venerdì 4 aprile 2014

Scienza. Piccoli flash sull'Universo in cui siamo immersi (n. 4)

Le stelle non sono eterne
Le stelle nascono, vivono, muoiono. In realtà potremmo dire che la morte per esse costituisce un nuovo inizio.

Le stelle sono grandi sfere di fuoco, alimentate da gas incandescenti, e splendono grazie al loro calore interno.
Abbiamo già appreso che nascono dalla condensazione dei gas sparsi negli immensi spazi interstellari, sotto l'azione della forza di gravità. Durano per milioni, o miliardi di anni grazie al fatto che i gas stellari tendono a sfuggire nello spazio ma sono al contempo contrastati dalla gravità. In ciascuna stella le due forze ora ricordate sono contrastanti ed in perfetto equilibrio. Se venisse meno l'equilibrio del Sole esso si distruggerebbe in pochi minuti.
Il nostro sistema solare possiede una peculiarità: possiede un solo astro centrale. In generale nella nostra galassia (e nell'intero Universo) vi sono due o più stelle relativamente ravvicinate (che stanno in equilibrio grazie alle forze ricordate) che costituiscono un loro "sistema". Se nel loro unico sistema vi fossero degli abitanti questi vedrebbero due o più soli, di grandezze e colori differenti fra loro. Questi Soli sorgerebbero e tramonterebbero in orari differenti fra loro e ciascuno proietterebbe proprie ombre sull'ipotetico pianeta ove stanno gli abitanti.
A noi il cielo sembra immutabile, sempre lo stesso, anno dopo anno. Pure le stelle, prescindendo dalle variazioni stagionali, ci sembrano sempre le stesse. Solo in occasione dell'arrivo di qualche cometa constatiamo una novità. Per il resto tutto ci sembra immutabile.
In effetti il Sole da alcuni miliardi di anni non ha manifestato grandi cambiamenti. Se accidentalmente fosse cambiata la sua luminosità la Terra, questa nostra Terra, avrebbe già subito conseguenze inimmaginabili.
Noi esseri umani riusciamo a seguire la nascita, vita e fine di un fiore, di un animale, mentre ci è impossibile seguire le vicissitudini di una stella.
In genere viene fatto questo paragone: se un insetto che vive poche ore avesse la capacità di studiare gli uomini capirebbe che nascono bambini, alcuni sono adulti, altri vecchi. Capirebbe che taluni sono maschi, altri femmine, alcuni con un colorito ed altri con un diverso colorito.
Questo è l'ambito delle nostre conoscenze rispetto agli abitanti dell'Universo (nella veste di stelle). 
Sappiamo che alcune hanno un colore ed altre un altro; siamo arrivati a capire che il colore dipende dalle diverse loro temperature (come accade ad un pezzo di ferro riscaldato nella fucina dal fabbro: rossiccio, giallo, bianco incandescente).
Sappiamo dagli studi degli astronomi che il Sole è una stella media, nè troppo grande nè piccola. 
Il Sole ha un diametro 100 volte quello della Terra (nel suo volume potrebbe  contenere un milione di Terre). Alcune stelle, chiamate nane bianche,  sono grandi  come il nostro pianeta, altre, gigantesche potrebbero contenere milioni di Soli.
Con quanto detto, noi che viviamo solamente 70/80 anni, stiamo conducendo uno studio sistematico di ciò che ci sovrasta nel cielo, e siamo come quell'insetto che vive poche ore e fa conoscenza (diciamo cosi) degli esseri umani.
Eppure ciò che cominciamo ad osservare sistematicamente (solo da alcuni decenni) è una delle più grandi conquiste dell'umanità.
(segue)

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