domenica 2 marzo 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

Mt. 6  14-21 
 QUANDO DIGIUNI, PROFUMATI IL CAPO 
 Disse il Signore: 14​ Infatti se avrete rimesso agli uomini le loro cadute, rimetterà anche a voi il Padre vostro celeste; 15​       ma se voi non avrete rimesso agli uomini, neppure il Padre vostro celeste rimetterà le vostre cadute. 16​Ora, quando digiunate,non siate come gli ipocriti, dal volto tetro. Infatti si sfigurano il volto per figurare agli uomini come digiunatori. Amen vi dico: hanno già la loro ricompensa.  17​Tu, invece, quando digiuni, profumati il capo e lavati il volto, 18​perché non figuri agli uomini che digiuni, ma al Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che guarda nel segreto, ti restituirà.  6,19​Non tesorizzate per voi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine fanno scomparire e dove i ladri scassinano e rubano;  20​tesorizzate invece per voi tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine fanno scomparire e dove i ladri non scassinano né rubano.  21​Infatti dove è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Brano del Vangelo proclamato oggi nelle Chiese di rito bizantino

 I farisei al tempo del Nazareno erano osservanti rigidi delle regole religiose; in determinate ricorrenze dell'anno digiunavano ben due volta la settimana. Allora -come oggi- l'essere esibizionisticamente "devoti" procurava fama di persona pia.  
Ecco, che il Vangelo non descrive fatti e costumi di duemila anni fa', ma comportamenti di sempre. 
Ogni essere umano cerca di primeggiare, scegliendo l’ambito dove meglio riesce. Non importa se è la religione o lo sport, l’arte o l’economia, la pace o la guerra, la politica o la malavita: tutto serve per essere “qualcuno” davanti agli altri.  
-Apparire agli occhi degli uomini,  
-voglia di "possedere"  
-disporre di "potere",   
sono ancora oggi il DNA  di tutti i mali del mondo. 
I  politici, quelli di oggi, sono di una inettitudine e di una ignoranza cosi' grassa che qualsiasi capra risulta essere un pozzo di sapienza, eppure essi sono malati di un illimitato desiderio di "apparire" statisti, e non mettono mai in conto che la loro inidoneità procura danni immensi alla comunità. 
Le passerelle di politici, di uomini di presunta cultura, di managers delle aziende partecipate cui siamo costretti ad assistere su tutti i canali tv servono a soddisfare il desiderio di "immagine", di "apparire", di piccoli uomini che si sentono realizzati, proprio come quei "farisei" che tenevano a mostrarsi "pallidi" in viso per comunicare di avere digiunato e quindi di meritare l'attributo di "uomini pii". 
Il messaggio del brano evangelico e' che  "l’ipocrita cerca la propria reputazione, e in tutto trova il proprio io, il proprio egoismo". 
 A proposito di digiuno, e' noto che la Chiesa occidentale ha in anni recenti attenuato la pratica del digiuno. In una società ridotta a bocca che tutto divora (consumismo), a tubo digerente che tutto assimila (omologazione), il digiuno riacquista attualità e rilevanza. E c’è anche, lo ha evidenziato nell'omelia il celebrante, il digiuno della mente e del cuore, dell’orecchio e dell’occhio a cui pero' difficilmente riusciamo a sottostare. 
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Il brano evangelico possiede ulteriori spunti e non riusciamo in questa sede a richiamarli tutti. 
C'e' il tema ricorrente nel Cristianesimo: fine della vita non e' quello di accumulare beni, senza accorgersi che chi fa delle cose (dei beni) il suo dio (idolatria), le distoglie dal loro fine, che è di tenerle a disposizione di chi ne necessita. 
La brama di possedere è come l'apparire, origine di tutti i mali.  
Peraltro i beni in natura, cibo e vestito, col tempo saranno divorati dalla tignola - e lo stesso corpo dai vermi. I beni in metallo perdono il loro splendore. Ciò che serve per vivere, muore; ciò che giova per apparire, scompare. 
A maggior ragione ciò che è accumulato, rubato dalle casse erariale come fa la gran parte dei nostri politicanti, è furto ai danni dei cittadini e presto o tardi, verrà sottratto -pure esso- dai fenomeni naturali a chi disonestamente lo ha fatto proprio.

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