mercoledì 12 febbraio 2014

Padre Lorenzo Tardo e la musica bizantina ... ... di Calogero Raviotta

Nella Biblioteca Ambrosiana il più antico testo scritto in albanese
Premessa
Nel 1985, anno europeo della Musica, l'Associazione Culturale "Nicolò Chetta" ha dedicato a padre Lorenzo Tardo (1883 - 1967) una giornata culturale, per far conoscere un illustre concittadino, studioso di melurgia bizantina, fondatore e direttore della Schola Melurgica della Badia Greca di Grottaferrata, fondata nel 1004 da S. Nilo, nato a Rossano Calabro, ma greco per formazione culturale, religiosa e liturgica, il quale portò a Grottaferrata (Roma) con i suoi monaci il rito bizantino-greco, che si conserva ancora oggi.
Padre Lorenzo Tardo è molto noto come pioniere nella scoperta, lettura, trascrizione, interpretazione, pubblicazione ed esecuzione delle melodie  antiche bizantine dei codici.
In seguito farò conoscere ai lettori del blog oltre che la vita e le opere di padre Lorenzo Tardo anche le interessanti relazioni, nella predetta iniziativa dedicate dagli esperti alla Melurgia Bizantina e gli interventi che hanno evidenziato i legami culturali e religiosi tra Contessa Entellina e la Badia Greca di Grottaferrata, nelle cui istituzioni di educazione e di istruzione, nel secolo XX, si sono formati molti contessioti, laici ed ecclesiastici.
Tutte le relazione sono state raccolte e pubblicate nella monografia "P. Lorenzo Tardo e la musica bizantina", inviata a tutte le istituzioni culturali delle comunità italo-albanesi ed a tutte le istituzioni, universitarie, nazionali o straniere, che si dedicano alla cultura bizantina. Unitamente a tale monografia è stata inviata anche una selezione di canti bizantini (cassetta registrata,  testo in greco, testo musicale su pentagramma) eseguiti dalla "Schola Melurgica" della Badia.
Il testo della "Presentazione" degli "Atti", è stata curata da mons. Enrico Galbiati (1914 - 2004), dottore in scienze bibliche, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, libero docente di filologia biblica all'Università Cattolica di Milano, docente nei seminari dell'archidiocesi di Milano, assistente ecclesiastico degli Italo-Albanesi residenti in Lombardia (nel 1967 dal vescovo mons. Giuseppe Perniciaro nominato canonico dell'Eparchia di Piana degli Albanesi col titolo di Archimandrita).
Ho avuto il privilegio di conoscere e di collaborare a Milano (dal 1970 al 2000) con mons. Galbiati, noto per la sua vasta cultura  e stimato per la sua grande umanità: nell'elogio funebre il cardinale di Milano lo ha ricordato come "sacerdote più umile e più colto della diocesi".
Propongo ai lettori del blog ed in particolare ai concittadini il citato testo "Presentazione" di mons. Galbiati, come testimonianza dell'interesse, della stima e dell'ammirazione che molti "non contessioti" hanno per la storia ed il patrimonio peculiare della nostra comunità. (C. Raviotta)

Presentazione degli "Atti" della Giornata culturale dedicata a padre Lorenzo Tardo
L'Associazione Culturale "Nicolò Chetta", nella persona del Presidente, il dott. Calogero Raviotta, mi volle gentilmente invitare alle manifestazioni liturgiche e culturali dedicate a padre Lorenzo Tardo, per onorarne la memoria nel suo paese natale e per mettere in evidenza i meriti scientifici di questo grande cultore della musica bizantina. Mi sentii subito onorato di questo invito e sono lieto di poter ripetere qui l'espressione della mia gratitudine.
Pensavo dapprima di essere solo un ospite d'onore, se non per la mia persona, per il fatto di rappresentare la prestigiosa Biblioteca Ambrosiana, dove, fra gli altri tesori, sono custoditi preziosi codici bizantini; ospite venuto da lontano, dal cielo di Lombardia "così bello quando è bello", ad immergersi in questo sole di Sicilia, ad estasiarsi nel magnifico tramonto, contemplando la Rocca di Entella, evocatrice di antiche storie di civiltà grandiose, di fatti militari, di invasioni e di migrazioni. Appunto sotto questo cielo venne a rifugiarsi 500 anni fa il primo contingente di famiglie albanesi, per sottrarsi alla dominazione dei Turchi.  Vennero con i loro sacerdoti, le loro tradizioni, i libri, gli arredi, le icone, retaggio perenne della cultura bizantina. Nell'atmosfera di questa cultura, spiritualità e poesia, misticismo ed arte musicale, mi sentii totalmente immerso durante le celebrazioni liturgiche presiedute dal vescovo di Piana degli Albanesi, incoronato come gli antichi imperatori di Bisanzio. Allora incominciai a sentirmi coinvolto, come uno della famiglia: non più ospite d'onore venuto da lontano. Mi sentivo trasportato in quella realtà vivente, che, fin dagli anni della mia giovinezza, aveva costituito l'oggetto di tanti studi, e lo confesso, di tanti sogni.
Poi vennero le dotte conferenze sulla personalità e l'opera scientifica di padre Lorenzo Tardo.
Da una parte uno squarcio luminoso di vita e di storia della gloriosa Badia di Grottaferrata, tessuta attorno alle benemerenze di padre Tardo nella sua attività nella comunità monastica.
Dall'altra parte l'apporto decisivo di padre Tardo come musicologo, decifratore della notazione musicale degli antichi manoscritti bizantini, che egli seppe far vivere nella viva voce del coro da lui formato e diretto. Allora il mio pensiero ritornò sui manoscritti della mia Biblioteca Ambrosiana e mi ricordai delle benemerenze di padre Tardo e dei suoi confratelli di Grottaferrata nei riguardi dei tesori bizantini da noi conservati. Molti di essi portano scritta la data del loro recente restauro ad opera del laboratorio per il restauro dei codici, benemerito ed ormai famoso, operante nella Badia Greca di Grottaferrata.
Mi ricordai anche di un manoscritto greco, ed ora posso scriverne la segnatura precisa, B. 112 sup., che nel foglio 63 v, del secolo XV, contiene una pericope evangelica tradotta in albanese, scritto con caratteri greci.
Si tratta del dodicesimo vangelo dell'orthros del Venerdì Santo, lo stesso che si legge dopo la processione con l'Epitafios. Fu un altro benemerito monaco di Grottaferrata, padre Nilo Borgia, che lo scoprì e lo fece conoscere. Si tratta  del più antico testo scritto in albanese, testimonianza preziosa dell'attività anche culturale delle colonie albanesi in Italia. Quando a padre Tardo, noi dell'Ambrosiana, gli dobbiamo riconoscenza perenne per aver messo in evidenza le caratteristiche e l'importanza dei nostri manoscritti di musica liturgica bizantina.
Frutto delle sue ricerche è l'articolo: "I mss. greci di musica bizantina nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. Per suo merito ora noi sappiamo che due di questi manoscritti sono unici in tutto il mondo, sono i soli, tra tutti quelli conservati nelle biblioteche dell'Europa e dell'Oriente, che contengono la notazione musicale degli "idiomeli anastasimi" dell'ufficio domenicale (OKTOIKOS).
Tutte queste considerazioni mi vennero in mente e mi risuonarono nel cuore mentre ascoltavo le dotte conferenze, seguite con ammirevole attenzione dal pubblico che affollava la Chiesa Matrice di Contessa Entellina, trasformata per l'occasione in aula scolastica a livello universitario.

Conferenze ed interventi vari, tutto questo tesoro culturale ed anche affettivo - ancora mi sento nel cuore  le commosse parole dell'abate di Grottaferrata nel rievocare le figure dei monaci oriundi, come padre Tardo, di Contessa Entellina, padre Cosma Buccola e padre Sofronio Gassisi - per merito dell'Associazione "Nicolò Chetta" e del suo instancabile Presidente vengono ora messi a disposizione di una cerchia più vasta di lettori e di intenditori nella presente opportunissima e decorosa pubblicazione. (Mon. Enrico Galbiati, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana).

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