domenica 20 aprile 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

Dio nessuno mai l’ha visto: l’unigentito Dio, che è verso il grembo del Padre, egli l’ha narrato
Giovanni
1 1-18

In principio era la Parola e la Parola era verso Dio  e la Parola era Dio. 2  Questa era in principio verso Dio. 3  Tutte le cose furono (fatte) per mezzo di lei e senza di lei neppure una cosa fu (fatta). 3b  In ciò che è stato (fatto) 4 (essa) era vita e la vita era la luce degli uomini; 5  e la luce splende nella tenebra e la tenebra non la afferrò.
6  Ci fu un uomo inviato da Dio, Giovanni il suo nome. 7 Questi venne per una testimonianza,  per testimoniare sulla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Non era lui la luce,  ma per testimoniare sulla luce. 9 (La Parola) era la luce vera che illumina ogni uomo venendo nel mondo.
10  Nel mondo era  e il mondo fu (fatto) per mezzo di lei;  e il mondo non la (ri)conobbe.11  Venne nella sua proprietà e i suoi non la presero. 12  Ma a quanti la accolsero ad essi diede il potere di diventare figli di Dio, a coloro che credono nel suo nome; 13 i quali non da sangue,  né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma da Dio furono generati. 14  E la Parola divenne carne e s’attentò tra noi; e contemplammo la sua gloria, gloria di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. 15 Giovanni testimonia di lui e ha gridato dicendo: Questi era colui del quale dissi: Colui che viene dopo di me è diventato davanti a me perché era prima di me. 16  Infatti dalla pienezza di lui noi tutti accogliemmo grazia su grazia; 17 poiché la legge fa data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità fu per mezzo di Gesù Cristo. 18 Dio nessuno mai l’ha visto: l’unigenito Dio, che è verso il grembo del Padre, egli l’ha narrato.
Brano del Vangelo di Giovanni proclamato oggi, Pasqua 2014, nelle Chiese di rito bizantino
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“Adamo dove sei ?” e lui rispose “Mi sono nascosto, ho avuto paura di Te”.
E’ la modalità  che la tradizione giudaica-cristiana dà al fatto che nessun essere umano ha idea di come sia il suo creatore, la sua sorgente. Sappiamo che l’immagine e somiglianza siamo noi, se volontariamente aderiamo al suo fine.
Gesù Cristo con le sue opere e parole (aderenti al fine voluto da Dio), con la sua vita e morte, ci ha mostrato chi è e cosa vuole Dio, sino a dire: “Chi ha visto me ha visto il Padre”.
Egli è infatti la Parola, che per questo è diventata “carne”, uomo.
Egli, è, per i Cristiani, l’uomo abilitato a pieno titolo a narrarci l’invisibile. E l’uomo scopre che colui che amava chiamarsi Figlio dell’uomo e si proclamò Figlio di Dio, è la Parola che da sempre è presso il Padre ed è Dio. Essa (Parola), testimoniata da sapienti e profeti e mai conosciuta, divenne carne in Lui, per rivelarci e donarci la sua stessa vita, la possibilità di essere figli di Dio.
Il prologo è  un inno alla Parola, luce e vita di tutto, dove ciò che si dice apre alle armonie dell’indicibile. Le sue radici, più che nella tradizione greca, presente all’autore, affondano nell’Antico Testamento, in quei testi che cantano la Parola e la Sapienza, personificazioni di Dio all’opera nella natura e nella storia.
La Parola sarà l’argomento di tutto il vangelo di Giovanni.
Il termine Lógos (= Parola), personificato, esce nel prologo,  dove si dice che diviene carne per manifestarci la sua gloria di Figlio unigenito. In seguito si parla invece di Gesù, dicendo perché e come si fa fratello di ciascun uomo.
L’inizio del testo parla del Lógos presso Dio e del suo ruolo nella creazione e nella redenzione, il centro del suo diventare carne, il finale del suo narrarci il Padre. Lo scopo di tutto il Vangelo è che noi, ascoltandolo e accogliendolo, possiamo diventare figli di Dio.
Il Nazareno è autorizzato a presentarci il Padre perché è “il” Figlio. Aderire o meno alla sua persona, significa per noi accettare o rifiutare la nostra verità di figli.
Questo è il giudizio che ogni uomo è chiamato a pronunciare sulla propria vita.


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