a S. Maria delle Grazie. Nel resoconto viene anche precisato che il vescovo dispone che i due altari dedicati alla Madonna ed a S. Michele vengano adattati adeguatamente, secondo le norme canoniche, per la celebrazione liturgica.
L’otto agosto 1849 viene confermata alla chiesa latina la facoltà di benedire le case il sabato santo e, come in passato,  di fare alcune processioni: S. Marco, Rogazioni, Domenica delle Palme, S. Antonio, S.  Rosalia,  S. Francesco, S. Michele Arcangelo, Corpus Domini.
Questi riscontri documentali confermano che il culto dedicato a  S. Michele Arcangelo, è già di particolare rilevanza fin dai primi insediamenti dei profughi albanesi nel casale di Contessa e si è conservato nei secoli successivi, come dimostra la processione che si svolgeva l’otto maggio a Contessa Entellina, fino a 50 anni fa, e certamente dalla data in cui fu acquistata la statua, che si venera nella chiesa parrocchiale latina.


 (parte I - Continua)

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