giovedì 29 maggio 2014

Accadde il 29 maggio

Crollò Costantinopoli
Correva l'anno 1453 e quel 29 maggio era martedì. 
Fu il giorno in cui cadde, crollò l'Impero Romano d'Oriente, l'ultimo baluardo della civiltà romana che era sorta sui colli di Roma nel 700 avanti Cristo e -dopo oltre 2000 anni- si rassegnava, si piegava dinnanzi all'avanzare dei Turchi che qualche secolo dopo arriveranno sotto le mura di Vienna.
Santa Sofia oggi è museo.
Gli integralisti islamici premono sul
governo per ri-destinarla a
moschea
Quel martedì del 1453 fu come se il sole si fosse oscurato a mezzogiorno: era caduta la città simbolo della Cristianità che aveva saputo resistere all'islamismo. 
La notizia quando arrivò in Occidente, a Roma, a Napoli, in Spagna, Francia e Inghilterra sembrò non vera. L'Occidente nei confronti di Costantinopoli mostrava indifferenza ... "tanto quella è una città imprendibile" si diceva.
I Turchi Ottomani avevano invaso tutti i territori dell'impero, dall'Egitto alla penisola balcanica, eppure Costantinopoli aveva continuato a resistere.
Giovanni VIII Paleologo, imperatore nei primi decenni del millequattrocento, cercò di ottenere aiuti e sostegni dall'Europa, ma nessun governante si scosse più di tanto. 
Mosaici sopravvissuti  a Santa Sofia
Quell'Imperatore sembrava venire da ... lontano. Quei titoli di Imperatore Romano, quelle pretese di rappresentare la cultura di Roma, sembravano  assurde in un Occidente che aveva del tutto smarrito il ricordo della cultura classica greco-romana. 

Il Papa  (erano tempi in cui il Vangelo era stato posto negli scaffali) pretese che l'Imperatore assicurasse la sottomissione di quei cristiani d'Oriente che erano rimasti attaccati al Cristianesimo delle origini e non vedevano negli splendori, nella mondanità e nel potere politico pontificio il sole della salvezza.
L'Imperatore tuttavia promise, firmò e partecipò con i prelati d'Oriente che riuscì a raccimolare al Concilio di Firenze, ma il Papa non mandò a Costantinopoli gli aiuti attesi per consentire di resistere ai Turchi, nè peraltro le popolazioni d'Oriente presero per valide le promesse imperiali di sottomissione al Papa. 
In Oriente ciò che si diceva era "in estrema ipotesi è preferibile sottostare agli islamici piuttosto che accettare le eresie del Papa di Roma".

Il popolo non condivise la scelta "politica" dell'Imperatore ed infatti in maggioranza preferì combattere le armate di Maometto II.
Dalle altre popolazioni ortodosse dell'Europa arrivarono aiuti e sostegni militari. Una armata composta da Serbi, Ungheresi ed in parte Polacchi fu soverchiata dai Turchi (200.000 uomini). In Albania lo Scanderbergh, per anni, tenne in scacco l'esercito turco, ma Costantinopoli continuò a restare circondata da artiglierie e milizie turche.
Dopo un lunghissimo assedio la Città (così veniva chiamata Costantinopoli: la Città per antonomasia), nella mattinata del 29 maggio 1453 vide le sue mura sbriciolarsi a fronte dei continui colpi dell'artiglieria turca.
L'ultimo Imperatore fu Costantino XI, il quale invitato da Maometto II di sottoscrivere la resa, aveva risposto ""Darti la città non dipende nè da me nè da altri; tutti siamo disposti a morire per decisione comune".
Gli ordini del Sultano furono precisi: massacrare la popolazione ! E con la popolazione fu massacrato l'Imperatore, il Senato romano, e l'intero clero.
La Chiesa più grande della Cristianità di allora, quella di Santa Sofia fatta costruire da Giustiniano un millennio prima, fu trasformata in Moschea e la città -fatta costruire da Costantino- fu denominata Istambul.
Il nuovo impero ottomano instaurato da Maometto II cessò di esistere nel 1922, quando una rivolta di ufficiali dell'Esercito, guidati da Ataturk instaurò la Repubblica di Turchia.
L'Occidente che si era illuso che il crollo dell'Impero d'Oriente non potesse interferire con i suoi interessi politico-territoriali si accorse, invece, ben presto che (1480) i turchi poterono con facilità devastare la Puglia e ad Otranto poterono massacrare l'intera popolazione. 
In seguito che la minaccia arriverà fino a Vienna. 
Per secoli le coste  siciliane saranno sottoposte a scorrerie e minacce fino al punto che esse dovettero essere costellate, dagli spagnoli, con le torri di avvistamento che ancora oggi ricordano a noi le vicende della Storia.

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