mercoledì 26 marzo 2014

IL CULTO DEI MORTI A CONTESSA ENTELLINA IERI E OGGI ... ... di Calogero Raviotta

Tradizioni, arte, confraternite, cimitero, canti,….
 "I morti continuano a vivere nel ricordo dei vivi".
La maggior parte dei contessioti, essendo cattolici, anche se alcuni  di rito bizantino ed altri di rito romano, ricordano i morti secondo la tradizione cristiana, che si esprime in forme di culto diverse non solo tra regione e regione, ma anche tra paesi limitrofi.
La " festa dei morti" ovvero la commemorazione dei defunti costituisce una occasione utile per ricordare e conoscere alcune usanze legate al culto dei defunti e ancor oggi seguite a Contessa Entellina.
L'educazione al culto ed al ricordo affettuoso dei morti é curata  fin dai primi anni di età con l'usanza di far trovare ai bambini, al mattino del due novembre, dei doni "portati" durante la notte dai parenti defunti.
In passato questi doni erano costituiti da biscotti, frutta, dolci, statuette di zucchero. Oggi tali doni sono costituiti anche da giocattoli, materiale scolastico,, vestiti, ecc.

Lutto.
La morte di una persona cara, secondo le usanze seguite nelle varie comunità, incide sul comportamento, sull'abbigliamento e su altri aspetti della vita personale e sociale dei parenti. Questa particolare situazione viene definita lutto.
La durata e l'osservanza del lutto dipende dal grado di parentela e dalle convinzioni socio-culturali da ciascuno maturate.
L'abbigliamento delle persone in lutto segue dettagliate prescrizioni, in passato scrupolosamente osservate ed oggi in parte decadute.
Le donne vestono in nero, mentre gli uomini trascurano di far la barba per parecchi giorni, portano la cravatta nera, un bottone rivestito di panno nero (sulla camicia o sulla giacca) ed il cappello scuro. I bambini solitamente si limitano a portare un piccolo segno di lutto: una volta le bambine portavano un fiocco nero.
Durante i primi mesi di lutto non si usano gioielli e profumi e  vengono evitate  le occasioni e le espressioni di gioia e di festa.

Veglia funebre.
La salma, preparata per il funerale e la sepoltura, viene sistemata su un letto, posto al centro di una stanza.
Fino al momento del funerale il defunto viene vegliato dai parenti intimi, che stanno seduti in silenzio oppure recitano delle  preghiere.
I vicini, gli amici ed i conoscenti vanno a visitare il defunto e portano solitamente dei fiori. Dopo aver sostato in silenzio davanti alla salma, parlano con i familiari  ricordando   episodi  della sua vita, gli ultimi suoi momenti o le ultime sue parole.
Quando giunge il momento del funerale la salma, benedetta dal sacerdote, viene sistemata nella bara, mentre i familiari più intimi ad alta voce esprimono l'ultimo saluto al defunto con espressioni accorate di addio.

Corteo funebre.
Apre il corteo funebre il sacerdote con i chierichetti, cui seguono il carro funebre, i parenti, gli amici, i conoscenti, ecc.
Qualche volta il corteo é accompagnato dalla banda musicale. Quando il defunto fa parte delle Confraternite locali, al corteo funebre partecipano i soci, uno dei quali porta lo stendardo.
Dalla casa del defunto il corteo si avvia verso la chiesa, dove vengono celebrati l'ufficio religioso e la S. Messa. Il celebrante solitamente, durante la messa, ricorda brevemente i meriti e le virtù del defunto. L'elogio funebre solenne é invece riservato ai cittadini che si sono particolarmente distinti ed hanno onorato il paese per meriti culturali, sociali, religiosi, ecc. Dopo la funzione religiosa, da qualche anno è stata introdotta l'usanza di porgere  in chiesa le condoglianze ai parenti del defunto, prima che inizi il corteo  verso il cimitero, dove la bara viene tumulata.
Dopo la tumulazione i parenti si fermano davanti al cimitero per ricevere le condoglianze di quanti hanno accompagnato il defunto all'ultima dimora.
I familiari del defunto quindi ritornano a casa, dove consumano un pasto caldo, preparato da amici o parenti.
I parenti, gli amici ed i conoscenti che non sono stati presenti al funerale,  nei giorni successivi si recano nella casa del defunto per porgere le condoglianze ai familiari. Alcune famiglie però  dispensano da tali visite.
I familiari del defunto solitamente mandano un biglietto di ringraziamento ai parenti, agli amici ed ai conoscenti che vivono lontani e che hanno comunicato le condoglianze con lettera o telegramma.

Confraternite.
A Contessa sono operanti da alcuni secoli alcune Confraternite costituite con scopi religiosi e di solidarietà e soprattutto per sostenere le spese connesse al funerale ed alla tumulazione.
Tali associazioni, costituite nell'ambito delle parrocchie, sono:
- Congregazione della Madonna della Favara (Parrocchia latina), costituita nel 1882;
- Congregazione di S. Giuseppe (Parrocchia greca), costituita nel 1923;
- Congregazione dell'Immacolata (Parrocchia greca), costituita nel 1920.
Ogni Congregazione ha la sua cappella nel cimitero e provvede anche alla costruzione ed alla manutenzione dei loculi riservati ai soci defunti.
Attualmente anche la "Società di Istruzione e Beneficenza" (nota come cappella Mulè) ha una cappella con loculi nel cimitero di Contessa Entellina.
Ogni Congregazione mette gratuitamente a disposizione dei soci defunti un loculo e dà un contributo una tantum per le spese funebri (servizi religiosi e costo della bara).
Dal resoconto delle visite pastorali, effettuate a Contessa dal vescovo di Agrigento, risultano nel 1600 operanti la Congregazione del Santissimo Sacramento e la Congregazione della Madonna della Favara, cui era affidata la chiesetta costruita per custodire l'immagine della Madonna (mosaico portatile) trovata nelle vicinanze della Fontana Favara, cappella dal vescovo di Girgenti destinata nel 1698 a sede provvisoria della nuova parrocchia, istituita per i fedeli di rito romano.

Funzioni religiose e visite al cimitero.
Per onorare la memoria del defunto i parenti di religione cristiana, credenti e praticanti, fanno solitamente celebrare  dei servizi religiosi: messa durante il funerale ed in certe ricorrenze (terzo, nono e quarantesimo giorno dalla morte e anniversari della nascita e della morte).
Solitamente queste tradizioni vengono scrupolosamente osservate dai parenti intimi del defunto (figli, vedovi, fratelli).
La chiesa si ricorda di tutti i defunti in particolari giornate a loro dedicate :
- il 2 novembre   (calendario liturgico  romano),  quando  i soci delle  congregazioni vanno   al  cimitero   in  corteo  con lo   stendardo e accompagnati dal sacerdote;
- Sabato, vigilia di Pentecoste (calendario liturgico  bizantino), quando viene  celebrata nella cappella del  cimitero la messa per tutti i defunti (una volta si andava in corteo al cimitero);
- Sabato,  vigilia  della domenica di carnevale (calendario liturgico bizantino), quando viene celebrata la messa per tutti i defunti.
Solitamente, per consentire le visite ai defunti, nei cimiteri é esposto un orario di apertura, sia feriale che festivo.
I Contessioti vanno a visitare i defunti oltre che nelle ricorrenze sopra precisate, anche quando partecipano ai funerali.
Essendo il paese molto piccolo, quasi tutti i residenti sono tra loro o parenti o conoscenti o amici o vicini di casa, per cui la maggior parte partecipa ai funerali accompagnando i defunti fino al cimitero. I funerali quindi diventano periodica occasione per fare anche una visita ai propri  defunti.
Cimitero, chiese e parco delle rimembranze
Entrando nelle nostre chiese a Contessa, ancor oggi  é possibile trovare delle lapidi sepolcrali nelle pareti, mentre quelle del pavimento sono state rimosse a seguito dei lavori di restauro effettuati dopo il terremoto del 1968.
Queste lapidi testimoniano che i morti erano seppelliti una volta nelle chiese, o nei cimiteri attigui. Dal secolo scorso invece, per motivi sanitari, i morti devono essere seppelliti nei cimiteri, costruiti fuori dai centri abitati. 
A Contessa emerge la necessità di costruire il cimitero in occasione delle epidemie  del 1837, del 1856 e del 1867, quando i morti di colera  vengono  seppelliti nella chiesa rurale dell’Odigitria.
Il Comune progetta già nel 1840 di costruire il cimitero, cui però non è  dato alcun seguito. Tale proposito emerge ancora negli anni 1846 e 1867, ma il cimitero è realizzato nei  decenni successivi ed ampliato nel 1929: tale anno é riportato su una targa di marmo apposta sul muro d’ingresso del cimitero (guardando il cancello, in alto a sinistra).
La tumulazione di defunti in luoghi diversi dal cimitero oggi, secondo il Regolamento di polizia mortuaria, deve  essere espressamente autorizzata dal Ministero della Sanità, su documentata istanza, per meriti particolari religiosi, sociali, culturali, ecc. del defunto. 
A Contessa recentemente é stata concessa l’autorizzazione per una tumulazione speciale: l’urna con i resti mortali di mons. Giuseppe Schirò  nel 1995  dalla cappella di S. Giuseppe del  cimitero è trasferita e collocata in una nicchia della cappella del Lume della chiesa parrocchiale “SS. Annunziata e S. Nicolò”.
La tumulazione dei defunti nel secolo scorso provoca una vivace contestazione tra Amministrazione comunale e clero di rito greco negli anni 1875 e 1876. In sintesi questi i fatti essenziali.
Il Sindaco pro-tempore (dott. Salvagio) il 9 gennaio 1976 aveva fatto adottare dal Consiglio Comunale, composto da una maggioranza di membri di rito latino, una delibera con la quale si autorizzava un’azione giudiziaria contro il clero di rito greco per reintegrare il Comune di Contessa nel possesso della chiesa rurale dell’Odigitria.
Il clero di rito greco (Papas Domenico Musacchia parroco, papas Angelo Clesi, papas Calogero Schirò, papas Filippo Lo Jacono, papas Giuseppe Schirò di Ignazio, papas Giuseppe Schirò di Antonino, papas Giovanni Carlisi) il 12 gennaio 1876 presentano, contro tale deliberazione, una protesta al Sotto Prefetto del Circondario di Corleone.
La questione si conclude con un volontario accordo  tra le parti: la chiesa rimane di proprietà del clero di rito greco, che da la propria disponibilità a farvi seppellire i defunti di rito latino morti di colera.
Ha un ruolo importante in questa vicenda l’intervento del notaio Calogero Genovese, consigliere comunale di minoranza, che dimostra l’infondatezza della pretesa dell’Amministrazione comunale.

Caduti in guerra e Parco delle rimembranze
Il 4 novembre é il giorno dedicato ai caduti per la Patria, ed in loro ricordo in tutti i comuni sono stati costruiti dei monumenti. A Contessa due lapidi sono dedicate ai caduti e sono fissate sulla facciata della chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, ai lati del portone di accesso.
Non essendo più il 4 novembre considerato giorno festivo, le funzioni religiose e le celebrazioni civili per i caduti e per i combattenti vengono svolte nella domenica più vicina a tale data.
Anche a Contessa per tale ricorrenza i combattenti, reduci delle due guerre mondiali, si radunano al mattino davanti alle due lapidi ed alla presenza delle autorità civili, religiose e militari viene deposta una corona d’alloro e di fiori in memoria dei caduti contessioti, mentre la banda musicale suona l’inno nazionale.
A Contessa, nella contrada Giarrusso, ai contessioti morti in guerra é dedicata la “Villa dei caduti”, all’interno della quale si trova una cappella dedicata a S. Giuseppe. In tale Chiesetta, il 4 novembre, fino a qualche anno fa, veniva celebrata una messa in suffragio dei contessioti caduti in guerra, alla quale assistevano le autorità civili, religiose e militari oltre che i combattenti reduci.
Il “Comitato di difesa civile di Contessa” ed i fratelli residenti a New Orléans sulla facciata della chiesa delle Anime Sante (in Piazza Umberto I) il 4 novembre 1919 posero le due Lapidi sopra citate, sulle quali é riportato un testo di encomio per i caduti, l’elenco dei nomi dei caduti della prima guerra mondiale (1915/18) ed una preghiera in albanese, come qui di seguito riportato:
 “Rifulga glorioso nei secoli il nome dei magnanimi concittadini, caduti pugnando per la libertà e la grandezza della Nazione. Sacrificio sublime, augurante il trionfo della fratellanza dei popoli vinti nella santità e nella giustizia del lavoro”.
Augello Alfonso - Buccola Antonino - Bruno Biagio - Bruno Rizzo Nicolò - Crocchiolo Agostino - Chisesi Filippo - Chisesi Giuseppe - Clesi Giovanni - Cuccia Angelo - Cuccia Antonino - Cusumano F. Paolo - Daino Francesco - D’Angelo Bendetto - D’Assaro Salvatore - Di Maggio Antonino - Foto Gioacchino - Gargano Pietro - Gassisi Vincenzo - Glaviano Antonino - Guzzardo Giuseppe - Lala Antonino - Lala Spiridione - Lojacono Filippo - Migliore Salvatore - Montalbano Gioacchino - Nicolosi Pietro - Ragusa Gioacchino - Pecoraro Giuseppe - Reina Antonino - Sciambra Ignazio - Segreto Filippo - Segreto Ignazio - Sgambellone Francesco - Schifani Andrea - Silvestre Domenico.
 “Gjinde pas gjinde po të lum dot thonë atë çë për shëndetien të dheut tënë tue vdekur pati çelën për gjith monë”.
Qualche anno fa, sotto le due lapidi sono state aggiunte due lastre di marmo con l’elenco dei nomi dei contessioti caduti o dispersi durante la seconda guerra mondiale (1940-1945):
Terranova Pietro - Verardo Luigi - Bruno Antonino - Lojacono Pietro Tumminello Salvatore - Cannizzaro Vincenzo - Carpini Giuseppe - Sclafani Francesco - Tamborello Vincenzo.
Un lapide con i nomi dei caduti e dispersi in guerra è stata posta recentemente anche nel parco delle Rimembranze.


(Culto dei morti: tradizioni, arte, confraternite, cimitero,… - continua)

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