lunedì 3 marzo 2014

Entella, Timoleonte e la cultura di allora (n. 4)


Nelle settimane passate abbiamo descritto il "teatro" di guerra entro cui nel 339 a.C. avvenne la battaglia sul Crimiso (oggi Belice Sinistro), battaglia che fu devastante -a causa di una esondazione del fiume- per i cartaginesi che controllavano il territorio siciliano ad est del fiume e vittoriosa per i sicelioti (= greci di Sicilia) che invece erano insediati ad ovest del fiume fino a Siracusa e Taormina.

Sullo sfondo del teatro di guerra da noi tratteggiato stava Entella, la citta'  situata sulla Rocca con le difese naturali e che da qualche anno (342 a. C..) aveva rotto la tradizionale alleanza con i cartaginesi ed era passata nel fronte delle citta' greche di Sicilia.

Sappiamo che lo studio su come si e' svolta la battaglia occupa una parte rilevante della Carta Storico-Archeologica del Comune di Contessa Entellina curata dal Laboratorio della Scuola Normale di Pisa e di cui non abbiamo ancora avuto la possibilita' di poterla visionare. In ogni caso la nostra descrizione, basata pure essa sugli studii pubblicati da quella Scuola, serve a stimolare la curiosita'  generale su questi lavori scientifici relativi al territorio di Contessa sviluppati da un trentennio.

La vicenda
Nel 339 i cartaginesi si propongono di riconquistare Entella, utile avamposto strategico ai fini del controllo del confine fra Sicilia punica e Sicilia greca. Il piano dei cartaginesi consiste 

-nello sbarco di massicce forze di terra nel porto di Marsala, 

-nell'obiettivo di una rapida conquista della Rocca per poi poter irradiare ulteriori espansioni in direzione dei territori sicelioti.

Le fonti storiche di cui oggi si dispone, ne abbiamo gia' trattato, sono tutte di parte siceliota, Diodoro Siculo e Plutarco, e sono sostanzialmente convergenti nelle descrizioni.
Belice Sinistrro esondato
Foto di un lustro fà
Essi ci hanno parlato dell'area che sta un poco piu' a monte della confluenza del Belice destro e del Belice Sinistro, di una collina che sovrasta il teatro di battaglia (Carrubba) ove stava appostato l'esercito dei siracusani, delle fortunate condizioni atmosferiche che hanno favorito la strategia militare di Timoleonte grazie ad una fitta nebbia proprio su Carrubba, un violento temporale accompagnato a forte vento.
I cartaginesi in buona sostanza si accorsero con ritardo dell'avvenuto appostamento dei sicelioti nei paraggi di Entella. 


Essi appena sbarcati a Marsala puntarono senza esitazione verso la Rocca convinti di farla cedere in seguito ad un non prolungato assedio e comunque prima che i greci di Sicilia avessero il tempo di organizzarsi e di venire in suo aiuto. I servizi segreti siracusani invece mostrarono sufficiente efficienza ed infatti l'esercito siceliota fece in tempo a lasciare Siracusa, attraversare la distanza da Entella con tempi accelerati ed evitando di percorrere la grande trasversale ch allora  univa Entella a Siracusa. I sicelioti attraversarono infatti  il territorio agrigentino (fra il Salso, il Platani) e poi puntarono in direzione delle odierne Castronovo, Montagna dei Cavalli, Corleone e fecero in tempo ad appostarsi sull'altura di Carrubba dove decisero di attendere le forze cartaginese che dovevano transitare in prossimità della confluenza del Belice dx e sx.

Per capire meglio come i cartaginesi siano caduti in un imprevisto agguato va tenuto presente che il Belice Sinistro dalle falde della Rocca fino a Selinunte fino al 1500 d.C.  (in pratica quando sul territorio si insediarono gli arberesh) era ancora navigabile e che la zona era soggetta a frane e dissesti anche in periodi estivi a causa degli squilibri dei livelli di precipitazione. Non sfugge a nessuno -ancora oggi- che le aree pianeggianti che fiancheggiano il Belice Sinistro e oggi destinate a colture vitivinicole sono di natura alluvionale.

 I siracusani da Corleone avrebbero puntato in direzione di Badessa e poi verso il torrente Senore, affluente del Belice Sinistro, senza  sostare, ne' transitare,   per Entella. 

Li' , nelle colline prospicienti la confluenza del Belice, rimasero nascosti.
(Segue)

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