sabato 22 febbraio 2014

Vara della Madonna: costruzione, comitato, festa, saliscendi, curiosità. . . . . . . . . . . di Calogero Raviotta

Premessa - Ho già scritto che per i contessioti "Madonna della Favara" è un argomento, che può riguardare vari eventi, opere, luoghi ed istituzioni (immagine, chiesa confraternita, festa, parrocchia, vara, fontana, quartiere), cui ho dedicato tre testi già pubblicati: vara (I), "Vastasi" della vara,  Odigitria della Favara. Di seguito saranno proposti ai lettori del blog altri testi (II, III  e  IV), che riguardano la "vara" (contratto per la costruzione, caratteristiche tecniche, materiale, costo, contributi, comitato, curiosità, ecc.) ed ogni testo sinteticamente riporterà sia quanto ho riscontrato nei documenti consultati sia quanto la memoria popolare ha tramandato fino ad oggi.

Comitato - Nel 1838 il comitato, nominato come ogni anno  per i festeggiamenti in onore della Madonna della Favara, fu incaricato anche di provvedere alla costruzione di una vara.
Era parroco della Chiesa greca, in quell'anno, don Epifanio Lojacono e furono designati membri del Comitato don Giacomo Parrino, Don Giuseppe Plescia ed il Signor Giovanni Cuccia, i quali nominarono procuratore speciale, per gli adempimenti connessi alla costruzione della vara, papas Spiridione Lojacono, autore del manoscritto, conservato nell'archivio della Parrocchia greca, che riporta dettagliatamente adempimenti, contratto, spese, ecc. riguardanti sia la vara sia la festa celebrata l'otto settembre 1838.

Nel contratto per la costruzione della “vara” della Madonna della Favara furono definiti costo, caratteristiche, tempi e modalità per la consegna della vara, come emerge chiaramente dall'estratto del documento notarile, di seguito riportato tra virgolette, che risulta interessante, oltre che per il contenuto, anche per lo stile burocratico (lingua "italiana") utilizzato dai notai nel secolo XIX.
“Nel giorno undici maggio 1838 regnando Ferdinando secondo, per la grazia di Dio, re del Regno delle Due Sicilie, alla presenza di me notaro Giuseppe Donato”, ......con queste testuali parole inizia il contratto di costruzione della vara della Madonna della Favara, sottoscritto dall’artigiano di Palermo mastro Filippo Serio e da padre Calogero Ciaccio di Sambuca, procuratore dei Deputati contessioti.
Testualmente il contrato riporta “Il detto maestro Filippo Serio si obbliga, mettendo lui materiale e maestria, costruire al detto rev.mo canonico Ciaccio col detto nome tanto di legname quanto di scoltura, che d'intaglio, indoratina ed ogni altro una Vara che servir deve per Maria SS.ma, sotto detto titolo della Favara, che si venera in Contessa, sotto li seguenti patti:
1.  la detta VARA dovrà essere costruita di legno di castagna di veneziana doppia e di tiglio giusta l'arte con tutta la perfezione, con adorni al di dentro ed al di fuori di uno stesso stile, colla indoratina ad oro di mistura con i colori della pietra fine fumiciata a specchio con tutta la massima solidità.
La intera altezza di detta VARA fino allo estremo del nuvolo sarà alta palmi diciassette, la larghezza dagli sporti maggiori sarà palmi otto ed onze tre di palmo.
2.  L'ossatura dello zoccolo sarà di legname quadralina di castagna lavorata, nelle sue parti rispettive la tavolatura in giro di esso  sarà di tavola  veneziana doppia con suoi fasciati simili, la corniciame sarà però di legno di tiglio, quale corniciame verrà intagliata  secondo  l'infrascritto disegno, ma nella cornice di testa della Vara  debba aggiungersi il dentello, nei quattro fondi dello zoccolo suddetto debba eseguire quattro bassi rilievi per come saranno ordinati tanto dagli anzidetti signori deputati, quanto dal rev.mo canonico Ciaccio col detto nome e da fratello Riccardo da Palermo cappuccino che saranno l'Annunziata, l'Ascensione, la Visitazione di Santa Elisabetta e lo sponsalizio o altro a piacere di detto fra Riccardo, come del pari negli quattro angoli interrotti di detto zoccolo si devono fare i bassi rilievi ad seconda il disegno.
3.  Lo zoccoletto ove poggiar deve la statua di Maria SS.ma sarà della stessa costruzione di sopra già detta.
4.  La tavolatura però dello zoccolo maggiore sarà di tavolonotto di castagno bene inchiodato sopra detto verranno eseguite le quattro plinti di figura circolare costrutti i foroni maggiori di legname di castagno ed il resto di legname di veneziana, sopra di essi si imposteranno numero otto colonne con suoi basi e capitelli d'origine corinzio, la corniciame però di detti plinti sarà di legno di tiglio con suo rispettivo intaglio secondo il disegno, parimente si imposteranno sopra essi plinti quattro pilastri costrutti di legname di castagno e foderati di legname veneziana con sua corniciame ove appartiene, tanto i detti quattro pilastri, quanto le otto colonne verranno tutte scannellate, base, capitelli e fasti di dette colonne verranno eseguiti di legname di tiglio. Sopra di essi verrà architrave fregio e cornice di costruzione simile alli plinti.
5.  Omissis
6.  Il detto di Serio si obbliga eseguire la detta Vara, tanto per legname, manifattura, indoratura, scultura, intagliatura ed ogni altro bene e magistralmente per come l'arte ricerca e la perizia ed a norma del disegno firmato dalli detti di Serio, canonico Ciaccio e fratello Riccardo che rimane presso lo stesso di Serio per eseguirne l'opera sotto la direzione e sorveglianza dello stesso fra Riccardo da Palermo cappuccino e per valere come di modello.                                                   
7.  omissis               
8.  omissis
9.Il detto di Serio si obbliga verso il detto rev.mo canonico Ciaccio col detto nome dare la suddetta Vara compiuta e perfezionata in tutto punto il giorno venticinque agosto di questo corrente anno 1838 restando in libertà dei signori deputati di trasportarla quanto che loro piacerà senza che detto di Serio possa avere diritto alcuno di pretendere compenso di spesa per la conservazione della Vara e per locale.
10.Omissis
11. Lo intero prezzo e valore della Vara su indicata con tutti gli adorni, indoratura, pittura, ferro, legname ed ogni altro di sopra detto, comprese le variazioni a farsi, se occorrono come è stato di sopra convenuto disegno ed altro, resta d'accordo fra dette parti siffatto per attratti e per maestrie in tutto e per tutto lo prezzo di onze centosettanta delle quali detto di Serio confessa di aver ricevuto dal detto rev.mo canonico Ciaccio col detto nome onze quaranta in buona moneta d'argento che si ha tirato innanzi a me notaio e le rimanenti centotrenta compimento di dette onze centosettanta alla consegna della succennata Vara in detto Comune di Contessa.”
                                                     ..........Omissis.......

La festa della Madonna nel 1838 fu celebrata con particolare solennità perché, per la prima volta, la statua fu portata in processione su un nuovo fercolo, la vara, costruita a Palermo e consegnata ai primi di settembre a Contessa.
Saliscendi al termine della processione - Caratteristico ogni anno il rinnovarsi del tradizionale “saliscendi” (o "corsa") della vara, al termine della processione, nell’ultimo tratto, tra la fontana “Favara” ed il sagrato  della chiesa  della Madonna.
L’attuale vara della Madonna della Favara fu costruita nel 1838. Prima di tale data veniva usato un  supporto del tipo analogo a quelli usati per la processione di san Giuseppe, di santa Rosalia, di Sant'Antonio e quindi molto più leggero.
Si tramanda che nel 1938, quando per la prima volta fu usata la monumentale, artistica e pesantissima vara, i portatori subito presero coscienza dell'impegno fisico che dovevano sostenere, tuttavia assicurarono il regolare svolgimento della processione fino all'ultima sosta, vicino alla fontana Favara. Stanchissimi, allo stremo delle forze, ma stimolati sia dalla devozione alla Madonna sia dall'orgoglio di avere anche a Contessa una simile opera artistica, i portatori si avviarono sull'ultimo e più faticoso tratto della processione prendendo la rincorsa, senza però raggiungere il sagrato della chiesa: la stanchezza ed il peso della vara bloccarono i portatori a metà della ripida salita, facendoli indietreggiare. Questa inaspettata "debolezza" certamente colpì l'orgoglio dei robusti portatori, che ritentarono più volte la corsa finché, dopo aver fatto una ulteriore sosta per riprendere fiato, riuscirono a portare la vara sul sagrato della chiesa. Da allora questa tradizione si ripete ogni anno, anche se la vara é stata alleggerita per poterla più facilmente trasportare.

 Vara della Madonna della Favara: fondi, curiosità, restauro.

Il Comitato della festa del I838 dedicò particolare impegno alla raccolta dei fondi necessari sia per la costruzione della nuova vara sia per le manifestazioni previste per la festa dell'8 settembre. Furono raccolte offerte in denaro (321 onze) ed in prodotti agricoli e di allevamento, in tutto il territorio di Contessa, sia nel centro abitato che presso le case sparse nei feudi. Il merito di aver contribuito alla costruzione della vara va a tutte le famiglie residenti a Contessa nel 1838, quindi anche a quelle il cui nome non è riportato nell' elenco compilato da papas Lojacono. Molte famiglie infatti, invece di denaro contante, offrirono frumento, orzo, fave, vino, olio, pecore, pollastri, uva, lana, ecc., dalla cui vendita furono ricavate 156 onze.
Le 321 onze complessivamente raccolte, furono utilizzate per la vara (costruzione e trasporto) e per la festa, come documentato dettagliatamente nella nota compilata da papas Spiridione Lojacono e datata  31 ottobre 1838, conservata presso l'archivio della Parrocchia greca di Contessa.
Il citato manoscritto di Spiridione Lojacono riporta anche l'elenco dettagliato delle spese (26 onze circa), sostenute per la festa dell'8 settembre 1838: banda musicale (2 onze e 15 tarì), mortaretti (circa 6 onze), giochi pirotecnici, cera, compenso al sagrista, materiale vario per la vara, ecc.
Nell' elenco delle offerte in denaro, che riporta nome, cognome e importo (in onze, tarì o grana) di quanti offrirono un contributo, sono riportati i seguenti cognomi: Aleo, Amato, Amodeo, Arisco, Buccola, Bonura, Barone, Bruno, Borrello, Ballistreri, Brigano, Bruscia, Carta, Collica, Cutifici, Caccioppo, Cappello,  Crispi, Calì, Corvino, Cannavale, Cuccia, Camanna, Carreca, Ciaccio, Chisesi, Clesi, Chetta, Catalano, Calivà, Castrogiovanni, Carnesi, Caruso, Conti, Cocco, Di Maggio, Di Martino, Di Stefano, Di Liberto, D'Ambolo, Di Betta, Dorsa, Di Leonardo, Duca, Dolce, Fiorito, Fisco, Fasciano, Foto, Ferrara, Franco, Fedele, Facciccio, Furcona, Fiorenza, Fiorentino, Guarino, Guzzardo, Gargano, Galiotto, Geraci, Glaviano, Greco, Grisaffi, Giaccone, Girgenti, Giametta, Golemi, Gassisi, Grana, Granfagnino, Graffato, Garaci, Ingoglia, Ingrando, Lala, Liuzza, Locascio, La Mendola, Lojacono, Li Calzi, Latino, Lopes, Laverda, Lo Pipero, Lore', Lo Verde, Molone, La Sala, La Manna, Musacchia, Mustacchia, Migliore, Montaleone, Macaluso, Milillo, Monteleone, Modica, Maglio, Manale, Monreale, Montalbano, Marsala, Mannino, Mule', Maniscalco, Marciante, Maisano, Mannola, Mangiaracina, Oddo, Pizzolato, Palmeri, Parrino, Pircopo, Pizzo, Plescia, Paluzino, Pilo, Provenzano, Pristia, Pumilia, Romano, Raineri, Rizzuto, Ristivo, Rabbito, Ragusa, Russo, Sparacino, Scariano, Scaduto, Schirò, Sciambra, Salvato, Sacco, Scavotto, Scaviano, Spada, Stillo, Scordino, Traina, Tardo, Tortorici, Taffaro, Terranova, Tamborello, Taccone, Vitrano, Viviano, Viola, Virdilizzi, Vitale, Vallone, Vaccaro, Zamandà, Zalapì.

Spese per costruzione e trasporto della vara. - Il costo di costruzione della vara, comprese le spese per il materiale occorrente, fu di 170 onze, più le spese per il trasporto della stessa da Palermo a Contessa e riguardanti principalmente: viaggi, vitto e soggiorno del costruttore mastro Serio, dei suoi aiutanti, ecc.
La vara fu trasportata dai facchini  da Palermo a Contessa, passando per Piana dei Greci e per la contrada "Rigalbate", attraverso quindi le trazzere che collegavano Contessa al capoluogo.
E' stato necessario far intervenire dei braccianti e degli operai con zappa e altri attrezzi per sistemare i punti di difficile transito.

Curiosità e notizie varie. - Negli elenchi riportati nel resoconto alcune persone sono citate anche col soprannome (Pizzicona, Linazza, Papaciata, Nascia, Ura, Catinella, Baccarona, Pagnocco, Carvalla, Consalemmi, Mammola, Pagliaccio, Fiscaletto, Brugolone).
Il primo titolo di spesa annotato porta la data del 10 settembre 1837: si cominciò a pensare alla costruzione di una vara nuova un anno prima, cioè subito dopo la festa del 1837.
Tra le spese è riportato l'importo per la "vastasata" (trasporto) affidato ai facchini ( "vastasi", come si diceva allora). La data di costruzione della vara (1838) é impressa all'interno del basamento della medesima.
I "fornitori" citati più frequentemente per i vari servizi resi (trasporto, vitto, materiale vario, ecc.) sono Cuccia Giovanni, Di Betta Pietro, Mustacchia Giuseppe, Pircopo Giuseppe, Tardo Giuseppe, Musacchia Anna, Caruso Antonio.

Restauro della vara, capolavoro d'artigianato di interesse artistico e storico
La "VARA" della Madonna della Favara, la nicchia- baldacchino in legno scolpito e dipinto, su cui viene portato in processione il simulacro di Maria SS. della Favara, l'otto settembre di ogni anno in occasione della festa principale del paese, è uno dei capolavori di artigianato più antichi di Contessa Entellina. Essa riveste notevole "interesse artistico e storico", (riconosciuto dalla Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d'Arte della Sicilia con lettera del 24 maggio 1965 inviata al Parroco Papas Giovanni di Maggio)  e pertanto merita di essere tutelato, conservato e valorizzato.
E' stato finalizzato a questi obiettivi l'intervento di restauro della vara, terminato nel 1984, resosi necessario per i danni provocati  dall''usura del tempo, dai tarli, dall'umidità e dagli scossoni  subiti al termine della processione (durante la caratteristica famosa "corsa").
Secondo l'arch. Marisa Cusenza, che ha definito il progetto e seguito scrupolosamente l'intervento di restauro, "Le opere di consolidamento e di restauro effettuate sulla VARA l'hanno ricondotta al primitivo decoro, restituendo ai Contessioti un'opera d'arte che riveste un particolare valore affettivo e salvando al tempo stesso un bene storico-artistico in cui, accanto alla ricercatezza e alla cura della forma, si ritrova una fattura anch'essa molto accurata. Si sono rese necessarie, in primo luogo, opere di consolidamento,  sono stati rifatti alcuni tratti di intagli e di cornici mancanti e sono state restaurate le sculture, sono state rifatte le decorazioni pittoriche, che si presentavano manomesse nello zoccolo e nei plinti, forse a causa di un restauro mal eseguito nei primi decenni del nostro secolo, è stata rifatta la doratura nelle parti in cui mancava, principalmente nel coronamento e nei capitelli delle colonne e dei pilastri. L'oculato intervento di restauro eseguito ha restituito agli abitanti di Contessa Entellina, ma non solo ad essi, questo capolavoro dell'artigianato siciliano del secolo XIX, che è anche testimonianza della civiltà dell'epoca, e come tale facente parte del vasto patrimonio storico-culturale siciliano".
L'importanza dell'intervento di restauro è stata messa in evidenza nel corso di una giornata culturale, organizzata dall'Associazione Culturale "Nicolò Chetta" in collaborazione con la Parrocchia greca, di cui viene dato di seguito uno breve resoconto, rinviando ad un prossimo testo (vara IV) la descrizione dei momenti (processione straordinaria, relazioni e mostra) e degli aspetti più significativi di quella manifestazione.
"Oggi, primo maggio 1984, festività civile dedicata ai lavoratori e festività religiosa dedicata a S. Giuseppe artigiano, è   una ricorrenza particolarmente significativa per presentare la VARA restaurata: un'opera che testimonia la capacità creativa dell'uomo ed onora il lavoro dell'uomo un'opera destinata all'avvenimento religioso più caro ai Contessioti: la processione della Madonna della Favara.
L'Associazione culturale "Nicolò Chetta", considerando il restauro della VARA come l'avvenimento storico-culturale locale più importante del 1984, in collaborazione con le parrocchie, ha voluto organizzare l'odierna giornata culturale e la presente manifestazione in quest'aula   consiliare per rendere noto:
-    l'importanza ed il valore storico-artistico della VARA, opera soggetta alla tutela della            Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d'Arte della Sicilia;
-    il valore morale e religioso che la VARA riveste nell'animo dei Contessioti;
-    la sensibilità e l'attenzione dimostrata dai due enti che hanno erogato i fondi necessari per il restauro della VARA (Comunità Montana di Corleone e Camera di Commercio di Palermo);
-    l'operosità, lo zelo e la tenacia di papas Cola Bufalo che ha curato tutti gli adempimenti necessari      per realizzare il restauro (autorizzazioni, relazioni tecniche, fondi, ecc.), non scoraggiandosi di fronte alle ricorrenti difficoltà;
-    la competente relazione tecnica dell'arch. Marisa Cusenza di Sambuca di Sicilia e l'intervento di        restauro effettuato con perizia e ammirevole capacità professionale dai fratelli Russotto, artigiani             di Bisacquino."

(continua)

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